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HA LE PALLE QUADRATE AL CUBO
MUSIC

Laryssa Kim: tra looping machines ed effetti.



Una nuova forma di comunicazione

Cantante, compositrice e performer, Laryssa Kim, è un’artista italo – congolese capace di dar vita a sonorità intense e ritmi ipnotici che si trasformano in veri e propri mantra. Con l’aiuto di looping machines ed effetti, grazie alla sua voce e alle sue produzioni, ha creato una forma di comunicazione intima e introspettiva.

Ci racconta il suo percorso musicale e come avviene la nascita di un brano.

Come ti sei avvicinata al mondo della sperimentazione?

Ho cominciato a cantare e a scrivere a Roma, sulla musica reggae (con dj’s soprattutto).

Prima di arrivare a Bruxelles, ho vissuto 4 anni e mezzo ad Amsterdam. Lì ho continuato un po’ con il reggae, ma ho soprattutto avuto l’occasione di conoscere e successivamente praticare il teatro fisico e la danza contemporanea.

I miei amici danzatori cominciarono una serie di serate di jam session tra ballerini e musicisti. I musici (soprattutto chitarristi) si portavano dietro un sacco di macchinette. L’approccio alla creazione musicale era completamente diverso rispetto allo scrivere testi e poi cantarli sulle basi alla dancehall!

“Un approccio alla creazione musicale completamente diverso”

Nelle jam session, la creazione era istantanea, ci si nutriva a vicenda: ciò che vedevo nutriva la mia creatività,  ciò che creavo intuitivamente ispirava i danzatori in un loop infinito (ciclo infinito).  Ho comprato una boss ve-20 perché avevo visto una ragazza usarla in uno spettacolo. L’idea di potermi fare i cori da sola con una loop mi faceva impazzire! (adoravo l’rnb pieno di voci calde e coretti alla Lauryn Hill).

Ma non solo, potevo utilizzare degli effetti per distorcere e trasformare la mia voce. Potevo creare delle melodie, ma potevo anche creare dei suoni vocali che diventavano una materia sonora astratta.  E quello, proprio il lato astratto e la materialità del suono che diventava protagonista rispetto ad un significato di un testo o una struttura precisa, è stato l’inizio della mia curiosità verso la musica sperimentale ed elettroacustica.

 


Quali artisti sono stati di ispirazione per te all’inizio del tuo percorso musicale?

Per quel che riguarda la sperimentazione vocale, le loopstations, l’elettronica, penso che i primi ad avermi stimolato sono stati DubFx e Reggie Watts.

Per il resto poi a livello di utilizzo della voce, della musica sicuramente Jeff Buckley, in passato Lauryn Hill ed Erykah Badu, Bjork, Radiohead etc…

Non sei una semplice cantante ma compositrice e performer. Cosa rappresenta per te la Performance?

La performance mi connette prepotentemente all’istante presente. Mi fa sentire viva, tutto è possibile e incantato come quando percorro un sogno lucido.

Muovere il corpo aggiunge una dimensione all’uso della voce e della musica. Nel mio progetto attuale sto pensando come poter combinarli in futuro.

Quanto credi sia importante nella musica elettronica l’alchimia tra l’uomo e la macchina?

Non c’è una ricetta valida per tutti sull’utilizzo delle macchine nella musica elettronica penso.

Bisogna trovare le proprie macchine. Quelle che riesci ad ‘indossare’ come dei guanti aderenti ma elastici. Che ti permettano di avere la sensazione di non averli, e poter muovere le dita e le mani liberamente ma che ti diano tutto il confort che portare i guanti possa avere.  Le macchine ti permettono di andare davvero lontano.

Ma lontano dove tuttavia bisognerebbe chiederselo. Voglio dire la musicalità e l’ispirazione dovrebbero essere lì a prescindere dalle macchine. Esse sono uno strumento. Possiamo avere tutti gli strumenti che vogliamo ma se non ‘sentiamo’ la musica dentro di noi non servirebbero a nulla.

Laryssa Kim
Laryssa Kim – Foto di Emile Tonnelier

Dalle tue produzioni si evince una delicatezza emotiva, una certa sensibilità, non tralasciando però la raffinatezza estetica.
Quando componi ti lasci trasportare dal momento o sei solerte?

Ah bellissima domanda. Diciamo che il metodo creativo non è sempre uguale a se stesso. Ho avuto 5 anni di conservatorio in composizione di musica acusmatica per confrontarmi al processo della creazione…. Alternanza tra illuminazioni entusiasmanti e momenti di stasi e dubbi infiniti.

Cosa dirti… in realtà c’è bisogno di tutti e due gli aspetti: l’ispirazione folgorante ed il momento presente, seguire le intuizioni estemporanee  ma allo stesso modo utilizzare la tecnica ed il saper guardare le cose con distanza prendendo decisioni compositive.  Un po’ come creare degli argini per condurre un fiume in piena.

Poi se vengano prima gli argini o prima la piena questo dipende dai momenti… Alle volte ho un’idea ed aspetto l’ispirazione. A volte ho l’ispirazione e dopo la ‘ripulisco’ e la conduco verso una direzione.

Dove ti sta portando il tuo cammino musicale? 

Mi porta alla creazione di nuova musica. Alla ricerca continua di contenuto e di maniere di esprimerlo. Alla conoscenza di professionisti che possano aiutarmi a condividere la mia visione con il mondo.

Per capire chi è Laryssa Kim, quale brano dovremmo assolutamente ascoltare?

Uff… questa e’ difficile haha Non saprei…

Ti direi Even if you’re in another dimension, ma forse un po’ di piu’ Même si les cartes…uff non lo so… ogni canzone rappresenta vari aspetti di me. Forse uno dovrebbe ascoltarle tutte e farsi un’idea,

Foto in copertina di Pauline Colleau
Link al Spotify di Laryssa Kim.