Il nuovo album The GOAT è uscito oggi
Polo G aka Polo Capalot, vero nome Taurus Tremani Bartlett, classe 99, è la nuova ventata di rap che arriva da Chicago; non dal classico South Side che tutti conoscono, ma da Old Town, una zona a nord della città.
Il rapper è cresciuto in un project development chiamato Marshall Field Garden; un gruppo di complessi di edilizia popolare costruiti con l’intento di fornire alloggi a costi ragionevoli alle famiglie. Il progetto si è poi rivelato un completo fallimento; come il vicino Cabrini-Green Homes che divenne fulcro di povertà e criminalità, per poi essere definitivamente demolito nel 2011.
L’adolescenza
Taurus è cresciuto insieme ai genitori e ad altri tre fratelli gemelli, in condizioni di povertà, molto spesso senza neppure avere cibo nel frigo. Nonostante queste difficili condizioni, i genitori non sono mai stati coinvolti in attività criminali o affiliati ad alcuna gang.
Polo viene da subito a contatto con la realtà di strada, in tutti i suoi aspetti. Passa l’infanzia stando sempre insieme agli amici, che per lui diventano insostituibili, e cercando di frequentare la scuola il più possibile; per provare a sottrarsi da ciò che lo circondava.
Crescendo, inizia ad appassionarsi alla musica rap. Le sue più grandi influenze furono Lil Wayne e Gucci Mane (da lui deriva la G nel suo nome) ma Polo è cresciuto anche con il suono di Chicago di Chief Keef, G Herbo e Lil Durk.
Purtroppo, all’età di quindici anni, il rapper vide morire il suo migliore amico a causa di una sparatoria. Da quel momento iniziò un periodo in cui Polo G si avvicinò particolarmente alle gang di strada; entrando ed uscendo più volte dal carcere di Cook County, per vari reati legati allo spaccio ed al furto d’auto. Durante quel periodo, inoltre, il rapper iniziò ad abusare di ecstasy, entrando in un vortice di paure e paranoie, diventando caratterialmente molto fragile.
Proprio durante i mesi dietro le sbarre si rese conto di volere dare una svolta a quella che sino a quel momento era stata la sua vita. Polo decise così di affidarsi al rap, in particolare alla musica drill, ed iniziò a scrivere i suoi primi testi.
Il rapper iniziò usando uno stile fatto di versi rapidi e grintosi, simili a quelli di G Herbo. Con il passare del tempo però si accorse che l’approccio migliore per lui fosse quello più melodico, simile a quello di Lil Durk; nonostante la crudezza all’interno dei suoi brani.
Verso il Successo
La carriera di Polo G iniziò indicativamente nel 2016, quando caricò su Souncloud il brano “O.D.A”, seguito anche una seconda parte: “O.D.A Pt.2”. Grazie a queste due tracce il rapper attirò moltissimo seguito.
Nel 2017 pubblicò il suo primo video, quello del brano: “Back That Ass Up”, ma il vero successo arrivò con il secondo singolo: “Check Me Out”, dove si possono notare le influenze di Wayne e Gucci. Il flow molto orecchiabile del pezzo gli fece conquistare moltissimi fan in breve tempo.
L’anno seguente Polo pubblicò “Never Cared” e “The Come Up”, due tracce che anticiparono il pezzo “Finer Things”; quest’ultimo brano venne scritto durante una delle permanenze in carcere, e attualmente vanta 94 milioni di views su YouTube.
Poco tempo dopo, la Columbia Records decise di metterlo sotto contratto, avendo così l’esclusiva per la pubblicazione del suo primo album: “Die A Legend” (Link Spotify) rilasciato a Giugno 2019. Il disco ottenne il plauso dalla critica musicale e debuttò alla sesta posizione della classifica US Billboard 200.
L’album era stato anticipato dal singolo “Pop Out”, in collaborazione con Lil Tjay, che ha raggiunto l’undicesima posizione nella Billboard Hot 100.
La traccia è stata certificata quadruplo platino e Billboard l’ha definita un “Hard-nosed Anthem“.
È anche stato realizzato un remix della traccia: “Pop Out Again” feat. Lil Baby e Gunna e anche questo è presente nell’album “Die A Legend”.
All’interno del disco sono presenti anche alcuni singoli usciti in precedenza come “Finer Things”, “Battle Cry” e “Deep Wounds”.
Sheldon Pearce, del magazine online Pitchfork, ha assegnato il premio Best New Music all’album e riguardo a Polo G ha dichiarato:
“Mescola Pop e Drill con facilità e offre un eccezionale debutto nel rap di Chicago, che è meticolosamente realizzato e raccontato onestamente”.
Sheldon Pearce
The GOAT
The GOAT, uscito oggi, è il secondo album in studio del rapper di Chicago, pubblicato sempre per Columbia Records. Nella copertina è raffigurato anche Termani, figlio di Polo G; dalla sua nascita il rapper e la famiglia si sono trasferiti a Los Angeles, anche se Polo mantiene un forte legame con la sua città natale.
In questo album Polo G vuole celebrare la vita e l’eredità musicale che vorrebbe lasciare, il rapper infatti vorrebbe, un giorno, essere ricordato come una leggenda.
A differenza del primo album, dove narrava le vicende della sua Chicago, l’attaccamento alla famiglia ed agli amici scomparsi.
Sono due i singoli hanno anticipato l’uscita del disco: “Go Stupid” con Stunns 4 Vegas & NLE Choppa, sul beat di Mike Will Made-It uscito il 14 Febbraio; e “DND” sul beat di WayneOnABeat uscito il 10 Aprile.
The GOAT vanta le produzioni di vari artisti quali: Murda Beatz, Dj Mustard, Hit-Boy, Tay Keith e Mike Will Made-It.
Nell’album saranno presenti 16 tracce, dove spiccano anche i featuring di: Juice Wrld, Lil Baby e BJ The Chicago Kid.
In parallelo all’album probabilmente uscirà anche un documentario, “The GOAT Documentary”, che ripercorrerà quella che è stata la creazione dell’album e parte della vita del rapper.
Qui di seguito pubblichiamo una piccola playlist di alcuni suoi brani, per chi volesse ampliare la sua conoscenza.
- Neva Cared (Remix)
- Hollywood
- Battle Cry
- First Place feat. Lil Tjay
- Deep Wounds
- Effortless
- Dyin Breed
- DND
Articolo di Marco Degaz