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Intervista al videomaker Leonardo Russo



L’intervista di oggi riguarda Leonardo Russo, videomaker originario di La Spezia, classe 1995. Da circa 2 anni e mezzo Leonardo si è trasferito a Milano per inseguire quella che è la sua più grande passione: il videomaking. Nella capitale lombarda sta terminando gli studi per il conseguimento della laurea presso la NABA Nuova Accademia di Belle Arti.

Nel suo background Leonardo vanta già parecchi video, girati in ambito musicale, per artisti come: Disme, G.bit, Samuel Heron e per la cantante Giulia Penna; ma anche collaborazioni con la Milano Fashion Week, con Adidas per la Music Week Festival e insieme a Fila per la stagione 2020.

Passiamo ora a fare qualche domanda a Leo

Leonardo Russo
Leonardo Russo

Da dove nasce la tua passione per il videomaking?

La mia passione per il videomaking nasce dall’unione del mio interesse per la fotografia e per la musica; entrambe mi hanno accompagnato sin dall’età adolescenziale. C’è sempre stata una componente artistica nella mia famiglia; da mio padre che suonava e cantava, a mio cugino che mi mostrava le sue prime fotografie. Ero attratto e quasi non credevo che si potesse ottenere un risultato così grande. Sin da piccolo ho utilizzato molto il computer; scaricavo cartoni animati e realizzavo dei piccoli montaggi ,utilizzando Windows Media player, con le scene di combattimento di Naruto o di Dragon Ball. Solo dopo mi resi conto che stavo realizzando i miei primi AMV.

Crescendo, io e i miei amici eravamo sempre nella piazzetta di quartiere. Passavamo le giornate sulla panchina, c’era chi si appassionava al ballo, chi al writing e chi incideva i primi pezzi. Uno di questi ultimi si chiama Disme ed ai tempi gli proposi di girare uno video; anche se non ero sicuro di saperlo fare, avevo una camera e sapevo montare gli AMV, quindi perche non tentare? La sera stessa ci siamo trovati in 30 persone a girare nel quartiere provando a fare i primi playback. Con lo stupore di tutti, compreso il mio, uscì un bel prodotto. Era il 2011, avevo 16 anni e da allora non ho più smesso.

DismeToc Toc (Video Leonardo Russo – Gennaio 2019)

Cosa è cambiato da quando ti sei trasferito da una città di provincia come La Spezia ad una grande città come Milano? E quali sono stati i vantaggi per te?

Quando sono arrivato a Milano mi sono reso conto che non ero il solo a voler fare quello che già facevo nella mia citta; ho pensato che figata! E ho sempre cercato di lavorare per distinguermi da loro. Milano come città offre molte cose che, purtroppo, non si possono trovare da altre parti. Ci sono tantissimi studi, rental per noleggiare l’attrezzatura e persone competenti; mi si è aperto un mondo.

Come nasce uno street video? In base anche al budget che ogni artista dispone.

Lo street video, per definizione, è un video fatto in strada; nella maggior parte dei casi, con pochissimi mezzi a disposizione e spesso a budget zero, può bastare una camera ed un obiettivo. È un genere di video molto legato al rap, perché spesso racconta di un paesaggio urbano di palazzi e di strada. Noi eravamo legati a questo e abbiamo provato a farlo a nostro modo.

G.bit e Leonardo Russo
G.bit e Leonardo Russo, backstage di “Casino”

Qual è il rapporto che c’è tra un videomaker ed un artista? In particolare qual è il rapporto che hai tu con gli artisti con cui lavori?

Oggi, a differenza di prima, ritengo molto importante l’artista, che deve tenere molto conto alla sua immagine da mostrare in pubblico. Non basta più fare un disco, le persone oltre che ascoltarti hanno bisogno di guardarti. Ora più che mai serve un immaginario in cui le persone si possano rispecchiare. Il videomaker e la direzione artistica devono capire che cosa l’artista voglia comunicare, riuscendo a cogliere quei particolari che nessuno avrebbe notato; questo secondo me da un valore aggiunto al prodotto finito. Come dicevo prima, ho avuto la fortuna di iniziare e soprattutto continuare a lavorare con amici , anche se il business si sta estendendo. Se io capisco loro e loro capiscono me il lavoro viene da sé, c’è un rapporto di fiducia e di rispetto reciproco.

Quale differenza c’è tra videomaker e regista?

Il videomaker tendenzialmente lavora da solo, si occupa delle riprese e del montaggio. Un vero regista, sia di videoclip ma soprattutto di film, ha tutt’altro ruolo. Il regista non tocca né la camera né realizza il montaggio, come si potrebbe pensare. Il regista lavora necessariamente con un team, gestisce gli attori e la scena; decide come deve essere posizionata la camera ed i suoi movimenti di macchina.

Giulia PennaShake (Regia, Direzione Creativa e Editing Leonardo Russo – Giugno 2019)

Quali sono le differenze tra il lavorare da solo e l’avere un gruppo di persone affianco?

Negli anni ho avuto la fortuna di lavorare con un team di persone per i miei videoclip, li è cambiato tutto. Ho trovato persone con la mia stessa passione, ma con un ruolo specifico. Per la prima volta ho realizzato video senza toccare la camera, spiegavo la mia idea a loro e la coglievano perfettamente. Ho avuto il tempo di vedere gestire al meglio l’artista e la scena in questione; ho notato cose che non avrei mai notato ed il prodotto è migliorato notevolmente. Non ho ancora smesso di editare i miei video, perché mi piace ancora dargli un gusto mio personale. Vorrei trovare un montatore video che riesca a capire da subito la mia idea; e che riesca a dargli quel tocco in più.

Quale stile usi per realizzare i tuoi video?

Una delle cose che spicca maggiormente nei miei ultimi lavori è l’utilizzo del colore; cerco di gestire al meglio i colori naturali in scena, possibilmente facendo delle combinazioni. Ho lavorato molto sui colori complementari e monocromatici. Ho avuto la fortuna di lavorare con G.bit, questo stile si univa perfettamente con la sua musica ed il suo stile nel vestire. Non voglio concentrarmi solo su questo stile, credo che oggi l’idea creativa vinca su tutto, ma mi ha dato un bello stampo di riconoscibilità.

G.bitEhiii (Video Leonardo Russo – Marzo 2018)

Quali sono i tuoi spunti artistici e quali registi ti hanno ispirato?

Sono affascinato dalla fotografia di reportage. Amo la street photography, in qualche modo riesce a catturare l’immagine della società meglio di ogni altro genere. Mi piacciono le fotografie sporche e reali che comunicano qualcosa.
Amo le fotografie di Henri Cartier-Bresson, Bruce Gilden, Martha Cooper e amo la storia di Vivian Maier.
Se devo dirti alcuni registi che mi hanno ispirato ti direi: Spike Lee, Romain Gavras, Michel Gondry e Spike Jonze.

Seppur in stili diversi, tutti i registi hanno una carriera alle spalle fatta di produzione di videoclip musicali; per affermarsi successivamente nel cinema. I lati stilistici che avevano in passato li ritroviamo nei loro film.
Per citarne uno, Romain Gavras ha lavorato in video musicali per i Justice e recentemente per Jamie xx, nel video “Gosh”, con una produzione pazzesca.
Inoltre, nel 2018, ha girato un film con la colonna sonora dei PNL: “Le Monde est à Toi”; in cui l’immaginario urbano ed hip hop è molto forte.
Spero, con ambizione, di poter seguire il loro percorso e di non abbandonare la linea stilistica avuta fin ora.

Parlaci un po’ del NABA, l’università che stai frequentando.

Ho appena finito un corso di tre anni di Media Design alla Nuova Accademia delle Belle Arti NABA.
Il corso esplora a 360 gradi l’audiovisivo, dalle tecniche di scrittura alla realizzazione di un film.
Durante questo percorso ho avuto modo di confrontarmi con tantissime persone del settore, dagli studenti ai docenti. In un ambiente che ti dà una metodologia di lavoro, che da solo è difficile imparare, ma soprattutto che ti insegna a lavorare in gruppo.
Qui ho sperimentato i primi cortometraggi. Mi sono messo a scrivere sceneggiature per la prima volta e siamo riusciti a realizzarli, seppur con i difetti dei primi tentativi, sono molto soddisfatto.

Quali consigli daresti a chi vorrebbe intraprendere questo lavoro?

Innanzitutto di capire se è la sua vera passione, è un lavoro che richiede molta dedizione e molti sacrifici. È un momento storico in cui la tecnica la si può imparare anche su internet, non è obbligatorio frequentare una scuola. La sensibilità delle camere è arrivata a livelli altissimi, basta poco per arrivare a un discreto risultato. Consiglierei di fare molti tentativi, di prendere la camera e girare; lasciandosi ispirare e cercando di caratterizzarlo mettendoci la propria personalità. Ognuno capirà da solo la propria strada, non esiste un percorso predeterminato; ogni volta si imparerà qualcosa di nuovo, non si smette mai, è un percorso continuo.

Grazie mille Leonardo per la tua disponibilità

Grazie a Gold per l’intervista!

Intervista di Marco Degaz