Ninjaz, uno dei writers più attivi sul territorio toscano, tra bombolette spray e microfono ci racconta un po’ di sé:
Iniziamo con una domanda di rito: Come ti sei avvicinato al Writing ?
Mi sono avvicinato all’Hip Hop e al Writing all’età di 12 anni, a quel tempo era molto sentita l’appartenenza alle subculture ed io mi innamorai fin da subito dell’hip hop e delle sue quattro arti.
Per coltivare questa passione, verso i 13-14 anni, andavo a vedere i Breakers che ballavano in Piazza della Repubblica, cercavo di recarmi a quante più jam possibili e leggevo la fanzine AL: unico mezzo di informazione sulla scena prima dell’utilizzo di internet da parte di tutti.
Intanto, iniziavo a fare le prime firme per strada e fondavo le mie prime crew tra cui la RBC (Rifredi Bronx Crew) nel 2002. Verso i 18 e i 20 anni dipingevo quasi tutti i giorni, e inizia a farmi un nome in città.
In quel periodo fondai con BUE2530 la crew “Fun Cool Color” e inizia a prendere le prime commissioni comunali per grandi lavori murali.
Da lì cercai di trasformare questa passione in un lavoro vero e proprio. Ad oggi vivo di questo.
Parallelamente coltivavo la mia passione per la musica, in particolare per il Rap, con gli amici nella Numa crew, fondata nel 2005.
“Ad oggi vivo di questo.”
Ninjaz
Sei un’artista in continua evoluzione, il Writing ha influito sulla tua crescita caratteriale e personale? Se si, in che modo?
Penso che per un ragazzo giovane sia fondamentale impegnarsi con il cuore in qualcosa, avere delle passioni, degli stimoli positivi, una valvola di sfogo sana.
Per me questo catalizzatore di energia positiva si chiamava Hip Hop. Lo studio del Writing potrebbe sembrare fine a se stesso ma essendo una tecnica molto complessa, ti stimola ad impegnarti, ad avere mordente, a superare gli ostacoli e ad evolverti, appunto.
Questa grinta mi ha aiutato in tante occasioni e mi salva tutt’oggi quando mi applico in qualcosa di nuovo.
Oltre al Writing, sei anche un MC, due discipline della cultura Hip Hop. Se dovessi scegliere, a quale non rinunceresti mai e perchè?
Sarebbe come chiedere ad un bambino se volesse rinunciare alla madre o al padre: non potrei mai scegliere una delle due.
Ci sono e ci sono stati momenti di vita in cui sentivo il bisogno di dedicarmi più ad una che all’altra, ma mai riuscirei ad abbandonarne una.
Per quanto mi riguarda, la musica è studio e ricerca in fase di creazione, ed adrenalina e improvvisazione durante il live; al contrario, la pittura è meditazione in fase creativa e tecnica durante la realizzazione.
Oltre alle “murate” quali supporti utilizzi e quali tecniche preferisci?
Diciamo che mi piace disegnare su qualsiasi genere di supporto, oltre ai muri, per lavoro, utilizzando gli spray dipingo sulle saracinesche e sulle carrozzerie delle auto, ma adoro anche la serigrafia e la realizzazione di capi dipinti a mano.
Di recente ho iniziato a tatuare e ad incidere il legno con il pirografo, senza dimenticare la grafica digitale e la pittura su tela più tradizionale.
Tutto ciò che può essere decorato fa al caso mio.