di Warren Ellis e Adi Granov
Ho atteso un po’ di tempo prima di scrivere questa recensione quasi unicamente per il fatto che il super giocattolone cinematografico Iron Man era praticamente dappertutto: tv, giornali, internet e quant’altro.
Insomma sono contento di recensire questo bel lavoro, ora che la maggior parte delle persone hanno digerito, spero, il periodo di diffusione mediatica del film.
E dunque, come se i botteghini non l’avessero neanche intaccata, ecco a voi una di quelle cose che andrebbero lette per comprendere almeno in parte il fumetto supereroistico oggi: Iron Man – Extremis, autori Warren Ellis e Adi Granov, rispettivamente una delle più conosciute e polemiche superstar del fumetto nord-americano (Punisher, Thor, Excalibur, Stormwatch, Nextwave etc.) e un giovane e apprezzatissimo cartoonist che attraverso tecniche digitali sperimenta con uno stile pittorico e iperrealistico.
La storia ha inizio quando un gruppo di terroristi sottrae in un laboratorio di ricerca il siero extremis, una sostanza bioelettronica in grado di potenziare il corpo umano, in pratica un siero del super-soldato. Il siero viene utilizzato dagli stessi terroristi su uno di loro e il risultato è un’arma di distruzione letale.
La ricercatrice che si occupa della sua creazione, Maya Hansen, chiama in suo aiuto l’amico Anthony Stark (Iron Man) per informarlo dell’accaduto.
Quello che può sembrare un banale incipit di una qualsiasi storia di “veleni da laboratorio”, è invece un attentissimo sguardo sul nostro mondo. Tecnologie avanzate, armi di distruzione di massa, terrorismo e un’umanità che troppo spesso deve fare i conti con la macchina. Iron Man è sempre stato questo: l’uomo e la macchina, perennemente a confronto.
L’uomo Tony Stark, ricco, bello, donnaiolo, proprietario delle Stark Industries, che per finanziare Iron Man ha dovuto sporcarsi la coscienza costruendo nuovi modelli di mine antiuomo, le stesse che uccidono ogni giorno le vittime delle guerre, gli innocenti.
La macchina Iron Man, il vendicatore, il supereroe che difende e salva delle vite, una contraddizione in armatura.
Ellis scrive tutto ciò partendo da un quesito che aleggia in tutta l’opera: a cosa serve Iron Man? Stark nell’immaginario Marvel si è sempre occupato di migliorare l’armatura, di stare al passo con i tempi, con le nuove tecnologie, che dopo meno di un anno nuove non lo erano più, ma Iron Man a che cosa è servito? A che cosa serve ora?
Qual’è il contributo che può dare una macchina da guerra in un mondo devastato dalle guerre?