È finita come tutti i pronostici prevedevano: i Los Angeles Lakers hanno vinto l’anello NBA 2020, battendo in gara 6 i Miami Heat per 106 – 93 chiudendo la serie sul 4-2.
Gli Heat avevano annullato il primo match point, nella notte tra venerdì e sabato in gara 5, portando il risultato sul 3-2 con una formidabile prestazione di Jimmy Butler.
Il premio di MVP delle finals non poteva che andare ovviamente a LeBron James, che conquista così per la quarta volta il titolo; raggiungendo Magic Johnson, Tim Duncan e Shaquille O’Neal, dietro solo a sua maestà Michael Jordan che è a quota sei. LeBron è pero’ l’unico, nella storia dell’NBA, a riuscire a vincere il titolo con ben tre franchigie differenti; e ad ottenere il quarto anello in carriera, sempre con franchigie diverse. (2012 – 2013 Miami Heat, 2016 Cleveland Cavaliers, 2020 Los Angeles Lakers).
Il ragazzo di Akron ha così finalmente centrato il suo obbiettivo, riportando il titolo in quella Los Angeles orfana del suo simbolo Kobe Bryant; a dieci anni esatti da quell’ultimo titolo proprio vinto dal Mamba. Lo avevano chiesto a gran voce anche i tifosi stessi, che si erano radunati in quei tristi giorni di Gennaio, di provare a vincere questo titolo anche per lui. LeBron e compagni non potevano di certo deluderli ed hanno sempre dato il massimo in questa stagione anomala. A fine partita infatti James ha dedicato la vittoria proprio a Kobe, dichiarando “So che ci guarda dall’alto ed è orgoglioso”.
Al termine della gara, LeBron si è sdraiato sul pavimento fuori dallo spogliatoio. Con un sigaro in bocca ha videochiamato la madre Gloria, ringraziandola per tutto quello che ha fatto per lui; sin dal giorno in cui lo ha partorito a soli 16 anni.
“Quello che ho fatto io è niente rispetto a quello che hai dovuto fare tu, spero soltanto di continuare a renderti orgogliosa di me”.
LeBron James
I Lakers, con questa vittoria, raggiungono inoltre i rivali storici Boston Celtics a quota 17 titoli. Questa vittoria è stata possibile anche grazie al supporto di altre colonne portanti della squadra, come Anthony Davis. Autore di una stagione fantastica e con un’ottima prestazione anche in 6, scelto proprio per provare a vincere l’anello tanto atteso. Questo è il suo primo titolo in NBA.
Poi Rajon Rondo, che quelle finals del 2010 le perse con la maglia di Boston. Danny Green, che vince così il suo terzo titolo con 3 squadre diverse (2014 San Antonio Spurs, 2019 Toronto Raptors, 2020 Los Angels Lakers). Ed infine Dwight Howard con un titolo che sà di rivincita per il centro di Atlanta; che in maglia Lakers aveva già giocato nella stagione poco fortunata 2012/13. Quella dell’infortunio al tallone per Kobe, chiusasi poi con un settimo posto finale dei Lakers; e con il titolo di miglior rimbalzista della stagione per Howard, con 12,4 rimbalzi di media.
Ma di questa squadra vincente fa anche parte Alex Caruso classe ’94 partito dalla G League, la lega di sviluppo della NBA, ed arrivato Lakers nel 2017; il quale dopo le prime due stagioni non felici con la squadra, riesce a vincere finalmente quel titolo tanto sognato, partendo titolare nella partita più importante per la squadra dal 2010.
Onore comunque ai Miami Heat che hanno combattuto fino alla fine. Complici anche gli infortuni di Dragić e Adebayo che hanno un po’ rovinato quelle che erano state le prestazioni della squadra fino a quel momento. E con Jimmy Butler che ha dimostrato di essere il vero leader della franchigia, promettendo ai tifosi, al termine di gara 6, che l’anno prossimo faranno di tutto per cercare di vincere il titolo.
Articolo a cura di Marco Degaz