Ciao Gionata, mi presento brevemente per introdurti nel mood di questa lettera un po’ fuori dall’ordinario.
Ho iniziato circa due anni fa a scrivere recensioni che analizzano il percorso spirituale degli artisti dello scenario Rap e Hip Hop italiano. Per poter riportare in scrittura un argomento così delicato, oltre ad una ricerca personale molto intensa, legata ai temi dell’anima, ho un dono speciale, una capacità di leggere i simboli velati oltre le apparenze.
Quando osservo una persona e soprattutto quando ascolto la sua vibrazione vocale guidata dalla musica riesco a percepire una voce sottile che mi comunica dal centro profondo del sè. Con molta umiltà e soprattutto con estremo rispetto per tutto ciò che hai portato fuori da te e inscenato in questi anni, vorrei proporti una riflessione. Sperando ti possa fornire validi spunti per proseguire il tuo viaggio.
Partiamo dal fatto che circa tre anni fa ho iniziato a conoscere ed entrare nelle viscere del Rap Underground grazie ad un aneddoto che ti riguarda. Era il boom di “Dexter” e mio figlio di 9 anni non faceva che cantare questo pezzo. Sinceramente ho pensato che potesse esserci qualcosa di un pò più valido dal punto di vista dei contenuti, per un’età delicata e fresca come la sua. Da lì mi si è aperto un mondo, di voci e realtà intime, che mi ha arricchita profondamente.
Ho scelto e mi sono sintonizzata su voci piene di anima, per via di una necessità molto personale. Ma nel tempo ho comunque seguito il tuo viaggio incuriosita dal fatto che la tua voce mi comunicasse una sensibilità molto particolare. Una sorta di dolcezza delicata e trattenuta, che contraddistingue il tuo timbro vocale; alternata però da un basso che ha un potenziale speciale e che nasce nei sotterranei.
Partiamo da qui, dai due estremi che vengono fuori immediati attraverso la tua vibrazione. Entrambi gli estremi per ora sono utilizzati e svelati solo in parte, a mio parere. Nel senso che le due polarità potrebbero spingersi oltre e creare un’identità artistica ancora più incisiva. Per poterlo fare però penso ci sia bisogno di un passaggio fondamentale. Una sorta di apertura di una porta interna, tipo la porta del cuore, o meglio della Verità spirituale che si incarna nel proprio viaggio.
Nell’album “Sfera Ebbasta” questa porta si stava per aprire, e anche in quest’ultimo album; sia in “Bottiglie Privè” che in “$€ Freestyle” c’è un’emotività viva che penetra e fa vibrare profondamente chi ascolta. Analizzando, ripeto, con gli occhi dell’anima e non della mera critica il tuo viaggio, penso che tu ora abbia tutto il diritto ed insieme il dovere di esprimere qualcosa di più. Per arrivare dove sei arrivato, restando per altro in piedi nonostante tutto ciò che si è innescato intorno al fenomeno Sfera Ebbasta, sono convinta che ci siano risorse interiori degne di nota.
Un altro, al tuo posto, potrebbe essere pieno di psicofarmaci a quest’ora, nel migliore dei casi. È indubbio che il fenomeno Sfera Ebbasta sia stato strumentalizzato, e per certi versi abusato; rientrando in un perfetto marchingegno pro-cash, ma io personalmente non mi soffermo a questo. Penso che, partendo da un’infanzia che ti ha privato dell’abbondanza, tu ti sia ripreso con gli interessi ciò che è mancato.
Chi non l’avrebbe fatto? Ora però, che la pancia è piena, io sento che il pubblico ha assolutamente bisogno di qualcosa in più. Quindi questa lettera nasce dall’esigenza di esprimerti sotto forma di preghiera un sentire profondo. Io penso che i giovani ed il pubblico in questo momento storico non possano più accontentarsi di musica che resti in superficie e di contenuti che forniscano in versioni diverse lo stesso impasto.
Abbiamo a disposizione un vocabolario di parole italiane in grado di descrivere le più svariate sfumature dell’animo umano. Parole che fin dall’antichità sono state utilizzate per creare magia benefica o artificio.
Ecco perchè io credo sia arrivato il momento che, chi ha così tanta visibilità, diventi portavoce di un sentire intimo e collettivo che vada oltre il lato materiale della vita e oltre al velo che ricopre la superficie. Soprattutto perché è ciò che sta letteralmente distruggendo la sacralità dell’essere umano e del pianeta.
In quest’ultimo progetto realizzato, tu stesso esprimi il lato ombra del successo; ed il fatto che non ti sia, ad oggi, riconosciuto un valore effettivo ed intimo a livello artistico. La tua determinazione, nell’inseguire un sogno così grande da sembrare impossibile a tutti, ha dato ampia prova che tu abbia un intuito e una determinazione eccellente.
Risorse in grado di permetterti oggi di prenderti uno spazio sacro da poter realmente riempire di sostanza. Quindi concludo questa lettera inconsueta, con l’invito a far uscire il vero Gionata Boschetti.
Colui che ha dato vita ad un personaggio eccentrico ed estremamente fuori dagli schemi come Sfera Ebbasta. C’è un anima zinghera e da giullare che ti accompagna da sempre, un Sé che ha fatto della caricatura di sé stesso la più grande risorsa per arrivare ovunque; ma soprattutto la più audace strategia di marketing della storia italiana.
Niente da dire sulla tua capacità di sfruttare l’onda e padroneggiare gli eventi. Mi auguro che il personaggio non arrivi mai a silenziare l’essere che gli dà vita. L’incertezza di esporre il sentire profondo si può sicuramete superare nel momento in cui supererai la paura, assolutamente naturale, di aprirti completamente. Comprendo che questa paura potrebbe nascere dal fatto che è meglio essere criticati per il contenitore che per il contenuto. Ma penso anche che, chi muove le critiche più spesse, è chi vuole il vero e non la finzione o la sceneggiata.
Sei uno showman nato, senza ombra di dubbio. Si tratta di trovare un sano equilibrio tra il dentro e il fuori e io penso che tu abbia veramente tutte le carte in regola per arrivare ad una qualità artistica davvero potente. Prenditi la libertà di inscenare lo spessore che ti ha costruito.
Non diventerai mai uno Sfera imparanoiato e pesante, non è probabilmente nel tuo essere.
Ma mi auguro diventerai un artista che ci restituisce, in una sorta di tragicomica pantomima, la visione di un reale di spessore, come quello che stiamo vivendo. Ti auguro il meglio e spero che queste parole siano arrivate in profondità.
Grazie per l’attenzione a te e chiunque abbia letto.