“Black Pepper” è il nome dell’ultimo disco strumentale di Fidel Kato, il producer romano ha pubblicato il progetto in forma digitale lo scorso 26 Ottobre (Link Spotify); ed in formato vinile, il 23 Novembre, per Tuff Kong Records. (Link Acquisto)
L’album era stato anticipato dalla pubblicazione dell’omonimo singolo “Black Pepper” e dal relativo videoclip. Il disco, composto da dieci tracce, è stato completamente ideato e prodotto da Fidel Kato, il mix ed il master, invece, sono stati curati da Inzu.
“Black Pepper” – Fidel Kato
Tracklist
- “Black Pepper”
- “Music (Tribute to Chico Buarque)”
- “Shut Up and Relax”
- “The Last Night”
- “Chico Jazz”
- “Midnight in Caracas”
- “Sheperd Bush”
- “Your Bagel”
- “Memories”
- “Final Fight“
“Black Pepper” è un disco dal suono retrò, se lo si può definire così; ci offre un sottofondo sonoro Jazz/Lo Fi, con una palpabile influenza da Classic Boom Bap e non solo.
Mentre ascoltavo il disco per la prima volta, mi sono annotato esattamente queste frase: “Sound Soft-Jazzeggiante, quasi riflessivo”.
Le dieci tracce che compongono il disco ci offrono un sottofondo musicale che cambia a seconda del brano, ma il tutto risulta comunque ben coordinato all’interno dell’album.
Dai suoni rilassanti e lounge di: “Black Pepper” e “Midnight in Caracas”, passando attraverso quelli più “brasiliani” ed ipnotici di “Music (Tribute to Chico Buarque)”; ed arrivando a suoni e mood più frenetici o di tensione di “The Last Night” e “Shepherd Bush”, Fidel Kato ci dà un ottimo esempio di skills e storytelling sonoro. (Si può dire?)
Le tracce che personalmente ho apprezzato di più sono: “Final Fight” e “Your Bagel”.
Abbiamo colto l’occasione per scambiare qualche parola con Fidel Kato. Check it, ma prima mettete in play “Final Fight”, ad 1 minuto e 12 circa succede una cosa bellissima.
Ciao Fidel! Ti va di raccontarci come è nato questo disco?
Quali sono stati gli stimoli e le idee che hanno dato vita a “Black Pepper”?
” Ciao! Da tanti anni faccio beat e produzioni prevalentemente in ambito Hip Hop. Negli ultimi anni ho aperto un negozio di dischi che mi ha assorbito totalmente e quindi il tempo per fare la musica è diventato poco. Però avevo chiaro il modo in cui volevo fare le cose quando avrei avuto il tempo e la possibilità.
Volevo lavorare insieme a dei musicisti, dirigendoli lungo il mio viaggio e le mie idee. Ascolto tantissimo jazz, quindi mi è venuto naturale dare questo taglio all’album. “
Nel pratico invece come è stato realizzarlo?
Quali sono stati i mezzi utilizzati durante il processo creativo e come ti approcci al lavoro?
Ci sono moltissime bassline, suoni, sample e batterie interessanti! Oltre a te hanno partecipato altre persone al progetto?
” Ti ringrazio innanzitutto per aver trovato interessanti i suoni che uso. Io in genere parto sempre da un vinile perché lì è dove il cuore mi porta.
Uso l’Akai MPC 2000 Classic per processare le batterie, e a volte anche i samples. Spesso anche l’sp 404 che è un must have in ambito lo-fi Hip Hop, perché ha un effettistica difficilmente imitabile.
Poi mi trovo molto bene col workflow della Maschine di Native Instruments.
Tante delle linee di basso presenti nel disco le ha suonate Inzu, che ha anche mixato il disco. È una fortuna per me collaborare con lui, perché è un grande musicista e producer, siamo molto amici, ci conosciamo alla perfezione e sa benissimo dove voglio andare a parare. “
Mi piace vedere i dischi strumentali come se fossero delle soundtrack di Film di cui ognuno può immaginarsi le scene. Faccio questo preambolo per dirti: Il violino suonato in “Midnight in Caracas”, personalmente, mi trasporta più verso Oriente, puoi raccontarci qualcosa di più della traccia?
” “Midnight in Caracas” ha una storia molto particolare. Quel sample di piano ce l’avevo pronto in un floppy da diversi anni, ma non trovavo mai il modo di metterlo giù in maniera soddisfacente. Bethania Hernandez, la violinista venezuelana che suona sul pezzo, mi ha scritto per farmi i complimenti per il mio primo disco strumentale, “The Swingmaker”, uscito nel 2015 per la Irma Records.
Abbiamo chiacchierato ed è uscito fuori che lei ama molto il Jazz e l’Hip Hop ed aveva voglia di provare a fare qualcosa in questo ambito. Così ho rispolverato il sample di piano e lei ci ha aggiunto quella magia, immaginandosi in un piccolo club della sua città. “
Grazie mille per avermi tolto il dubbio, chissà perché automaticamente collego quel violino all’oriente. Troppe soundtrack di videogiochi giapponesi probabilmente.
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