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Rap

Brianza Chronicles – L’ultimo album (forse) di Ape!



“Brianza Chronicles” è l’ultimo lavoro di Ape, un album che scorre veloce e piacevole nelle orecchie dell’ascoltatore. Produzioni curate, flow sempre all’altezza, testi ragionati e intelligenti.
Durante l’ascolto si percepisce costantemente una nota malinconica; come una vena di tristezza che resta sospesa nei ricordi della carriera di Ape, delle sue esperienze e nel sapere che ha concluso un viaggio composto da 10 album.

Abbiamo scambiato qualche parola con Ape riguardo “Brianza Chronicles”, e non solo, qui di seguito trovate l’intervista.

C’è un urlo muto che aleggia in tutto l’album.
Un paesaggio, una sorta di mancanza costante, una malinconia che segue, come un’ombra, la narrazione dei testi. Questo si nota molto in “Brianza state of mind” ad esempio, un pezzo che potremo definire il palcoscenico su cui poi hai intrecciato le narrazioni dell’album?

” Concordo pienamente, “BSOM” è il primo pezzo che ho scritto, tipo ad Aprile 2020, quando ancora non c’era l’idea di un disco nuovo. Dentro ha tutti gli elementi che hanno permesso la riuscita di “BC”. La narrazione delle cose che ti stanno intorno, l’ironia, la rassegnazione, la celebrazione delle abitudini, dei posti fissi, dell’amicizia e del tempo speso a bere birra e raccontarsi di chi si vorrebbe essere. Questo è possibile anche “da grandi”, basta volerlo, basta pensarlo, a me basta scriverlo ed ancora prima immaginarlo.

“BSOM” parla di dove sono cresciuto. Dietro tra “CL e Movimento Sociale” ci sono gli anni da bambino all’oratorio, la Chiesa che non mi è mai piaciuta; i genitori dei bambini “ricchi” che si sentivano superiori e gli stessi bambini che, diventati ragazzi, hanno continuato nello stesso solco.

E poi si arriva ad oggi. Tutto è cambiato, sono io quello che guarda dall’alto verso il basso, per scoprire che l’altezza è soltanto un punto di vista. Le cose hanno tutte la stessa dimensione, dipende da come le percepisce chi le vede. Questo pezzo è l’introduzione della sceneggiatura, la panoramica generale con qualche dettaglio che ti devi ricordare, perché dopo ritorna… “

Ape-Brianza Chronicles-goldworld

In “Dici di no” inizialmente descrivi in maniera feroce la quotidianità che incontri; incalzando con le accuse che culminano con la frase “Democrazia crea casi umani poi non li protegge”. Poi però la chiusura punta il dito su sé stessi e sembra affermare che il percorso di riscatto passi prima di tutto per la comprensione dei sogni che non ci appartengono.

” “Dici di no” descrive le fobie da distopia che il lockdown ha cominciato a fare emergere, ognuno si sente libero di dire la sua; di legiferare, di puntualizzare, di ironizzare, di raccontare la sua versione anche quando non serve.
Perché quasi sempre non serve! Non tutti sono così profondi da potersi permettere disamine, sermoni, ramanzine o lezioni di educazione civica. La maggior parte di chi si espone in questo modo è dannoso e pericoloso; perché contribuisce ad alimentare un’ignoranza seriale purtroppo molto contagiosa, che aizza le menti più deboli.

Il pezzo parla di questo e prende spunti e riferimenti dagli scenari futuristici in cui erano ambientati i cartoni animati degli anni 80 come: Ken Il Guerriero, L’imbattibile Daitarn 3 e Jeeg Robot d’Acciaio.
Sembravano cose distanti ma, al netto dei robot e dei corpi che esplodono, stiamo andando in una direzione pericolosa; dove c’è la tendenza ad omologare più che a valorizzare le differenze.
Ed essere diversi non sembra più un valore aggiunto ma una colpa. “

“Fotogrammi sparsi” è una sintesi del tuo e del nostro 2020. Il senso della quotidianità in isolamento è reso molto bene in questa canzone, anche merito di immagini come “Tutto va in pezzi tengo i cocci stretti chiusi in mano”. Questo distacco dagli altri forse ci ha costretto a fare i conti con noi stessi. Secondo te tutto questo insieme di situazioni ti ha dato il tempo di raccontarti meglio?

Mi ha dato modo di resettare alcuni aspetti caratteriali, alcuni modi di comportarmi che andavano necessariamente smussati. Mi ha dato maggiore libertà per raccontarmi e raccontare.

Il pezzo è stato scritto di getto, arrivato il beat la mattina, finito di scrivere il pomeriggio. Il provino la mattina dopo e poi la registrazione definitiva nel primo giorno utile dopo il lockdown, se non sbaglio ad inizio Maggio.
In questo pezzo c’è l’essenza della mia musica, parlare di me per rivolgermi agli altri; che alla fine diventa parlare degli altri, che spesso non hanno la forza, la voglia, il tempo o il desiderio di fermarsi per raccontarsi a loro stessi. Dovrebbero farlo tutti più spesso, non è solo terapeutico ma è un modo per allenare la propria autostima partendo dalla consapevolezza dei propri limiti. “

Fantasmi” non racconta “una” separazione, racconta “la” separazione. Se inizialmente sembra essere da una persona da te, con gli ascolti si intravede più un distacco da un periodo della vita che da una persona in particolare.

” La lettura è duplice, la prima strofa è più centrata su una persona, la seconda si apre a varie interpretazioni, una fase, un momento difficile, un traguardo fallito.

I conti con i miei fantasmi li faccio tutti i giorni, sono i dubbi, sono gli “avrei dovuto”, sono le frasi che avevi in mente di dire e non hai detto, sono le paure che pensavi di aver cancellato che ritornano. Sono i conflitti interiori a rendere veramente viva una persona, fanno la differenza tra chi vive e chi vuole essere solo di passaggio. La vera differenza la fa il modo in cui li utilizzi; puoi scegliere di farti schiacciare o puoi farli diventare delle fasi che vanno superate per passare al livello successivo. “

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Salvami sembra una richiesta di aiuto con riserva. Sembra che bisogna proporti una buona soluzione per “salvarti”, ma sei te che decidi se accettarla o meno; infatti dici: “Salvami se vuoi vieni a prendermi, mi trovi qui ma non è facile convincermi”.

” “Salvami” è uno degli ultimi pezzi che ho scritto. Nasce da un intenso periodo on the road, in cui in breve tempo ho dovuto spostarmi da nord a sud, macinando migliaia di km tra aerei, treni ed autostrade.

Le barre del pezzo sono appunti di viaggio messi insieme a blocchi e ripresi di volta in volta. La prima strofa è il giorno, l’auto, il caldo e la pioggia assieme; l’antitesi di due cose che convivono, il solito tema a me caro della doppia vita, quella reale e quella artistica.
L’autostrada a 140 km fissi con i beat in sottofondo e come punto di arrivo una città qualunque; con la sua periferia ed il suo centro storico e mille persone diverse. Uomini indaffarati al lavoro, donne che campano da sole una famiglia, altre che cercano compagnia, c’è di tutto.
Decine di piani diversi ma sempre in equilibrio tra di loro.

La seconda strofa è la notte, più cupa e con più incognite, più opportunità, ma non tutte alla mia portata. È la città di Catania, con la movida del centro storico ed io che ci arrivo alle 11 di sera, ed anche se sono in piedi dalle 5 mi ci butto dentro lo stesso. Non parlo, ascolto, osservo e vedo che le cose girano ad una velocità diversa dalla mia. “Nuova energia che percepisco ma non mi appartiene” il senso è quello.
Ma alla fine non è un finale tragico, non è nemmeno un finale, è solo un’altra fase. Quindi, se vuoi, puoi salvarmi, ma è difficile convincermi ad uscire da questa dimensione; che capisco essere sempre meno mia, ma sto cercando di trasformare a modo mio, perché “Più vado avanti più improvviso stritolo certezze”. “

Cinque delle dodici tracce sono prodotte da Ill Papi, una collaborazione che prosegue da qualche anno. Delle tante canzoni fatte assieme vorrei sapere qual è la tua preferita.

” La mia preferita di questo disco, e probabilmente in generale, è “Idea 2020”. La produzione è perfetta, le strofe, che hanno il flow moderno che mi piace usare adesso, raccontano di me e del mio rapporto con la musica; ed in più c’è Narbe che ha dato grande profondità al pezzo, entrando subito nel viaggio ed analizzandolo dal suo punto di vista.
Non era facile ma ci siamo riusciti, non a caso è uno dei migliori pezzi dell’album, nonché uno dei più apprezzati.

Chiudiamo con questa domanda: Sei arrivato a 10 album, quali sono i tuoi 3 preferiti?

” “Generazione”, “Alba” ed infine “Brianza Chronicles” “

Ringrazio Matteo per la sua disponibilità, la sua musica ed i suoi 10 album che hanno arricchito il panorama rap italiano.
Una ringraziamento speciale anche a Michele Bortolotto, che ha collaborato nella scrittura di questo articolo.


La traccia “Salvami” è presente in Keep Playin’, la Rap Radio Playlist di Goldworld.