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TECH

Gymnasio | Rivoluzione del fitness



Chi sono le figure dietro il percorso che parte da un’idea semplice e conclude con il prodotto finito, in un ambiente in evoluzione frenetica come quello tecnologico?
L’articolo che seguirà è frutto della mia chiacchierata con Lapo Peruzzi, designer industriale fiorentino, classe 1996, co-fondatore di Gymnasio; una start up che si propone di rivoluzionare l’attività di home-training.

Le applicazioni di fitness sono usualmente programmate dall’utente, il quale deve inserirvi i dati delle sue performance; basandosi sulla sua percezione di esse e non su una realtà di allenamento studiata.
I macchinari “smart” sanno interfacciarsi con la presenza fisica dell’utente, fornendogli un’interazione più diretta; al prezzo di costi ed ingombri sensibilmente più elevati.

I progettisti fondatori di Gymnasio, nata ufficialmente a Marzo 2021 ma già al lavoro dal Febbraio 2020, aspirano a fornirci una soluzione; la giusta via di mezzo tra l’esperienza completa che può fornire un macchinario, con l’immediatezza e la flessibilità di un’applicazione, rimanendo su costi accessibili a tutti.
Lo vogliono fare attraverso la produzione del primo personal-trainer virtuale, dotato di algoritmo tarato per iniziare su esercizi a corpo libero. Il momento potrebbe essere appropriato, ora che le palestre sono chiuse e la maggior parte delle persone è costretta ad allenarsi da sola a casa.

Ho realizzato questa intervista in video-chiamata e mi sono fatto raccontare la loro esperienza, per conoscere meglio il “dietro le quinte” che anima l’esperienza di un gruppo alle prese con un progetto complesso come questo.

Mi auguro che possa lasciare qualcosa!

Gymnasio-Logo-goldworld
Gymnasio – Logo

Ciao Lapo, benvenuto su Goldworld. Qual è la situazione del mondo delle start-up in Italia? Dove comincia il vostro percorso all’interno di questo mondo?

<<Un saluto a tutti! Il mondo dell’imprenditoria digitale che comincia da zero, dove si parte con pochi membri che guidano un’impresa commerciale che punta a crescere partendo da una idea semplice; come un portale o un’applicazione, secondo me, sta progredendo. Lentamente, ma stiamo migliorando. C’è sempre più gente che entra in questo mondo ed alla lunga farà la differenza.

In tutto questo, stanno aumentando di numero anche quegli agenti che si offrono di fare formazione su come si faccia impresa. Tenere i conti, impostare un piano di business, cercare investitori potenzialmente interessati alla tua idea. Questi gruppi hanno lo scopo di facilitare la creazione di una impresa autonoma incubando ed accelerando il processo per formare le sue basi.
Io sono venuto a contatto con questa realtà durante l’università, aderendo ad un programma di doppia laurea parallelo alla magistrale che frequentavo al PoliMi, cioè la magistrale di Progetto e Ingegnerizzazione del Prodotto Industriale.

Questo programma, di nome Alta Scuola Politecnica, è rivolto agli studenti di merito del Politecnico di Milano e quelli del Politecnico di Torino e si propone di aggiungere un percorso di formazione orizzontale in ambiti multidisciplinari; in aggiunta al classico percorso magistrale che ognuno di noi stava frequentando parallelamente.
Per un periodo mi sono diviso tra Milano e Torino, dove ho frequentato altri corsi in cui la parola d’ordine era “multidisciplinarità”; insieme ad architetti, ingegneri e designer dell’ateneo torinese.
Avevano quei nomi come Dynamics of Innovation, Design Methods and Processes, e durante questi erano proposte intensive lezioni frontali insieme a varie sfide che dovevamo risolvere con il lavoro di gruppo.
Uno di questi era la costruzione di un sistema di pagamento biometrico, per dire.

Ora, questo percorso prevedeva l’elaborazione di un progetto più grande, sempre in gruppo, da elaborare nel tempo di un anno, ed era obbligatorio. Opzionale, per chi voleva, c’era la possibilità di farlo all’interno della SEI, School of Enterpreneurship & Innovation.
Ho fatto richiesta e sono stato assegnato al gruppo con tema Intelligenza Artificiale. Ci hanno fornito il robot umanoide Pepper che fu realizzato nel 2014, disegnato per essere molto empatico, in modo da non mettere in soggezione le persone che ci interagivano. È un robot carino, dalle linee morbide, piccolo, e con un sistema operativo aperto che consentiva di programmarlo per le azioni più disparate.
C’è chi lo programma per fare il cameriere, oppure per fornire indicazioni negli aeroporti.

Pepper

Ora risulta datato, è basato su un tablet Android di allora. È però un androide dal prezzo accessibile se paragonato a tutti gli altri: “solo” 15/20.000 euro. La sfida dell’Alta Scuola Politecnica era quella di trovare un ambito di applicazione dell’IA che avesse un valore di business; alla fine, abbiamo deciso di rendere Pepper un robot personal-trainer. Perché ci sembrava un ambito che potesse dare un senso alla sua possibilità di interazione empatica con le persone.

In palestra il numero di istruttori è sempre molto inferiore rispetto al numero di persone che la frequenta, e può capitare che tu non venga seguito in maniera soddisfacente. Abbiamo modificato Pepper mettendogli una camera in più, così da fargli vedere il mondo in 3D, ed una unità computazionale sulle spalle.
Il robot può girarti intorno mentre fai gli esercizi, capire che esercizio stai facendo e darti schede-esercizio personalizzate. Alla fine, il risultato era molto limitato, però siamo rimasti soddisfatti.
Erano terminati gli impegni con entrambe le scuole, l’ASP e la SEI, e potevamo rimanere all’interno della SEI con un progetto nostro, sempre del genere deep tech, dato il nostro background.>>

Chi è all’interno del progetto Gymnasio, e con quale competenza?

<<Siamo rimasti in cinque una volta finito il compito annuale con l’ASP all’interno della SEI. Io, designer del prodotto industriale, Daniele Gusmini, ingegnere dell’automazione, Andrea Rotella, ingegnere bio-medico; Giuseppe Pastore ingegnere informatico ed Andrea Megaro che ha fatto matematica pura e successivamente ingegneria matematica con indirizzo statistico.>>

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Il team di Gymnasio, da sinistra a destra, Daniele Gusmini, Andrea Rotella, Andrea Megaro, Giuseppe Pastore e Lapo Peruzzi.

Come è nata l’idea di Gymnasio, ed in che modo si è sviluppata?

<<Siamo rimasti sul tema del fitness, del quale siamo tutti appassionati, proseguendo sull’onda del nostro primo progetto con il robot Pepper; anche per sfruttare il know-how sviluppato come team.
Nella teoria, quando si intraprende un percorso di start-up, si deve trovare un’esigenza da risolvere; che sia sentita da utenze disposte a pagare per soddisfarla. Una volta delineata, si ricostruisce il contesto in cui questa esigenza si origina, e si cerca una soluzione.
Il passo seguente è quello di capire se ci sia un mercato che vuole recepire questa soluzione, e riuscire ad adattarla quando non lo sia, raramente lo è alla prima. Definisci un problema con delle ipotesi e via che prosegui la costruzione della tua soluzione magari ti accorgi che le ipotesi su cui ti eri basato erano imprecise, e ti devi adattare.

Conseguentemente si deve definire il piano di business, e rispondere ad interrogativi come chi sia il tuo utente finale, quali sono i canali con cui lo raggiungerai, quali potrebbero essere i tuoi partner chiave per la produzione della soluzione; qual è il valore che comunichi, quali sono le entrate e le uscite, come vendi il prodotto, in una soluzione unica o in abbonamento e così via…
Ci hanno insegnato la metodologia LEAN, tipica delle start-up con pochissime risorse a disposizione, le quali devono essere ottimizzate al massimo.

Lo sviluppo dell’idea procede parallelamente all’analisi del mercato che la recepisce. Prima prototipare, poi testare ed infine sviluppare in seguito ai feedback ottenuti.
La cosa più importante è che la soluzione offerta non deve essere validata nel momento in cui viene immessa nel mercato; ovvero: bisogna capire se il prodotto che offri sarà comprato prima della sua realizzazione.
Tutti felici se le cose vanno bene, ma nelle produzioni in serie il rischio di fare flop è troppo grande; e lo spreco di risorse troppo importante per tentare la sorte.
Questo è valido in generale ma immagina nel nostro caso, in cui viene prodotto un dispositivo hardware, sarebbe un problema.

Nel caso di una applicazione è più semplice: i costi di sviluppo sono nettamente inferiori e la complessità non è paragonabile con quella della produzione logistica ed industriale; quindi ci si può permettere di rischiare leggermente di più.
Per capire come possa essere recepita un’applicazione, non occorre produrla tutta. Fai delle interfacce di prova, dei mock- up, senza codice; tutte schermate che possono essere delle semplici immagini statiche per far provare come sarebbe il prodotto se ci fosse davvero e chiedi un feedback. Nel caso di un dispositivo avremmo dovuto far allenare delle persone davanti a questa scatoletta; e vedere se questo allenamento, con la guida dell’algoritmo, sia apprezzato o meno.

Gymnasio – Hardware ed Applicazione

In tutto ciò, c’è stata la pandemia che ha cambiato completamente le cose.
Noi siamo cinque tecnici, con tutte le competenze necessarie per lo sviluppo del prodotto ma con poca conoscenza del marketing ed abbiamo dovuto fare le cose in maniera diversa. Nella fase iniziale, infatti, ci siamo concentrati (anche troppo ad essere sinceri) sullo sviluppo di un primo prototipo sufficientemente avanzato da poter essere considerato un minimum valuable product; così da poter fare toccare con mano la nostra visione ai nostri interlocutori, che siano investitori o futuri utenti.

Durante questa prima fase, come spesso accade in team composti da profili tecnici come i nostri, abbiamo inizialmente lasciato indietro la componente di analisi del mercato; cosa a cui stiamo rimediando con un impegno massiccio nell’ultimo periodo. A Dicembre 2020 c’era la possibilità di aderire all’edizione Switch2product 2021 del Politecnico di Milano. Abbiamo fatto richiesta e siamo stati selezionati. È un altro programma di accelerazione per start-up; dove c’è la possibilità di aderire ad un network di persone specializzate sullo sviluppo di prodotti e servizi deep tech.
Hanno pure un ufficio brevetti, il TTO, per la salvaguardia della proprietà intellettuale dei progetti coinvolti, ci hanno aiutato molto. Nel network afferente allo Switch2product abbiamo trovato un partner che ci aiuterebbe a trovare la componentistica per assemblare il nostro hardware-allenatore.
Stiamo studiando come possa essere recepita la nostra soluzione.>>

In che modo sarà finanziato Gymnasio?

<<Il progetto deve essere finanziato da qualcuno che andrà ad anticipare i fondi per lo sviluppo, per poi rientrare dell’investimento fatto in un secondo momento. Un investitore deve avere buone ragioni per credere in un progetto. Una di queste è la “traction” del prodotto, la prova verificata che qualcuno sarebbe disposto a comprare il prodotto, se fosse sul mercato. Non è un gradimento o meno dell’oggetto in questione, la preferenza serve a modellare la soluzione.

La trazione di mercato è rappresentata da persone che hanno provato a comprarlo al prezzo a cui è stato messo. Un investitore può chiedere, per esempio, se si ha una newsletter seguita, una pagina social con una community di riferimento che segue il nostro percorso, o dei beta-tester che usino il prodotto tutti i giorni.
Oppure, molto meglio, già dei clienti: con una applicazione lo puoi già fare. E se la risposta è negativa dovete dire perché e che, comunque, ci state pensando.
Il test più utilizzato per applicazioni o per prodotti di acquisto in versione di prova è il numero di volte in cui, dopo aver visto le interfacce, è stato cliccato il pulsante di download o di acquisto.

Abbiamo recentemente costituito una s.r.l., in cinque i costi sono ancora sostenibili. Esclusi i costi dei notai e dei commercialisti si può iniziare un’impresa mettendo un capitale di partenza intorno ai 2500; che è il capitale aziendale riconosciuto.
Ci siamo divisi anche i vari ruoli aziendali, come il manager ed il responsabile marketing. Integrando le conoscenze mancanti tramite studi paralleli, e siamo tutti coinvolti nella stessa misura nel progetto. Sono cose considerate da chi mette soldi nel progetto.
Voglio dire, che impressione può fare un gruppo dove alcuni dei membri lavorano al progetto solo nel week-end, mentre altri a tempo pieno, e le quote aziendali sono comunque equamente divise? Ci deve essere in ogni start-up che voglia evolversi ad azienda, almeno a livello embrionale, una divisione dei ruoli del comitato direttivo di un’azienda.>>

Quale è il contesto in cui si origina l’esigenza che andate a risolvere? Come funziona il dispositivo software che costruirete?

<<Prima che il contagio dilagasse, siamo andati dall’uscita delle palestre ed abbiamo intervistato le persone che le frequentano. L’insieme dei problemi riscontrati nelle persone che volevano tenersi in forma era di tipo economico e organizzativo.
Il più delle persone non ha la disponibilità economica per disporre di un personal-trainer, ed è ancora più vero che non ha il tempo per andare in palestra con una routine continuativa. Ci sono corsi fissi ai quali non riescono a partecipare sempre ,o non hanno voglia o le conoscenze per costruire una scheda di esercizi da seguire.

La soluzione a cui siamo approdati era di fornire un allenatore, in modo che tutti avessero un percorso guidato nel loro allenamento in cui si correggono gli errori fatti durante l’esecuzione. Non poteva essere l’androide Pepper, i problemi di un Pepper personal-trainer erano il fatto che: costava troppo, era ingombrante e non aveva senso tenerlo in casa. Inoltre nelle palestre, luoghi affollati e con molto movimento, sarebbe potuto essere facilmente urtato e danneggiato; ed abbiamo così deciso di sviluppare una soluzione senza Pepper.

Come si utilizza Gymnasio

Un dispositivo di dimensioni contenute, quasi un oggetto di arredamento, che ti monitora quando fai attività fisica dandoti indicazioni di postura ed una serie di esercizi personalizzati sarebbe servito meglio allo scopo.
Non esistono due corpi umani uguali tra loro, ma esiste un solo modo di eseguire correttamente gli esercizi; come piegare le ginocchia fino ad una certa angolatura o il non sollevare i talloni.
Il dispositivo ti vede grazie a delle telecamere e ricostruisce la segmentazione del tuo corpo mentre esegui l’esercizio; e se questa non corrisponde alle misure pre-impostate nell’algoritmo, ti corregge.>>

State facendo imprenditoria, ciò fa di voi degli imprenditori. A che punto siete?

<<Essere imprenditori dici… *ci pensa su* diciamo che se normalmente vale il fatto che le cose, se non te le fai tu, non te le fa nessuno, ancora di più vale quando vuoi tirare su qualcosa dal nulla.
Alcuni del gruppo hanno appena concluso il percorso di studi universitari, io mi sto per laureare. Abbiamo deciso di rimanere su un progetto in proprio, su cui riversare il 100% dell’impegno per un periodo di tempo.
Oh se poi non decolliamo, amen, vorrà dire che cercherò un lavoro da dipendente oppure lavorerò a qualche nuovo progetto. *ride*

Proprio in questo periodo stiamo iniziando concretamente a cercare finanziamenti. Abbiamo quasi tutte le carte in regola per chiederli a condizioni sensate. Quando si chiedono finanziamenti, l’investitore valuta la tua impresa. Ipotizziamo che venga valutata un milione, con 250.000€ l’investitore sta acquistando il 25% dell’azienda.
Se invece fai valutare la tua azienda, senza aver bene in mente una pianificazione dettagliata, magari l’investitore ti accorda comunque dei finanziamenti, perché il team è valido; ma valuta meno l’azienda, perché deve assumersi più rischi. Ergo, la solita azienda può venire valutata meno, 500.000€, e se il finanziatore versa 250.000, ne acquista questa volta il 50% del totale.

Abbiamo solidificato tutti gli aspetti per essere percepiti come un gruppo più che affidabile. È impossibile, però, sapere tutti i passi del processo produttivo che seguirà. Abbiamo studiato un po’ tutti gli scenari possibili, ma procederemo un passo alla volta, riteniamo di avere buone possibilità.
Un saluto a tutti i lettori di Goldworld!>>


Articolo ed Intervista a cura di Alessandro Lucherini.

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