La vetrina era maledettamente piena di ragni, specie disparate di unica derivazione. Ce n’erano rossi, neri, verdi e qualche pessimo risultato di ambigue sperimentazioni cromatiche. I gusti son gusti e in fondo è giusto che anche loro, i fallimenti estetici, trovino la soddisfazione d’essere adottati. Il venditore era incravattato in modo certamente non volontario, accostamento di tessuti e fantasia che richiamava brevemente le brutture di una scuola modaiola fortunatamente sparita. “Made in Italy” gli avevano certamente garantito e la sua fiducia nel prossimo lo aveva spinto per l’ennesima volta a far carte false per indossare un cinesissimo abito dalle fantasie incoerenti. Eccolo lì, fiero della sua mediocrità, con in mano un blocco notes e con quel sorriso finto incluso gratuitamente nello stipendio.
– Salve signore, posso aiutarla?
– Può?
– Sì signore, posso decisamente esserle d’aiuto, volevate adottare una bambina?
– Sì a dire il vero.
– Non è di molte parole signore è una buona cosa, sa?
– Lo stesso non si può dire di lei. Ho molta fretta.
Carlo aveva avuto in dote, oltre al più banale tra i nomi propri, anche una disumana attitudine alla vendita, che, col suo aspetto goffo e paziente, lo avevano reso il migliore della corporazione. All’inizio vendeva utilitarie usate, ma presto s’era fatto valere ed era arrivato alla vetta. Aveva agguantato il proprio sogno: vendere spider d’epoca.
– Bene, finalmente un uomo deciso. Cosa cercavate?
– Un auto veloce e appariscente. Possibilmente rossa.
– Qua sono tutte veloci e tutte appariscenti. Sul rosso invece ci dovremo lavorare.
– Quella là, è possibile averla rossa?
– No signore, quella è stata prodotta in 500.000 esemplari, tutte grigie. Avete gusto.
– Quanto costa?
– Beh, ci vorranno sui 55.000.
– Ok la prendo.
…
…
…
– Qualche problema?
No no signore, nessun problema. Mi segua che compiliamo un po’ di fogli. È la parte che preferisco.
[continua…]