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Il governo di Mr. B implode: Italia sull’orlo del crack



La notizia è rimbalzata all’istante ovunque in rete. Oggi pomeriggio la Camera ha votato il cosidetto rendiconto, ovvero quel pacchetto di misure urgenti, richieste dall’Europa, per tentare di salvare l’Italia dal pericolo di essere risucchiata nel gorgo della sfiducia finanziaria che porta dritti dritti alla bancarotta di stato. E il risultato – 308 voti a favore, 321 astensioni, quando la maggioranza assoluta richiedeva 316 voti – ha certificato l’implosione della maggioranza di governo.

Quindi, anche se da un punto di vista meramente tecnico il rendiconto è stato approvato (proprio perchè le opposizioni, per non giocare al massacro, hanno scelto di astenersi invece di votare contro) il messaggio non potrebbe essere più chiaro. Proprio nel momento in cui l’Italia rischia di fare la fine della Grecia, ovvero di non riuscire più a pagare i suoi debiti colossali, il paese si ritrova senza un governo in grado di governare, senza una leadership in grado di guidarlo oltre l’emergenza, senza una classe politica in grado di pensare al futuro, invece che a salvaguardare solo le sue poltrone.

Tutto questo, purtroppo, non promette assolutamente nulla di buono. Come una nostra collaboratrice ci ha spiegato in modo molto eloquente poche settimane fa’ (Euro e Piigs, deficit e default: Verso la bancarotta di stato?), il vortice della sfiducia finanziaria è una sorta di buco nero, da cui è difficilissimo uscire dopo esserci cascati dentro, perchè quando i risparmatori cominciano ad aver paura che uno stato non sarà in grado di onorare i suoi debiti pretendono interessi sempre più alti per continuare a prestargli soldi (ammesso che glieli prestino proprio), alimentando una spirale perversa che rende sempre più oneroso, e alla fine insostenibile, quel debito stesso.

Ora, a moltissimi italiani, e probabilmente anche a molti lettori del nostro sito, l’idea che il nostro stato possa letteralmente “fallire” suonerà assurda. Ci siamo abituati da lungo tempo a tirare a campare in un regime di stagnazione economica, di teatrini politici insulsi, di scandali sempre piu’ surreali. La nausea verso un sistema incapace di cambiare, verso una gerontocrazia assolutamente inossidabile, ci ha desensibilizzato, ci ha reso cinici, ci ha spinto a costruirci vite parallele.


Illustrazione di Joachim Berg

Nelle prossime ore, nei prossimi giorni, ci saranno sicuramente servite abbondanti porzioni della stessa minestra riscaldata. Nei palazzi del potere già si ipotizzano rimpasti, inciuci, giri di poltrone fra i soliti sospetti (Alfano o Letta al posto di Berlusconi, un governo tecnico guidato da Monti, nuove elezioni a gennaio…). Ma intanto in Borsa gli interessi sui Btp decennali sono schizzati al 6,8 per cento, a un passo da quel 7 per cento che secondo gli esperti di finanza internazionale è la soglia del non ritorno verso il crack finanziario.

Politici, economisti e mass media d’ogni colore ci propineranno insomma tanti begli eufemismi, cercando di convincerci che la situazione è sì grave ma non veramente drammatica, che sarà necessaria qualche riforma e qualche sacrificio ma non veramente nulla di troppo radicale. Goldworld intende raccontarti invece come stanno veramente le cose. Perchè qui c’è in gioco il nostro avvenire. Che gli zombie oggi al potere hanno già ipotecato per decenni e decenni a venire.