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Hip Hopera Foundation



Da quando gravito intorno a questa cosa universalmente conosciuta come Hip Hop, quindi da circa trent’anni; mi hanno sempre incuriosito le diverse associazioni che hanno contribuito allo sviluppo della cultura ed alla sua diffusione. Universal Zulu Nation, Temple of Hip Hop ed altre realtà mi hanno sempre affascinato per la loro capacità di catalizzare l’energia del singolo a favore della collettività, portando beneficio non all’individuo ma alla società intera. Ognuna con le sue regole, ognuna con le proprie dinamiche, ma accomunate dall’energia della doppia H. Nonostante questa mia curiosità, non ho mai approfondito la conoscenza delle singole realtà se non a livello teorico, senza mai immergermi realmente al loro interno.

La storia ci racconta di tentativi per portare anche in Italia la Zulu Nation, ad opera del compianto Phase2 (r.i.p.); o di timidi approcci agli ideali del Temple, ma ad oggi penso di poter affermare che una delle poche realtà associative credibili e degne di nota sia Hip Hopera Foundation.

Di cosa stiamo parlando? Ce lo spiega Skid, l’attuale presidente in carica.

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I soci fondatori

Siamo in contatto sui social da quando ti intervistai per l’uscita dell’album dei Nonverserrorist; mi capita spesso quindi di leggere tuoi post relativi ad Hip Hopera Foundation. Raccontaci, di cosa si tratta?

Hip Hopera Foundation è un’Associazione di Promozione Sociale, nata ufficialmente a Dicembre 2018, con la finalità di creare una rete fra persone che riconoscono nella Cultura Hip Hop, e nei suoi linguaggi, uno strumento fondamentale di crescita collettiva; che dialoga con le Istituzioni pubbliche di ogni ordine e grado e con gli enti privati nella realizzazione di eventi e contenuti artistici e formativi a disposizione di tutte le comunità.

Abbiamo sempre puntato sulla forza comunicativa e sui valori positivi che l’Hip Hop porta in sé, cercando di legittimarne anche la funzione educativa nei confronti delle generazioni più giovani. Operiamo su tutto il territorio nazionale e siamo particolarmente attivi nel Regno Unito, grazie allo straordinario lavoro quotidiano che svolgono i nostri soci. 

A chi è venuta l’idea dell’associazione? Cosa ha acceso la necessità di crearla?

L’idea originaria nasce dalla visione di Denny Ritrovato, Jahnni Mambakhan Tricarico e Vincenzo Cypha Killa Capobianco di creare aggregazione costruttiva attraverso le arti ed i valori dell’Hip Hop; offrendo spazi ed occasioni di confronto in contesti artistici ai ragazzi pugliesi. Le loro connessioni sul territorio hanno permesso l’interazione con realtà di altre regioni che operavano con la stessa finalità; riuscendo a mettere in piedi un gruppo di lavoro eterogeneo e fertile, dal quale sono partite tutte le idee iniziali.
Fin da subito abbiamo deciso di costituirci in un soggetto giuridico che offrisse maggiori possibilità di crescita proprio nell’ottica di collaborare con gli Enti; e ci siamo ritrovati tutti nella stesura dello statuto ufficiale che regolamenta i rapporti interni e le relazioni esterne dell’associazione.

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Presentazione del libro “Stand 4 What”, con la presenza di Giuseppe Pipitone.

Storicamente l’Hip Hop ha dato vita ad associazioni che ne hanno influenzato lo sviluppo, dalla più famosa Universal Zulu Nation alla Temple of Hip Hop. Cosa accomuna HHF a questi esempi illustri e, al contrario, in cosa si differenzia?

Ciò che ci accomuna a queste realtà fondamentali e ci ispira è l’idea che cooperando si possa innescare un circolo virtuoso fatto di arte, cultura e sostegno morale e materiale; volto a risollevare le sorti delle nostre comunità vessate da problematiche economiche e sociali.
Investire tempo e risorse nella realizzazione di progetti dedicati ai ragazzi più giovani ma anche agli adulti, che possano essere da supporto attraverso la propria esperienza di vita e le proprie competenze. Siamo convinti che l’impegno diretto, partendo dalla conoscenza del territorio nel quale viviamo, possa davvero fare la differenza; offrendo opportunità che diversamente non sarebbero neppure immaginabili.

La differenza probabilmente risiede nella nostra volontà esplicita di non avere leader carismatici o endorser capaci di catalizzare l’attenzione su di sé; ma di responsabilizzarci a vicenda, riconoscendo le capacità ed i limiti di ognuno di noi. I contesti nei quali lavoriamo non sono sempre strettamente legati a quelli dell’ambito artistico, spesso fortemente limitante; ma ci impegniamo proprio nel portare l’Hip Hop dove solitamente viene percepito con superficialità, se non addirittura diffidenza, legandolo a stereotipi e preconcetti denigranti. 

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Brindisi, conferenza con ospite Bassi Maestro, organizzata in collaborazione con il centro di aggregazione giovanile.

Chi sono, ad oggi, i membri attivi di Hip Hopera Foundation?

HHF è retta dall’impegno di giovani e adulti provenienti da contesti differenti.
Non siamo solo “teste Hip Hop”, come si dice, ma siamo soprattutto persone libere, figli, genitori, operai, artisti, disoccupati; medici, informatici, vigili del fuoco, studenti, infermieri, fonici e tanto altro ancora. Tutto ciò che siamo confluisce nella visione del futuro che cerchiamo di costruire, all’insegna del rispetto reciproco e della collaborazione.

L’Hip Hop è un contenitore di strumenti potentissimi, derivanti dalle esperienze vissute in contesti di “periferia” fisica e mentale, dalla quale proveniamo tutti e per la quale nutriamo la consapevolezza di poter fare tanto.

Quali attività ed eventi vengono promossi?

Le attività principali derivano dalle discipline artistiche, le quali forniscono l’occasione ideale di conoscenza e confronto. Concerti, rassegne musicali, di danza, cinematografiche, letterarie. Cerchiamo di offrire quanto più spazio possibile alle realtà locali del territorio nel quale organizziamo l’evento.

Quello a cui teniamo maggiormente sono le occasioni formative, che ci vedono impegnati in progetti scolastici o universitari, fondamentali sia per la realizzazione della nostra idea originaria, che per il percorso formativo di ognuno di noi. Confrontarci e mettere costantemente insieme le attitudini delle singole persone, ci permette di imparare tanto e di offrire una qualità di eventi sempre migliore.
Abbiamo avuto la capacità di interagire con soggetti e realtà provenienti da tantissimi Paesi del mondo e questo ci ha permesso di mettere in discussione le nostre competenze pregresse, puntando sulla conoscenza diretta e sull’esperienza empirica.

Un altro strumento fondamentale sono le Jam e le feste di quartiere, nelle quali risiede lo spirito originario dell’Hip Hop, nonostante tutto, e grazie alle quali abbiamo l’occasione di trasferire ai nostri figli l’importanza del valore della condivisione.

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Festival delle Periferie a Palo del Colle (Bari)

Come si entra in Hip Hopera Foundation? Che mentalità deve avere un associato?

Per entrare a far parte di HHF è necessario prendere visione dello statuto ufficiale, contattandoci attraverso il nostro sito Istituzionale (Link), oppure i profili e le pagine social.
Dopodiché, durante il periodo di apertura della campagna di tesseramento, è possibile scegliere la formula associativa che si ritiene; tra le tre proposte dal regolamento interno, in linea con la normativa nazionale vigente.

Riteniamo fondamentale la presa di coscienza del fatto che siamo un gruppo di “Hoperai”. Impegnati nella realizzazione di progetti concreti che richiedono studio, dedizione ed impegno, ma anche grande spirito collaborativo e di iniziativa.
Non siamo un’agenzia di promozione artistica, né un’etichetta discografica, non offriamo visibilità fine a sé stessa; ma lavoriamo strenuamente per dare supporto a chi ne ha bisogno e per innescare un cambiamento culturale e sociale che porti a migliorare la qualità della vita nelle nostre comunità.

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Hip Hopera Foundation – UK Team in Jam

In molti casi chi segue la cultura Hip Hop non vive di Hip Hop. La doppia H come può influenzare la vita quotidiana di un operaio o di un idraulico; piuttosto che di un geometra (like me!) secondo l’ideale di HHF?

Spesso viene presa in considerazione solo la dimensione artistica dell’Hip Hop; ignorando il fatto che alla base di questa Cultura vi siano valori universali che, in quanto tali, possono essere incarnati da chiunque li senta propri. Vivere l’Hip Hop non significa necessariamente essere Dj, Breaker, MC o Writer. Vuol dire soprattutto cercare costantemente di migliorare sé stessi mettendo le proprie competenze ed il proprio talento a disposizione di tutti, per creare comunità consapevoli e prospere.

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Cypha Killa e KRS One, Londra

Ribaltiamo la domanda. Un paio di decenni fa Esa cantava “c’è bisogno di fonici, fotografi, speakers radiofonici; grafici aggiungici stilisti, giornalisti, registi preparati in più managers e avvocati”. Di chi ha bisogno l’Hip Hop oggi per crescere, al di fuori dei quattro elementi?

Ciascuno di noi ha la possibilità di contribuire positivamente alle esperienze di vita delle persone vicine.
L’Hip Hop, essendo capace di fotografare perfettamente la realtà nella quale viviamo, ha il privilegio di poter creare coscienze sensibili, libere e propositive; dunque avrebbe bisogno di persone consapevoli della propria forza e decise ad impegnarsi fattivamente per il bene comune.

Dobbiamo mentalizzarci sul fatto che ogni gesto, per quanto apparentemente insignificante, ha effetti straordinari e non bisogna lasciare nulla di intentato sulla base di preconcetti o di percezioni superficiali; servono le energie di tutti in ogni ambito. È inoltre necessario aumentare il livello qualitativo di ciò che si propone come offerta culturale ed artistica. Altrimenti rimarrà radicata la visione dell’Hip Hop come semplice espressione di una tendenza giovanile, da relegare in contesti sempre più denigranti.

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Masta Ace e Marco Polo a Bari, durante la tappa di “A Breukelen Story“, organizzata da HHF e Bass Culture

Mai come oggi l’Hip Hop viaggia online, e anche HHF è presente sui social oltre che sul web. Si parla anche di uno shop online, cosa troveremo?

Lo stile e la ricerca dell’originalità sono da sempre al centro delle dinamiche comunicative dell’Hip Hop, per questo abbiamo pensato che una linea di merchandising legata allo streetwear potesse essere un’ottima occasione per rappresentarci al meglio; e per auto sostenerci grazie al supporto di coloro che credono nel nostro lavoro. Nei prossimi giorni presenteremo la prima release di LogoTees che sarà possibile acquistare nella sezione del sito dedicata allo store. 

Per concludere, vuoi aggiungere qualcosa?

Innanzitutto vorrei ringraziarvi a nome di tutta l’Associazione, per averci dato questa bellissima possibilità.
Poterci presentare e raccontare ciò che costruiamo è fondamentale, soprattutto in un periodo nel quale non è concesso organizzare eventi pubblici.

La priorità è sempre il confronto e la conoscenza diretta delle persone e della loro visione, altrimenti si rischia di tralasciare o di ignorare occasioni fondamentali di collaborazione.
L’auspicio è quello di vederci presto e di condividere tutto ciò che di bello possiamo creare attraverso l’arte, la musica, lo sport e le altre manifestazioni genuine di cui abbiamo bisogno per credere ancora nel futuro che abbiamo immaginato e per il quale vogliamo continuare a lavorare.


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