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Jah Station



“Jah Sation nasce fisicamente, come impianto, nel 2007. Perchè poi è di questo che stiamo parlando: Jah Station è una crew di persone che nasce attorno ad un impianto autocostruito. Siamo partiti da 4 scoop bins che sono dei subwoofer con una costruzione particolare che li fa somigliare a delle trombe ingombranti. La resa sulle frequenze basse è particolarmente aggressiva. Abbiamo una bella tradizione di impianti qui in Italia, purtroppo l’industria ha preso una direzione diversa privilegiando fattori come comodità, trasportabilità e leggerezza, tre fattori fortemente in disaccordo con certa qualità sonora, nello specifico, i bassi. Tutti adesso si riempiono la bocca di bass music. Il problema è il modo in cui la si propone: si va nei locali, ci si accontenta di quello che c’è, se c’è da noleggiare qualcosa si cerca di spendere 100-150 euro per avere un impianto che ti entra in macchina in modo che lo si possa trasportare per bene. Tutte queste cose sono belle sia per il portafoglio che per la schiena però poi quando si va a fare musica la gente è ferma. E tu ti chiedi “come mai non funziona la mia musica? Perchè la gente non balla? Perchè preferisce stare fuori a fumarsi le sigarette invece di stare davanti all’impianto a ballare? Perchè la gente non capisce il mio messaggio sonoro?” Le risposte son quelle che ho tentato di dare con la costruzione dell’impianto. Potrei parlartene per due giorni ma se ti metti di fronte al mio stack acceso quando entrano i bassi.. quello vale più di mille parole. E’ il passaggio dall’ascoltare la musica al sentirla.”

Così Lapo sintetizza l’esperienza di Jah Station, sound autocostruito in funzione dal 2007. La gavetta invece comincia dalle parti di Milano attorno ad un altro sound, il Jah Lion.

“I viaggi a Londra hanno sicuramente influito sulla mia formazione musicale. Ci sono diversi locali a Londra dove non ci sono gli impianti, il dj deve portarsi il suo. Negli anni ’70 la città era costellata di impianti, quindi ogni dj preferiva costruirsi il proprio per avere un suono unico e non dover pagare i soldi del noleggio.”

Ma Jah Station non è solo un sound. Come dice Natty “e’ un pacchetto completo”.

“Non è solo l’impianto. La Sound System Culture, Rasta Culture, che è quella che cerchiamo di esprimere noi con le nostre session è il pacchetto completo ovvero sound system, mcing, selezione dei dischi. Selezione del contenuto dei dischi che è la cosa cruciale. Spingere roots & culture nel 2011 non è una cosa banale.”

Assi, viti, legno, sudore, schegge. Ma il valore dell’impianto va molto oltre i termini economici.

“Questa è una cosa che non posso quotare in modo economico. Da gennaio 2007 a novembre 2011 tutti i miei soldi, tutti i miei risparmi, se non sono andati in vinile sono andati negli speaker. Si vive per l’impianto. Amplificatori e speaker potrebbero essere commerciabili ma il resto? Il legno, le rifiniture, i mobili poi sono una cosa assolutamente personale, è come il tuo letto sformato di 20 anni: chi te lo piglia? E’ inutile e controproducente dare un valore a questa cosa perchè noi siamo felici di essere qui. Il suono può esser riprodotto in molti modi diversi: questa è la nostra idea di suono. Abbiamo dato la nostra personalità, io sui bassi mentre Lorenzo più sui medio-alti anche perchè inizialmente non avevo soldi per tutti gli amplificatori, allora con degli espedienti usavamo i medi tutti assieme. Avuti i soldi abbiam eliminato quell’espediente, siam passati al quattro vie adesso siamo al cinque vie però è una cosa che tutti i giorni può cambiare. C’ho perso tutto: c’ho perso anni di università, c’ho perso donne dietro l’impianto, è un mio sogno. E’ stato un mio sogno ed ho avuto la fortuna di trovare, sul mio cammino, Lorenzo che mi ha dato una mano fino a che non è diventato un suo sogno. Lo abbiamo coltivato insieme fino ad arrivare ad amplificare gente del calibro di King Jammy, Jah Shaka, Aba Shanty: per me questi sono sogni che si realizzano ed i soldi non sono niente. Sono pezzi di carta: io invece ho costruito pezzi di legno che consumerò fino all’ultima scheggia.”

Top 5 di Jah Station in nessun ordine di preferenza:
1)Bob Marley & the wailers – Burnin’ & lootin’
2)Devon Irons – Ketch Vampire
3)The revolutionaries – Kunta Kinte
4)Dub Judah – Babylon is a trap
5)The Disciples – Addis Ababa

Per maggiori informazioni i link da seguire sono i seguenti:

soundcloud.com/jah-station-soundsystem
www.talawa.fr/jahstation
http://www.youtube.com/jahstation

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