Partiamo da un presupposto: “Altri Verranno” is a fuckin’ mastapiece e Martino Vesentini is a fuckin’ King. Preso atto di questo, che is a fuckin’ dato di fatto, inizia il mio solito preambolo che la prende larga prima di arrivare al succo dell’articolo. Mettetevi comodi.
Nel Gennaio 1994 ero in terza media, mi piacevano i gra***ti e il rap, ma mi mancava ancora qualche tassello per arrivare a capire che c’era un collegamento fra queste cose chiamato Hip Hop; e tanti altri per arrivare a capire quante mazzate si prende chi usa il termine gra***ti in presenza di uno style master.
Nella provincia Toscana che faceva da sfondo alla mia acne arrivava qualche suono da Venerdirappa, quindi ero già fleshato con gli Otierre e gli Articolo 31; oltre che con i grandi nomi del rap made in Usa.
Radio Deejay fece uscire un VHS con una versione video del “Deejay Time” di Albertino, arrivata in casa mia per mano di mia sorella; in due ore circa di musica tecno-house anni 90 (sulemaniiiiii!!!) spunta il video di “Senti come suona” dei Sangue Misto. Il pezzo l’avevo già sentito in radio, ma da quel momento ho monopolizzato il videoregistratore.
Capodanno 2000. Io & my partners in crime Pap’occhio e Area51 occupiamo una casa sfitta e organizziamo la festa del millennio. Tralascio i particolari e vado al sodo: si fa una colletta per l’organizzazione, a me tocca la musica ed il budget lo verso direttamente sul conto corrente di Good Stuff. Con quella festa ci ho guadagnato la ristampa in cd di “SXM” e una cotta per quella che poi è diventata mia moglie (my funky signorina).
“Altri Verranno”
Me lo sono chiesto tante volte: perché “SXM” è così importante? La storia del rap italiano è piena di dischi fondamentali, ma perché quello che è nato a Bologna è nell’immaginario collettivo IL DISCO?
Martino mi ha dato la risposta.
“Altri Verranno” si presenta come un tributo ai SangueMisto. Il lavoro dell’autore è spinto della fotta, altrimenti non si spiega la maniacalità del guaglione di trascrivere le rime improvvisate in diretta radio da Chico Snefs e dalla sua ballotta.
La ricetta per la mistura è chiara: il Chico Tino preso bene s’è smazzato l’intera materia video audio e stampa sulla questione in maniera seria un tot; robe prese dalle jam dalle interviste fino all’Hip Hop Village, poi ha incollato il tutto con un po’ di fantasia. Ma zero trip mentali, attenzione, non c’è impostura, la storia è Royale come i Casinò, il libro fila liscio e zerostress.
Ogni capitolo porta il titolo di un pezzo di “SXM” e racconta la storia del gruppo dopo “SXM”. Si sa com’è finita, per chi ne vuole ancora nienteindolce, non ve n’è; ma lo svarione del guaglione viaggia sulle note dei “Messaggeri”, di “Fastidio”, di “Melma e Merda”, di “CRX”, e va a star bene un tot.
Quindi vada come vada va da sé, il libro si legge con le cuffie nelle orecchie, la testa oscilla, la mente vola e alcune domande trovano risposta.
Perché “SXM” è così importante? Perché è l’album dei SangueMisto. Perché è uscito in quel momento lì. Perché era diverso da quel che c’era in quel momento lì. Perché te che l’hai ascoltato 10 o 20 anni dopo avevi bisogno di quella roba lì. Perché è “SXM”. Punto.
Leggetevi il libro. Bella Martino, piglia bene un tot!
Il commento di Ottavo Colle
Altri verranno non è semplicemente un tributo ai Sangue Misto, è un libro che vi riporterà indietro nel tempo, nel pieno della Golden Age del Rap Italiano, tra ricordi aneddoti e un pizzico di sana immaginazione. Se non avete vissuto quel periodo magico questo libro vi aiuta a capire la magia di quegli anni, la naturalezza con cui venivano al mondo le prime canzoni di rap italiano, la voglia che avevano gli artisti di collaborare tra loro per rendere un pezzo un pezzo di storia.
Ottavo Colle