È uscito il nuovo album di Kanye West ma chissenefrega, io ho sentito in anteprima “Home Ep”, il nuovo di Engeezo e G.Nicastro e vi parlo di questo.
Sono davanti a un piatto di tagliatelle al ragù di pesce spada quando lo squillo del cellulare mi avvisa di un messaggio su WhatsApp. È Mr. Del Kemp. “Ciao Mirko! Spero tutto benone… Ti mando il link privato del nuovo album di Engeezo e Gregor che uscirà il 24 Settembre. Se poi ti va anche di intervistarli bombaaa, vedi tu”
Sono in macchina che torno a valle dopo un pomeriggio di lavoro in un paesino che in linea d’aria dista circa 2 km dall’ufficio, ma con un dislivello di circa 400m. Mentre percorro quei 10 km di curve che mi separano dalla civiltà clicco sul link che mi ha mandato Paolo. Fuoco dalle casse.
La voce di Engeezo (ho ancora in macchina il CD dei Classkilz, nonostante la macchina l’abbia poi cambiata), i beat di Gregor a.k.a. G.Nicastro (uno fra i miei primi contatti social in ambito Hip Hop), gli scratch di Dj Acidovic (che ho beccato mesi fa a bere tè in una libreria di montagna).
Mi scopro a saltare sul sedile mentre costeggio la recinzione di un cinghialodromo.
Tutto questo entusiasmo per Home Ep, il nuovo lavoro di Engeezo. Home perché, come dici tu, Engeezo, a casa tua fai il cazzo che ti pare. È vero che giri nudo?
Engeezo
Ciao Mirko, si è vero giro per casa mia nudo, ma quando sono in compagnia mi vesto.
Dopo varie esperienze in gruppo ti troviamo da solo al microfono. Perché questa scelta?
Engeezo
Stare da solo al microfono mi ha permesso di “calibrare” la mia penna solo sulle mie sensazioni, di raccontare le mie esperienze e di focalizzarmi su quello che volevo dire senza dover “rispettare” gli equilibri di che si creano con un gruppo; e comunque è già da molto tempo che rilascio tracce da solista, fatevi un giro su Spotify e YouTube. “Home Ep”, lo troverete su tutte le piattaforme di streaming e su YouTube.
Non è la prima volta che lavorate insieme. Come nasce la vostra collaborazione?
G.Nicastro
Ci conosciamo da tipo 15 anni, ma a parte “Quando eravamo leggeri” su “Cartoline da Chernobyl” dei Cronofillers non avevamo mai avuto occasione di lavorare concretamente. Ce lo siamo ripromesso per anni, come se attendessimo l’occasione giusta.
Probabilmente adesso siamo cresciuti entrambi e i nostri gusti hanno iniziato a collimare.
La collaborazione nasce dall’onestà reciproca. Ho sempre voluto fare musica con lui, lo reputo uno degli mc col gusto più classic che conosco, uno dei pochi che scrive degli affari suoi in maniera così nitida attraverso metafore strettamente Hip Hop; ha una bella voce, sa gestire il microfono, ha una tecnica affinata in anni di freestyle e ascolta i consigli.
In più, è una delle persone più generose che conosca e ha investito in me un credito di stima ed entusiasmo quasi imbarazzante, il che mi impone di non deluderlo.
G. Nicastro, il tuo stile è molto riconoscibile, esplori rimanendo legato al suono classico che mi garba parecchio. Come nasce un beat per Engeezo?
G.Nicastro
Un beat per Engeezo nasce come un beat qualsiasi. Lo faccio, glielo mando e se lo ispira nella scrittura la sera stessa mi manda la bozza del testo, quando non addirittura il provino registrato a casa sua; altrimenti, se non scatta quel meccanismo, ci diciamo “Sì, bello, passiamo al prossimo”.
Per quanto riguarda le scelte sonore che stanno dietro a questo disco… inizialmente pensavo di utilizzare perlopiù campioni di musica neomelodica vecchi/nuovi, tagliati e arrangiati in chiave Golden Age, per omaggiare le sue (e, in parte, anche le mie) origini e per cavalcare l’onda del 2019 (buona parte dei beat li ho prodotti in concomitanza con quelli di “Cartoline da Chernobyl”); poi, un po’ per i motivi di cui sopra (il feeling immediato per la scrittura sul beat), un po’ per non incaponirmi su un’idea fine a sé stessa, abbiamo allargato la selezioni dei sample anche al soul, alle colonne sonore, al rock.
Denominatore comune la semplicità dell’arrangiamento, l’adattamento alla scrittura e il feeling istintivo.
Per quanto riguarda le escursioni sonore sto cercando di abbattere i preconcetti, cercando di adottare un approccio meno cervellotico rispetto al passato, allargandomi anche a sample molto moderni (inteso come “età”), fregandomene il giusto della fonte da cui estrapolo il campione.
Fortunatamente negli anni ho provato tanti strumenti e ho selezionato i tool che mi consentono di giocare con le idee ottimizzando il poco tempo. Per esempio, i due terzi di questi beat li ho prodotti con Akai MPC 2000 XL (come buona parte della discografia che ho accumulato negli anni), anche per dare una certa impronta di coerenza; ma mi accorgo sempre più che non è un imperativo categorico e dogmatico, quanto l’assecondare il flusso che mi caratterizza in un determinato momento.
Per me l’unico imperativo attuale è quello di cercare di creare un’atmosfera, una suggestione, che sia con Akai o con un set di cacciaviti. Se poi è confortevole per il rapper che ci deve scrivere sopra siamo felici in due.
Quanto lavoro c’è stato dietro all’EP? Quando è stato scritto, come vi siete coordinati?
Engeezo
È stato un lavoro a cui sicuramente abbiamo dedicato molto impegno, abbiamo cominciato a parlarne alla fine del 2019, ed è coinciso con i traslochi da un abitazione all’altra, casualmente sia per me che per G.Nicastro. Abbiamo deciso di chiamarlo “Home ep”, proprio perché la “casa” è stata protagonista in quel periodo, registrato in home studio (coi controcazzi) e ideato col concetto di base di fare ciò che volevamo, esattamente come chi è in casa propria.
Fortunatamente siamo riusciti a chiudere gran parte delle registrazioni al Dischi Immaginàli Studio vedendoci di persona e passando assieme intere giornate in studio. Durante il lockdown abbiamo organizzato tutto il resto (date di consegna del master, date di consegna per grafiche e video), e appena abbiamo potuto rivederci abbiamo registrato l’ultima traccia, girato tutto ad Acidovic che fatto gli scratch la dove era stato deciso, et voilà.
È stato molto bello, G.Nicastro col passare del tempo è diventato sempre di più un amico fraterno, il nostro rapporto si è consolidato e personalmente credo che ci sia stata un esperienza di crescita avvicendevole. Siamo diventati amici fraterni, davvero.
G.Nicastro
Il lavoro è stato lungo. Al netto dei due lockdown e di una serie di incombenze da smaltire che avevamo accumulato e che hanno limitato la possibilità di lavorare focalizzati sul progetto fino a inizio 2021, siamo partiti con molta libertà e pochi paletti.
L’idea era fare pezzi insieme con, nella testa, il suono della Golden Age. La realizzazione in sé è stata breve, produzione, scrittura e soprattutto registrazione; i pezzi sono stati chiusi tutti nell’arco di 3-4 takes, e c’è veramente pochissimo editing, il 90% di quello che ascolterete è one take.
Molto tempo, parlo per me, è stato dedicato alla scelta e al tentativo di perseguire un certo suono che avevamo in testa; e che volevamo dare, pur con pochi mezzi e senza la possibilità di lavorare con attrezzature adeguate allo scopo (banchi, outboard, tecnici preparati).
Ho deciso che avrei provato, testardamente e contro ogni logica, a dare, coi miei mezzi e col mio cervello, un tocco al mix come se fosse stato concepito negli anni ’90; voce un po’ scura, beat a 12 bit e saturi, mix non troppo piallati a livello di loudness. In qualche maniera è come se ci fossimo imposti di fare “il disco che avremmo voluto ascoltare”.
Il coordinamento è stato fatto con moltissimi messaggi vocali, tanto affetto e supporto reciproco, nonché un enorme rispetto dei reciproci spazi creativi e privati.
C’è la speranza di vedere un live di Home?
Engeezo
Si.
G.Nicastro
Stiamo iniziando a prepararci, cercando di farci trovare pronti.
Personalmente sono, ormai, più un animale da studio che da live, ma le forzature degli ultimi due anni e la smania di Engeezo è arrivata un po’ anche a me.