Fate conto che sono fresco di lettura di “Altri Verranno”, il libro tributo ai Sangue Misto di Martino Vesentini; che mi ha portato a riascoltarmi i vari “SXM”, “i Messaggeri”, “Zerostress”, “CRX”, ecc. rivivendo i miei 16 anni.
Tutto bello, ma scatta la nostalgia. Mai come allora un nuovo disco mi ha più dato tanto entusiasmo.
Sarà l’età, sarà che sono cambiati i tempi, che quello che era per pochi ora si è mutato in qualcosa per molti cambiando pelle fino a non assomigliare più a quel suono che amavo, costringendomi sempre a scavare per trovare qualcosa che mi soddisfi.
Poi ho ascoltato il disco dell’anno ed è ritornato lo stesso entusiasmo, quello che ti costringe ad ascoltarlo e riascoltarlo e farlo ascoltare agli altri (mia moglie ne sa qualcosa!).
Come cazzo la faccio quest’intervista? Cioè, da umile geometra quale sono, fare le domande seguendo la tracklist mi sembra banale in questo caso, ma non vorrei neanche fare domande scontate, è veramente un bel disco, spacca di brutto, fa muovere i culi, le teste e i neuroni, cazzo è una roba che merita!
Via, c’è un solo modo: l’intervista la faccio da fan. Signore e Signori, the Folto Caruso Ensemble!
Allora, come avrete capito a me “Members Only” mi garba parecchio.
Siete riusciti a entusiasmare l’anima di un quarantunenne in crisi d’astinenza da boomcha.
Qual è il vostro segreto?
FFiume
Beh, anzitutto grazie! Inutile dire che faccia molto piacere sapere di averti offerto un buon ascolto…
Segreti, non saprei… io ascolto tanta musica, Folto anche. Cerco di seguire il feeling di quello che mi fa vibrare, e trasmettere a modo storie in rima.
Folto Cee
Nessun segreto, facciamo musica che ci piacerebbe ascoltare anche se fatta da altri. Senza preoccuparci di troppo altro.
A mio parere il suono del disco non ha niente da invidiare ai classici del rap italiano, anzi setta un nuovo livello da raggiungere sia sotto l’aspetto del rap che delle produzioni.
Quali sono i vostri riferimenti? A quale suono vi ispirate?
Folto Cee
Più che un suono, direi che ci ispiriamo ad un mood. Uno dei punti forti di questo disco è la versatilità, ad esempio io in alcune strumentali ci sento The Streets e Portishead tanto quanto ATCQ e Roc Marciano.
FFiume
Ascolto assiduamente musica di diverso tipo da quasi quarant’anni, è difficile darti un’ispirazione netta o un riferimento. Sicuramente James Brown, sicuramente Bob James, e tante cose in mezzo.
A livello di rap, il mio riferimento è sempre stato Guru, piuttosto che Rakim, o gente come MC Solaar, Oxmo Puccino… emcees con un’impostazione vocale calda, metriche “mellow” e contenuti mai banali.
A livello di sound, che dirti… il jazz-funk di Bob James, le produzioni di Harvey Fuqua III e Norman Whitfield, i Meters, Barry White, Isaac Hayes, la psichedelia rock-progressive, i beats di Premier, Q-Tip e Jay Dee, Easy Mo Bee, Diamond D… e un monte di cose italiane più o meno note, dalla new wave al synth-pop, al jazz…
In questo disco siamo riusciti ad infilare anche una vena elettronica.
Come dicevo prima, oggi c’è molta, forse troppa, musica rap, e dico rap perché per cercare l’Hip Hop bisogna saper dove cercare. Pensate che un prodotto come il vostro possa attirare l’attenzione di qualche Major? È una cosa che potrebbe interessarvi?
Folto Cee
Avendo lavorato nella discografia a lungo, posso rispondere con certezza:
1) Non credo, siamo un po’ fuori target.
2) Perché no? Ma sarebbe un progetto in perdita economica e ci perderemmo libertà artistica, ne vale la pena?
FFiume
Potrei volere che la mia musica arrivasse ad un pubblico più ampio? Certo. Oggi il mercato però richiede personaggi, musichette semplici, innocue, tutte simili tra loro, e in linea con la povertà intellettuale del pensiero unico, e del tempo che viviamo.
Non è apprezzato (o capito, spesso) l’essere “diversi” dal resto, la ricerca dell’originalità. E lo dico senza menarmela, eh. Ormai approfondire un qualsiasi discorso è sempre più difficile, nessuno ne ha voglia.
È una società fast-food, sotto mille aspetti, e la musica è uno di quelli, e la cultura tutta, in generale.
Ci raccontate chi sono FFiume e Folto Cee, da dove vengono e come si sono trovati a lavorare insieme?
FFiume
Non ti devo dire tanto che non si sappia… sono cresciuto a mazzate, pane e Hip Hop… Sono nato a Reggio Calabria, vengo da tutti i posti in cui ho lasciato un pezzettino di me, e viceversa.
Io e Folto ci siamo conosciuti in uno di questi, la mia seconda casa, Ancona… 2006/2007…
Folto Cee
Sul “chi siamo e da dove veniamo” glisso, mi piace mantenere un sano livello di mistero.
Siamo amici prima di tutto. Milano ci ha dato l’opportunità di lavorare assieme, ma ci conoscevamo dai tempi di Fra in Ancona.
Siete due italiani che, come altri vostri colleghi, vivono a Londra e fanno musica.
È la musica che vi ha portato lì oppure vi ha seguito?
Che differenza c’è nel fare musica fra il vostro paese d’origine e il luogo dove vivete?
Folto Cee
La musica mi ha seguito, anche se arrivata con 6 anni di ritardo! Colpa della Brexit.
Devo dire che nel caso di questo disco la differenza è poca, stesse dinamiche che a Milano, con la differenza del lockdown.
FFiume
La vita, e il resto è venuto con me. La differenza principale per me consiste nella consapevolezza acquisita dall’avere visto e vissuto in prima persona, sulla mia pelle, le situazioni da cui nascevano i flash che mi facevo da ragazzo, ascoltando la musica che veniva da qui.
Tutto il bagaglio di conoscenze musicali pregresse ha assunto una dimensione ancora più personale. Approfondita.
Non riesco a togliermi dalla testa la parte fischiettata di “Un Motivetto”, sto pensando di metterla come suoneria del cellulare. Com’è nato questo pezzo?
FFiume
Il pezzo è nato qualche tempo fa… originariamente, il beat era nel mio sampler dal 2017, 2018, ci avevo scritto delle rime leggere, roba da freestyle, niente di che… A distanza di tempo, in studio da Herrera, a Pisa, stavamo lavorando insieme a Musica Leggera, e avevo con me questo batch di miei beats, tra cui appunto la stesura originale di “Un Motivetto”.
Stavo reccando un provino, molto preso dal flow, e sul punto in cui non c’era il ritornello, improvvisando, ho iniziato prima uno scat e poi a imitare il suondo di una trombetta, seguendo il groove del pezzo… alla fine mi sono messo a fischiettare… e niente, fulmine d’idea, panico in sala, grasse risate, thumbs up…
È rimasta in disparte per un po’, e poi durante la lavorazione del disco l’ho ripresa, riarrangiata, e mi sono reso conto che potesse completare il quadro musicale con successo, complice anche la mia compagna che, vedendomi dubitare sul valore del pezzo, mi ha detto “Sei matto ?! Questa è un hit…”…
A voi l’ardua sentenza, e la maledizione di avere sta roba in testa! *ride*
Il disco è una bella iniezione di energia e dà anche molti spunti di riflessione.
Quando scrivo è l’11 Settembre, da stamattina si parla del ventennale dell’attacco al World Trade Center e in molti mi dicono di ricordare perfettamente dov’erano quando ne hanno appreso la notizia.
Con “Generazione X” commemorate un altro triste ventennale, quello della morte di Carlo Giuliani durante il G8 di Genova il 20 Luglio 2001. Vi ricordate dove eravate quel giorno?
FFiume
Certo. Erano le sette di sera, lavoravo in un autolavaggio, e stavo rimettendo in parcheggio un’auto appena pulita, ero sulla rotatoria del parking quando ho sentito la notizia dalla radio. C’era una bruttissima vibra nell’aria, da giorni. Il resto, beh, te lo puoi immaginare… come dico nel pezzo, noi siamo morti in quella piazza con Carlo, ci hanno ammazzato tutti con lui, e da quel momento, seguito poi dalle conseguenze degli attentati dell’11/09, il mondo è cambiato bruscamente, e siamo entrati così nel nuovo Millennio…
Folto Cee
Ero con gli amici di sempre del campetto, come tutti i pomeriggi d’estate. Alcuni di noi volevano andare a Genova ma alla fine nessuno andò, sembrava tutto molto pericoloso e complicato. Secondo me eravamo troppo giovani per capire davvero i risvolti enormi di quegli eventi, al tempo il dibattito era semplicemente “se l’è cercata” vs. “sbirri infami”, mentre quei giorni sono davvero un periodo nero della storia nazionale che non è mai stato analizzato seriamente. Un declino che per certi versi non si è ancora fermato, nel 2021.
“Carciofi che non tirano”. Si parla di cucina o si parla per metafore e non ci ho capito niente?
FFiume
Si parla di cucina, e… metaforicamente… eheheh… pezzo nato in un momento di lockdown pandemico durissimo, forse uno dei miei preferiti di tutto l’album.
Una piccola perla.
Quando ero ragazzo spesso sceglievo di comprare un disco semplicemente perché la cover mi attirava, visto che tanta roba underground la vedevo su Aelle senza la possibilità di sentirla prima, quindi sono cresciuto un po’ con la fissa delle copertine.
È un’antilope in giacca e cravatta quella?
FFiume
Yes indeed, quella è la rappresentazione di un gentleman fuori dal comune, che ti invita nel suo members club, e solo se sei giù con lui capisci di che si tratta… Opera del bravissimo Moustache Sauvage, che ha tradotto così la musica, in un insieme visuale che trascende epoche e gioca coi richiami British, come noi abbiamo fatto un po’ nel disco. Immaginati che quello sia l’elusivo Lord Caruso…
Ragazzi io per concludere vi ringrazio perché sono veramente entusiasta di quella che da giorni è la colonna sonora delle mie giornate! Ho visto le copie fisiche di “Members Only” in preorder su Bandcamp e sono figate pazzesche! Quando saranno pronte?
FFiume
Vinile rosa, vinile classico nero, entrambi con stampa eco-compatibile su cartone ricicliato ruvido/pelosetto, più musicassetta che include tutte le instrumental…
È una distribuzione GattoPirataDischi, direi che per Dicembre dovremmo riuscire ad avere le consegne.
La pandemia ha chiuso in casa mezzo mondo, e i musicisti hanno dato fondo alla loro creatività, quindi le stamperie sono IMBALLATE di ordini, ma con un po’ di pazienza ce la faremo !
Le tracce “Non ha importanza” e “Il mio jingle” sono presenti in Keep Playin’, la Rap Radio Playlist di Goldworld!