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Cinema

Il cieco che non voleva vedere Titanic



“Il cieco che non voleva vedere Titanic” è il nuovo film di Teemu Nikki, vincitore a Venezia per l’edizione inaugurale della sezione Orizzonti Extra.

Jaakko è un uomo affetto da sclerosi multipla, malattia che lo ha paralizzato dalla vita in giù e lo ha reso cieco.
Prima della malattia era un accanito cinefilo, appassionato dei grandi classici americani di registi come i fratelli Coen, John Carpenter ma sopra tutti James Cameron; di cui ama tutta la filmografia, fatta eccezione per “Titanic”, che per principio non ha mai visto. 

“Titanic” è proprio uno degli argomenti cardine delle lunghissime telefonate quotidiane tra Jaakko e Sirpa, malata terminale di cui il nostro protagonista si scopre innamorato.
Travolto dalle emozioni, Jack decide di andare a trovare la sua Rose. Da solo, senza assistenza. A due ore di treno di distanza.

Da qui inizia l’epopea epica del nostro eroe, che cercherà attraverso varie peripezie di raggiungere la sua amata. Una moderna rappresentazione di Ero e Leandro, ma con Leandro che parte già con la fiamma della candela spenta.

Il cieco che non voleva vedere Titanic-Devastante_Podcast-Goldworld

“ll cieco che non voleva vedere Titanic”

La capacità di Teemu Nikki è proprio quella di “normalizzare” agli occhi dello spettatore la condizione sventurata del protagonista attraverso meccanismi ironici. Le particolari inquadrature, che lasciano fuori fuoco tutto quello che è attorno e restano strette sul volto del nostro Jaakko, creano una sensazione di isolamento e claustrofobia che porta ad un coinvolgimento e un’immedesimazione unici. Dimenticatevi i meccanismi di suspence Hitchcockiana, la sorpresa è sempre condivisa, sia dal protagonista che dallo spettatore.  

L’assenza di momenti patetici o di pietà banale sensibilizza maggiormente sulla condizione dei nostri personaggi.

Con molta tenerezza e ironia la pellicola ci introduce alla condizione della vita da malato di sclerosi multipla per poi scagliarci brutalmente davanti a più di un’ora di tensione sviluppata perfettamente grazie all’utilizzo della camera a mano e di situazioni realistiche e crude. (In questo Nikki ci ricorda i suoi cugini di Copenaghen, ma senza la rigidità delle regoline autoimposte di Dogma95).

Il cieco che non voleva vedere Titanic” è come una seduta dal tatuatore: resti un’ora e mezza in tensione, con gli aghi che quasi impercettibilmente ti penetrano la pelle e ti accorgi delle energie spese a sopportare il dolore solo quando finisce la botta di adrenalina. La storia di un uomo che riesce a combattere nonostante la sua condizione fisica, decisamente meno banale e tedioso delle storielle di supereroi alle quali siamo abituati da anni.

Un film davvero consigliato, tra le sorprese di quest’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, che il critico medio riempirebbe di stelline.


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