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Cinema

I film che ho visto in sala nel 2022



È passato un altro anno e, nonostante le difficoltà esponenziali nel gestire il tempo con una figlia, sono riuscito comunque ad andare in sala con una certa regolarità, molto meno di quanto avrei voluto, ma comunque sono riuscito ad andarci.

Purtroppo un bellissimo lavoro che dovevamo fare in Giappone è coinciso proprio con la Mostra del Cinema di Venezia, che di solito mi permette di vedere almeno una quindicina di film in tre o quattro giorni, quindi mi sono perso anche diverse novità che usciranno nel 2023, ma soprattutto mi ha fatto perdere l’occasione unica di vedere due tra i film più cinematografici dell’anno che sono usciti direttamente su Netflix: Athena di Romain Gavras e Blonde di Andrew Dominik. Due film che mi sono piaciuti ma che a mio avviso perdono quasi totalmente la loro potenza in una visione domestica, ma vabbè. Vi consiglio comunque di recuperare almeno il primo (dato che il secondo è stato osteggiato praticamente da tutti) perché tecnicamente è una delle cose più spettacolari dell’anno.

Ad ogni modo, come dicevo, sono riuscito comunque a vedere abbastanza film in sala. Ecco quali:

“The Matrix Resurrection di Lana Wachowski

Il film è oggettivamente bruttissimo, ma se si legge in chiave metacinematografica è forse una delle operazioni più geniali nel campo dei requel. È evidente che le intenzioni della regista siano quelle di uccidere con le sue mani la sua creatura, dato che si percepisce chiaramente l’inutilità di portare avanti una storia che aveva già detto ciò che doveva dire (ne ho parlato qui). Un’opera davvero a cavallo tra il genio e il trash.
Consigliata con moderazione.


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The Good Boss di Fernando Leòn Aranoa

Un bellissimo film con un bravissimo Javier Bardem, tanto divertente quanto cattivo. Una black comedy spiazzante sull’ego e il capitalismo.
Assolutamente da vedere.

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America Latinadei fratelli D’Innocenzo

Il film non è assolutamente brutto e la performance di Elio Germano è ottima come sempre, ma non sono riuscito a farmi appassionare da questa terza opera dei gemelli che forse si sono semplicemente confrontati con qualcosa che è stato già fatto meglio in passato. Alcune sequenza davvero belle, mentre il voice over finale, che poi ho scoperto essere stato aggiunto in corsa dopo la proiezione veneziana, a mio avviso abbassa il valore del film rendendolo inutilmente didascalico.
Ad ogni modo attendo con ansia il loro prossimo progetto.

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Illusioni Perdute di Xavier Giannoli

Questo adattamento cinematografico di Honoré de Balzac è tra i film più belli che ho visto in sala quest’anno, sebbene sia del 2021, e meriterebbe di essere visto da chiunque. Veramente ben girato e coinvolgente, avrebbe meritato molta più risonanza.
Recuperatelo!

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Il delitto perfetto di Alfred Hitchcock

Uno dei miei film preferiti di sempre, visto in sala in 3D (come era stato pensato dal Maestro Alfred). Capolavoro vero. Ho concluso Vostro Onore.

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Scream di Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett

Il sequel che si trasforma in prequel e ne definisce le regole. Mi è piaciuto e ne ho già parlato a suo tempo, se volete approfondire ecco qui.

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King Richard di Reinaldo Marcus Green

Biopic abbastanza tradizionale su una una storia abbastanza incredibile. Film che ha regalato l’Oscar a Will Smith, ma che purtroppo è stato oscurato (come tutta la Notte degli Oscar, in realtà) dal famigerato schiaffo a Chris Rock.
Comunque il film mi è piaciuto e la storia non la conoscevo, quindi per me è un sì.

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“Ennio di Giuseppe Tornatore

Un documentario celebrativo che in molti dicono non sarebbe piaciuto a Morricone, ma che personalmente ho trovato perfetto per noi spettatori.
Come esperienza cinematografica è sicuramente ascrivibile a quelle che si fanno con i capolavori.
Davvero incredibile.

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Nightmare Alley di Guillermo Del Toro

Un film estremamente classico per il regista dei mostri, che con questo remake si concentra più sulla mostruosità dell’anima che quella estetica che ci ha mostrato fino a questo punto.
Bello, ma non mi ha colpito tanto quanto i suoi lavori precedenti.

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The King’s Man di Matthew Vaughn

Il prequel di una saga che ha avuto un bellissimo primo capitolo e un secondo un po’ forzato, riesce comunque ad intrattenere, senza troppi guizzi, ma anche senza troppe cadute di stile.
Fondamentalmente uno zero a zero.

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I sabotatori di Alfred Hitchcock

Film che non avevo mai visto e che segna l’approdo di Hitchcock in America. Sicuramente da vedere per completezza, ma non di certo tra le opere fondamentali del grandissimo Maestro anglosassone.

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Assassinio sul Nilo di Kenneth Branagh

A me il precedente “Assassinio sull’Oriente Express” non era dispiaciuto, per quanto si tratti fondamentalmente di un cinecomic basato sui romanzi di Agatha Christie. Non è un giallo in cui devi scoprire l’assassino, ma sei semplicemente uno spettatore di una serie di avvenimenti messi in scena con un certo mestiere, ma non di certo memorabile.
Come lo ha definito qualcuno dei 400 calci, è l’origin story dei baffi di Poirot.

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The Lodger di Alfred Hitchcock

Altro film di Hitchcock che non avevo mai visto e che è famoso per la scena del soffitto trasparente dal quale vediamo il vicino di casa camminare agitatamente. Si tratta di un film muto, quindi molto difficile da recuperare, che ho visto sonorizzato dal vivo all’interno della bellissima rassegna organizzata al Cinema Teatro della Compagnia di Firenze.

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Belfast di Kenneth Branagh

Ennesimo film autobiografico di un regista che parla della sua infanzia (tipo Sorrentino con È stata la mano di Dio) ma di cui non mi stancherò mai.
È allo stesso tempo un grande omaggio al cinema, ma anche una storia di separazione e di crescita che emoziona e che mette il regista in una luce diversa o quantomeno nuova ai miei occhi.
Mi è piaciuto molto.

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Nodo alla gola di Alfred Hitchcock

Uno dei capolavori di Hitchcock in cui sperimenta il piano sequenza, per quanto possibile al tempo, con una storia dal ritmo frenetico che ti tiene incollato allo schermo dall’inizio alla fine.
È stato bellissimo poterlo vedere in sala.

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Morbius di Daniel Espinosa

Un cinecomic anni ’90, uscito con venti anni di ritardo, era al limite dell’accettabile fino alle scene post-credit che trasformano il 6– in un 3.

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The Northman di Robert Eggars

Non si può definire un passo falso come ho sentito da molti, anzi. È sicuramente molto più commerciale dei suoi film precedenti (che sono monumentali), ma mi sembra un buon passo in avanti per ampliare il suo pubblico e comunque rimane fedele allo stile dell’autore.

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Fleedi Jonas Poher Rasmussen

Questo documentario/film di animazione mi ha davvero colpito. Oltre a raccontare una dolorosissima storia di guerra e delle sue conseguenze, racconta anche il punto di vista di un ragazzo omosessuale afghano che deve anche sostenere il dramma del conflitto geopolitico con il conflitto interiore e culturale che lo attanaglia.
La scelta del formato in animazione è geniale e nel corso del film ci si rende conto che non c’era modo migliore per raccontare questa storia.

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Il male non esiste di Mohammad Rasouluf

Il vincitore del Festival di Berlino. Un film iraniano ad episodi che tratta il tema della pena di morte in un regime dispotico come quello che vige in Iran e che da diversi mesi è, giustamente, osteggiato dalle nuove generazioni.
Un film bellissimo, con l’unica pecca di avere un primo capitolo talmente forte che setta lo standard troppo in alto senza poi riuscire a risuperarlo, ma guardandolo capirete perché non avrebbero potuto fare diversamente da come hanno fatto.
Tanto bello quanto doloroso.

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Troppo Cattivi di Pierre Perifel

Il primo film al cinema visto da Iris. Molto più carino del previsto, con un animazione veramente valida.
Consigliato.

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Parigi, 13th District di Jacques Audiard

Ottimo film sentimentale su tre amici che talvolta diventano amanti in un bellissimo bianco e nero.
Tratto da una graphic novel, è sicuramente da vedere.

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Top Gun: Maverick” di Joseph Kosinski

Premetto che per me Top Gun è la parodia ante litteram di Hot Shot e non sono mai riuscito ad apprezzarlo, penso che questo sequel (sì, questa parola mi ha conquistato) sia ben fatto e, se visto come è capitato a me, ovvero in IMAX, è una delle esperienze cinematografiche più potenti dell’anno.
Certo, la trama è così banale e così telefonata che sorprende nel non sorprendere nemmeno un secondo, ma visivamente è davvero pazzesco.

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Lightyear – La vera storia di Buzz di Angus MacLane

Che la Pixar non stupisca più come un tempo purtroppo è un dato di fatto, ma questo film che finalmente torna al cinema dopo le uscite direttamente su Disney Plus di Soul, Luca e Red (che comunque a me sono piaciuti) ha un suo perché.
Forse la cosa più interessante del film è racchiusa nel cartello iniziale, ma nel complesso l’ho trovato un buon film di fantascienza che espande in modo trasversale l’universo di Toy Story.

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The Black Phone di Scott Derrickson

Un bel film thriller horror ambientato nella provincia americana degli anni 70. Uno psicopatico soprannominato “il rapitore” rapisce e sevizia ragazzini. Il piccolo Finney, una volta rapito, verrà aiutato dalle vittime precedenti attraverso un telefono nero.
Consigliato!

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Elvis di Buz Luhrmann

Buz Luhrmann l’ho sempre trovato un regista che ad un certo punto straboccava, rendendo i suoi film alla lunga un po’ indigesti, ma in questo biopic è al suo massimo splendore. Film dell’anno. Bellissimo. Da vedere e rivedere. La performance di Austin Butler merita sicuramente di essere ricordata, sia che venga riconosciuta o meno da un Oscar. Molto interessante anche la struttura a cinecomic, con Elvis eroe e il Colonnello Tom Parker come villain.
Riciclo una recensione trovata su Letterboxd: Miglior film supereroistico dell’anno!

P.S. Sono tornato a vederlo in arena estiva con Iris (al tempo due anni e mezzo) e l’ha apprezzato tantissimo anche lei.

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Finale a sorpresa di Mariano Cohn e Gastón Duprat

Un film bellissimo che avevo visto a Venezia lo scorso anno (e di cui avevo già parlato nel post dei film visti in sala nel 2021) e che alla prima occasione in sala in VOS mi sono precipitato a rivedere.
Incredibilmente bello e stratificato, oltre che super divertente.

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Esterno Notte” parte 1 e parte 2 di Marco Bellocchio

È una serie Rai che sembra un film super moderno diviso ad episodi. Stupisce davvero che a dirigerlo in modo così fresco sia un regista di ottantaquattro anni.
Non tutti gli episodi sono riuscitissimi, ma nel complesso per me è stata una bellissima esperienza cinematografica (in sala è uscito in due volte, con tre episodi alla volta).
Consiglio di recuperarlo, si trova su Raiplay e da qualche tempo anche su Netflix.

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Sonic 2 di Jeff Fowler

Non sarà chissà cosa, ma personalmente mi ha divertito, sapendo ovviamente cosa andavo a vedere.
Mettiamolo tra i guilty pleasure.

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“Jurassic World Domination di Colin Trevorrow

Ma è possibile concepire un film sui dinosauri che per il 90% del tempo parla di cavallette?
Il troiaio dell’anno.

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The Batman di Matt Reeves

Avevo aspettative altissime per questo film, forse fin troppo, quindi come spesso succede, alla fine è stata una delusione.
Sicuramente una grandissima esperienza cinematografica, ma è un film che fuori dalla sala perde la propria raison d’être. È un noir con delle ingenuità sconcertanti, ma la cosa che salvo più di tutte è l’immagine in cui un giovane Batman, interpretato alla stragrande da Robert Pattinson, si spaventa prima di fare un grande salto nel vuoto dalla cima di un palazzo. Per il resto è quasi finito nel dimenticatoio.
Che peccato.

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Il Padrino di Francis Ford Coppola

Il più grande film di tutti i tempi.

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“Doctor Strange e il Multiverso della Follia di Sam Raimi

Il film più divertente di questa fase IV della saga della Marvel. Si vede il tocco di Raimi, ma è chiaro che si tratta principalmente di un tocco estetico per far trasparire il brand Sam Raimi in un progetto di Kevin Feige, ma come ho sempre detto sono un fan del Marvel Cinematic Universe e mi diverto sempre a vedere i loro prodotti.

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Lunana di Pawo Choyning Dorji

È la storia di quello che è considerato il luogo più felice del mondo e delle difficoltà di un insegnante che è stato inviato lì per un periodo, ovviamente contro la sua volontà. Era uno della cinquina dei candidati all’Oscar come film internazionale e, per quanto sia molto carino e super positivo, non è tra quelli che mi hanno colpito di più.

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Coupez! di Michel Hazanavicius

Il primo film che ho visto a Cannes è decisamente un no! Assolutamente un no. È il remake malfatto di uno dei film più geniali degli ultimi anni, il giapponese One Cut of the Dead. Evitatatelo come la peste e guardatevi il bellissimo film originale.

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Tchaikovsky’s Wife di Kirill Serebrennikov

Film fin troppo classico dell’autore russo. Formalmente perfetto, ma mi ha annoiato abbastanza.

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Le Otto Montagne

Le otto montagne di Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch

Il più bel film italiano dell’anno è diretto da due belgi. Cosa vuol dire questo? Niente. È un film bellissimo su una storia di amicizia come non se ne vedeva da tempo. Forse dai tempi di Non essere cattivo di Claudio Caligari che per l’appunto aveva sempre come protagonisti Luca Marinelli ed Alessandro Borghi, che dimostrano di avere sul grande schermo una chimica pazzesca.
Da non perdere.

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Licorice Pizza di Paul Thomas Andresonn

Un film bellissimo, fatto quasi solamente di interpretazioni magistrali e regia sopraffina. Un cult istantaneo che dimostra ancora una volta la grandezza di questo autore.
Bellissimo!

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Thor: Love and Thunder di Taika Waititi

L’ho già detto che mi diverto sempre con i prodotti Marvel, no? Anche quando sono palesemente tirati via come questo. Un filmino carino, niente di più. Positiva come sempre l’interpretazione di Christian Bale, purtroppo sfruttato molto poco.

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X – A sexy horror story” di Ti West

C’era molto rumore attorno a questo horror, soprattutto per il doppio ruolo interpretato da Mia Goth, e tutto sommato il film è piacevole, ma forse è solo l’apertura del secondo capitolo Pearl, in realtà un prequel, che è uscito a Venezia e di cui parlano tutti molto bene.
Dato che non l’ho ancora visto sospendo il giudizio, ma la cosa che mi ha convinto meno è che in un film intitolato sexy horror story, la parte sexy è totalmente assente, se non nell’idea del plot (ragazzi che affittano una casa di campagna per girarci un film porno).

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Nopedi Jordan Peele

Uno dei film che mi ha colpito di più quest’anno. Peele è un grandissimo autore e lo dimostra anche stavolta, creando un film che spiazza lo spettatore, facendogli credere di essere un film di fantascienza ma rivelandosi come Monster movie. È stato definito da molti come Lo Squalo nel cielo e credo che la definizione sia perfetta. Inoltre ha una lettura meta-cinematografica che mi è piaciuta tantissimo.
Assolutamente da non perdere.

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Minions 2 di Kyle Balda, Brad Ableson e Jonathan del Val

È diventato immediatamente il film preferito di Iris.

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Crimes of the future di David Cronenberg

Cronenberg che fa Cronenberg è sempre una delle cose cinematografiche più interessanti dell’anno. Un film che, come tutti quelli dell’autore, con il body horror porta avanti molte riflessioni diverse, sul concetto di arte, sul cambiamento climatico e sull’umanità.
Eccellente.

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Men di Alex Garland

Questo film ha fatto storcere la bocca a molti, ma personalmente l’ho trovato molto interessante e forse tra i più inquietanti dell’anno. Un film che affronta la mascolinità tossica in un modo super coinvolgente e straniante. Bravissima, come sempre, Jessie Buckley.

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Bullet Train di David Leitch

Uno dei film più divertenti dell’anno. È una cazzatona fracassona, ma sapendo cosa si sta guardando non può che conquistare. L’ho rivisto anche in Giappone in IMAX 4D (quei cinema in cui le sedie si muovono e ci sono effetti speciali come fumo o lampi) e sembra proprio pensato per essere questo: un giro sulle giostre. Per come la vedo io, il cinema deve essere anche questo.

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“Il signore delle formiche di Gianni Amelio

La storia, super interessante, è molto ben interpretata sia da Luigi Lo Cascio che da Elio Germano, ma nel complesso l’ho trovato più un film TV che un film cinematografico.

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Don’t Worry Darling di Olivia Wilde

Il film di cui ci ricorderemo più dei gossip (tipo il presunto sputo di Harry Style a Chris Pine) che del contenuto, per quanto sia totalmente un pastrocchio, mi ha intrattenuto e forse ha giovato alla visione l’effetto opposto alle alte aspettative. Ne avevo così poche che tutto sommato mi è piaciuto.
Ma ripeto che è un pastrocchio in cui non torna quasi nulla.

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Omicidio nel West End di Tom George

Divertentissimo whodunit, quei gialli in cui devi scoprire l’assassino, che gioca con genere e lo omaggia. Mi è piaciuto tantissimo.

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Nostos di Mauro Zingarelli

Tra le cose che ho visto in sala quest’anno c’è anche un corto della casa di produzione Slimdogs (che sicuramente conoscete già). Un racconto dispotico sulla memoria e la nostalgia, ben diretto e ben interpretato, con una storia produttiva bellissima (è stato scritto, prodotto, girato e post-prodotto assieme alla loro fanbase che seguiva tutto il processo su Twitch) ed è arrivato alla Biennale di Venezia nella Settimana Internazionale della Critica. Bravi tutti.

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Everything Everywhere All At Once di Daniel Kwan e Daniel Scheinert

Ecco un’altro dei film più belli dell’anno, almeno per il sottoscritto. Una storia familiare piccolissima (il rapporto madre-figlia) narrato con un impianto complessissimo, che lo rende una delle esperienze più bizzarre vissute in una sala cinematografica. Parla di Multiverso meglio di qualsiasi altro film che fino ad ora ha toccato l’argomento (forse secondo solo a Into the Spiderverse).
Meraviglioso.

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Ninjababy di Yngvild Sve Flikke

Un altro piccolo film che ho trovato per caso al cinema Stensen di Firenze, da sempre il mio contenitore di cinema di fiducia, e anche stavolta non sono rimasto deluso. È la storia di una ragazza aspirante fumettista che scopre di essere incinta all’ottavo mese di gravidanza.
Film super divertente e per niente scontato.
Una bellissima scoperta.

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Siccità di Paolo Virzì

Altra cocente delusione. Era da tempo che aspettavo un fantascienza italiano d’autore e il film che mi sono trovato a vedere era una sequela di luoghi comuni, errori logici e una serie di personaggi bidimensionali di cui non mi è interessato il destino neanche un secondo.
La definizione perfetta è troppa carne al fuoco con tutto fumo e niente arrosto.
Peccato.

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Persepolis di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud

Il bellissimo film di animazione tratto dall’omonimo fumetto di Marjane Satrapi che ho avuto la fortuna di rivedere a Roma in occasione della Festa del Cinema con la presenza dell’autrice che ha poi incontrato il pubblico.

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The Fabelmans di Steven Spielberg

Dopo Sorrentino e Branagh è la volta di Spielberg di celebrare il cinema attraverso lo sguardo della propria infanzia. Rispetto ai due precedenti, questo parla molto più di cinema e facendolo mette in una luce diversa tutta la filmografia di uno dei più grandi registi viventi.
Il finale è un colpo di genio inaspettato che innalza il film di almeno due voti.
Assolutamente da vedere!

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Amsterdam di David O. Russel

Non ho capito perché è stato così tanto osteggiato. L’ho trovato un film piacevole e divertente, come quasi tutti quelli di David O. Russel. Forse sono stati considerati un po’ troppo i precedenti?
Comunque è una storia di un terzetto di amici testimoni di un omicidio che darà il là ad una storia molto più grande ed intricata.
Comunque per me è un film da vedere.

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Black Panther: Wakanda Forever di Ryan Coogler

Questo film del Marvel Cinematic Universe è principalmente un film tributo per la prematura e dolorosa dipartita di Chadwick Boseman. Il film è molto squilibrato, ma ha dei bellissimi momenti ed è appunto un ottimo tributo. Se solo Episodio 9 avesse fatto un quarto di ciò che fa questo per omaggiare Carrie Fisher, non avrebbe ammazzato la mia passione per Star Wars. Maledetto JJ.

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The Menu di Mark Mylod

È stato presentato come una commedia horror sul mondo della cucina e di horror ha davvero poco, ma la parte comedy effettivamente funziona. Ad un primo impatto non mi aveva convinto, anche perché il paragone con gli altri due prodotti audiovisivi sul tema della cucina usciti quasi in contemporanea (Boiling Point e la serie The Bear) era inevitabile e gli altri due, chiaramente per intenzioni totalmente diverse, erano decisamente più a fuoco.
Poi, ripensandoci, mi ha convinto un po’ di più.
Da guardare con la consapevolezza che è puro intrattenimento, niente di più.

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Black Adam di Jaume Collet-Serra

Ecco, questo anche dovrebbe essere puro intrattenimento, ma alla fine è solo un troiaio. Fortunatamente dopo questo ennesimo flop la DC ha deciso di ripartire da capo affidando tutto a James Gunn.

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Triangle of Sadness di Ruben Östlund

Chiariamo subito che è un ottimo film, quindi la palma d’oro ci può stare, ma personalmente l’ho trovato il film meno riuscito di Östlund. Ho trovato la metafora troppo sempliciotta e, al netto di alcune trovate effettivamente geniali, nel complesso un po’ troppo inutilmente prolisso.
Però è da guardare.

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La stranezza di Roberto Andò

La sorpresa italiana dell’anno. Un film su Pirandello che è una “pirandellata”, con un’ottima interpretazione da parte del duo Ficarra e Picone.

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Bardo di Alejandro González Iñárritu

Altro film osteggiato un po’ da tutti, ma personalmente l’ho trovato grande cinema.
Ecco, non so quanto senso abbia vederlo su Netflix, ma in sala è stata una bella esperienza.

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Strange World” di Don Hall

Anche questo è stato un flop gigantesco, come praticamente tutti i cartoni Disney che esplorano mondi magici (vedi Atlantis o il mitico La pentola di Taron), ma esattamente come gli altri, a mio avviso, è un ottimo film. Niente di sorprendente, con forse risarcimento eccessivo del tema dell’inclusività (che è veramente presente in ogni scena), ma è assolutamente figlio dei tempi.

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Glass Onion: A Knives Out Mystery di Rian Johnson

Secondo capitolo di Knives Out, sicuramente meno a fuoco del film precedente, ma comunque gradevole e divertente.
Ecco, questo su Netlix ci sta.

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Guillermo del Toro’s “Pinocchio

Il più bel film di animazione dell’anno. Ennesima rilettura di Pinocchio, ma stavolta con una chiave veramente intelligente e malinconica. Tutta la storia è ambientata durante il fascismo e affronta principalmente il tema dell’elaborazione del lutto.
Vale anche solo per il momento in cui Pinocchio sfotte Mussolini.

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“Bones and All di Luca Guadagnino

Anche questo è un ottimo film, Guadagnino si dimostra ancora una volta tecnicamente perfetto, ma alla fine della fiera l’ho trovato la versione adulta di Twilight.

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Il gatto con gli stivali 2 di Joel Crawford

Una sorpresa. Molto molto bene, un film di animazione che mischia un po’ di tecniche e che comunque riesce ad inserirsi nell’universo di Shrek meglio di alcuni sequel o del suo primo capitolo.
Consigliato.

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Singin’ in the rain” di Stanley Donen, Gene Kelly

Musical capolavoro meta-cinematografico. Una gioia per gli occhi (e le orecchie) poterlo rivedere in sala per la prima volta.
Capolavoro.

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Avatar: la via dell’acqua di James Cameron

Cameron è il re indiscusso dell’industria cinematografica. Ha fatto un film di oltre tre ore, che ha come prezzo medio 17€ in sala e, a dispetto di chi si lamenta dei film lunghi o del prezzo del cinema, a distanza di due mesi è ancora in sala e ha già superato i due miliardi di incasso, collocando i suoi film tre tra i quattro incassi più alti della storia del cinema. E in questi giorni torna in sala anche Titanic, che probabilmente farà nuovamente numeri pazzeschi.
Al di là di questi dati puramente industriali, il film è visivamente una delle cose più belle mai viste in sala e chi si lamenta della pochezza della trama, semplicemente si è dimenticato l’essenza del cinema: immagini in movimento.
Ho avuto la fortuna di vederlo in IMAX 3D e penso che sia il tipo di esperienza cinematografica da fare almeno una volta nella vita.
Bellissimo.

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Fitzcarraldo di Werner Herzog

Per quanto ne sapessi moltissimo, non l’avevo mai visto e ho approfittato del restauro della Cineteca di Bologna (grazie Cineteca di Bologna) per colmare questo gap. Che dire? Un capolavoro.

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Saint Omer di Alice Diop

Bellissimo esordio alla regia di una storia dolorosissima, un infanticidio, affrontato in un aula di tribunale, ma che racconta molto di più.
Assolutamente consigliato.

***

Eo di Jerzy Skolimowski

Uno dei film più particolari dell’anno, la storia di un asinello che omaggia il classico (che non ho visto) Au hasard Balthazar di Robert Bresson.
È anche questo un film che ci ricorda l’essenza del cinema ed è stata una bella scoperta.
Un po’ troppo cattivo il finale, ma decisamente un film da vedere in sala per ricordarsi appunto la magia del cinema.