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Reaching for the stars: la mostra di Palazzo Strozzi



La Fondazione Palazzo Strozzi ha inaugurato Sabato 4 Marzo a Firenze una mostra intitolata “Reaching for the Stars”, che attraverso più di 70 opere di importanti artisti italiani e internazionali, celebra le stelle dell’arte contemporanea.

La mostra, promossa e organizzata in collaborazione con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, esplora le principali ricerche artistiche degli ultimi decenni attraverso una costellazione di opere esposte in tutti gli spazi di Palazzo Strozzi, dal Piano Nobile alla Strozzina, con una speciale nuova installazione: un razzo alto 15 metri dell’artista polacca Goshka Macuga per il cortile rinascimentale.

Installazione di Goshka Macuga

Curata da Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi, l’esposizione si pone come celebrazione dei trent’anni della Collezione Sandretto Re Rebaudengo, una delle più famose e prestigiose raccolte d’arte contemporanea a livello internazionale.

Il progetto a Palazzo Strozzi nasce infatti nella volontà di creare una piattaforma di sperimentazione e partecipazione in cui si uniscono l’esposizione di opere della collezione, nuove produzioni create per la mostra, oltre a un ampio programma di attività e progetti con gli artisti protagonisti di talk e workshop, e a numerose attività per coinvolgere il pubblico.

Nella mostra sono presenti opere come “1000 Names” (1983) di Anish Kapoor o “Love Is Great” (1994) di Damien Hirst, insieme a un’ampia selezione di lavori di Maurizio Cattelan, artista centrale per un’esplorazione dell’arte italiana tra gli anni Novanta e Duemila, insieme, tra gli altri, a Paola Pivi o Lara Favaretto.

Tra fotografia, serigrafia, scultura e pittura

In parallelo si snodano sezioni tematiche come quella dominata dalla celebre serie “Untitled Film Still” (1978-1980) di Cindy Sherman, che propone una riflessione sociale e politica sul tema dell’identità in rapporto a opere di Shirin Neshat, la serigrafia “Untitled (Not ugly enough)” (1997) di Barbara Kruger o la scultura in materiali organici “Self-Portrait” (1993) di Pawel Althamer.

Shirin Neshat Faceless from Women of Allah Series

La scultura è rappresentanta dai grandi lavori di Andra Ursuţa, Adrián Villar Rojas, Berlinde De Bruyckere, Mark Manders, le cui pratiche investigano il corpo e la figura tra decostruzione e ricomposizione.

A questa fa eco la perlustrazione della ricerca pittorica attraverso dipinti di artisti come Lynette Yiadom-Boakye, Sanya Kantarovsky, Michael Armitage, Cecily Brown, Avery Singer, testimoniando la perdurante vitalità di questo medium, tra figurazione e astrazione, soprattutto nelle generazioni più giovani.