A rappresentare la nuova scuola della scena livornese ci pensa la PLV.
Gavi Man, Vegan, Clocka e Kava Kross ai microfoni, Oner, dal passato techno, ai beat.
Il gruppo si forma nel 2008 per mano di Gavi Man e di Clocka, presto si aggiunge Vegan ed in seguito gli altri due, per arrivare all’attuale formazione a cinque l’estate scorsa.
Giovanissimi (escluso Clocka che sta sui 30) viaggiano tutti attorno alla ventina e vengono influenzati dall’ondata di rap italiano che, all’inizio del nuovo millennio, sconvolse schemi e classifiche, con particolare riferimento al Truce Klan ed ai Club Dogo.
Le esperienze precedenti non mancano e sono, fortunatamente, anche abbastanza eterogenee fra loro: qualcuno arriva da altri gruppi hip hop, qualcuno si è formato in ambito techno, qualcun altro ha vissuto la curva e lo stadio.
“A Livorno chiaramente esisteva già una scena hiphop, rappresentata da gente come Dyami, Arez o Ninja. Noi pensiamo di aver dato un po’ una svegliata qui, allargando il bacino di utenza, così come Truce e Dogo sono riusciti a fare a livello nazionale, con testi crudi ed ignoranti.”
Le collaborazioni in territorio livornese si estendono ai Villa Sound, alla Setta 17,e a Chaz. Fuori dalla Toscana invece non mancano le apparizioni live come a Milano, con Emis Killa ed Ensi, e a Ravenna con Malestremo Gang. In Toscana c’è una bella connessione con i Verzhill di Viareggio, dove la PLV ha registrato diversa roba.
Recentemente li abbiamo visti in azione a Lucca, in apertura a Salmo.
“In giro per Livorno non c’è il rap. Ci sono però dei fondi, nella zona industriale, che sono stati adibiti a spazio per la musica. Ci facciamo studio e sala prove però, per quanto riguarda le serate, le destinazioni sono quelle dell’Aurora e della Caserma, il centro sociale aperto di recente.”
Il nome PLV ha cambiato di significato, passando da Pineda Loca Violence (una pineta, nel Coteto, dove i ragazzi hanno passato diverso tempo, salvo poi prendere strade diverse) a Periferia Labronica Violenta.
Al momento i ragazzi hanno registrato un mixtape nel 2010, “Original mixtape”,ed un disco solista di Vegan, prodotto da Adribeat ed intitolato “Silent Kill”. Già in cantiere il nuovo materiale per il prossimo progetto, prodotto da Oner, Yub, Fist e Bug.
“Devi sapere che io (chi parla è Gavi) Oner e Bug abbiamo anche un altro gruppo, techno, che si chiama Lokatek, il cui nome si rifà, appunto, al vecchio significato dell’acronimo della PLV.”
Dopo i primi testi, come già detto, crudi ed espliciti, figli della prima passione per certo rap italiano, le liriche del gruppo si spostano su tematiche più attente verso il sociale ed il politico. Ed ovviamente Livorno.
“Livorno da fuori sembra in un modo, ma viverla è completamente diverso. Ha un grande valore underground però in realtà non c’è niente. Ci sono un sacco di gruppi ma c’è un solo posto per suonare, che è l’Aurora. C’è tanto spaccio, non c’è lavoro, c’è una crisi di lavoro allucinante. C’è un modo di crescere in cui si impara il rispetto però di fondo il livornese il rispetto non lo porta mai a nessuno, per cui c’è questo strano modo di crescere fatto di ambiguità.”
Vero centro di formazione invece, per questi ragazzi, pare esser stata piazza Attias.
“C’erano skater, writer, la scena si incontrava lì, ci passavano i gruppi, i sound, tutto. Per noi è stato il nostro biglietto d’ingresso per l’hip hop. E’ un po’ la grande madre di tutti, piazza Attias. A causa dello spaccio che c’era in piazza, in pieno inverno recintarono tutto lo spazio sotto al centro commerciale che solitamente utilizzavamo per ritrovarci. Questo ci costrinse a rimanere all’esterno, nacquero altri problemi legati alla vivibilità della piazza ed alla fine la cosa è morta lì.”
La PLV, risulta decisamente in controtendenza per un motivo: a differenza di molti loro coetanei, si sono ben guardati dall’intasare Youtube con dei video tirati via.
“Non siamo ancora usciti con l’album ufficiale e, soprattutto, devi avere la canzone per farne un video. Adesso chiunque fa un video dopo che ha scritto tre canzoni e, senza voler offendere nessuno, i risultati di questo si vedono.”
Musicalmente parlando c’è tanta New York, cose come Mobb Deep ed i Wu Tang Clan, ma anche un bel po’ di rapper italiano. I più giovani hanno cominciato guardando la tv, apprendendo l’italica rima da personaggi come Fibra e Marcio per poi spostarsi su altri ascolti, dai Colle der Fomento fino ad arrivare ai bolognesi Fuoco negli Occhi.
“Il nostro hip hop è di derivazione gangsta, per quanto riguarda i ritmi ed anche una certa attitudine. Però a livello di testi siamo molto più orientati sul sociale. E’ un gangsta sociale, diciamo.”
Top 5 dei PLV in nessun ordine di preferenza
1)Colle der fomento
2)Sanguemisto
3)Lou X e Cuba Cabbal
4)Rancore e Dj Myke
5)Alchemist