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Fake News e Intelligenza Artificiale: siamo del gatto!



Ecco un nuovo pippone sull’argomento che più mi stimola in questo 2023: le intelligenze artificiali, per chi non ha seguito le puntate precedenti.

Tra i tanti aspetti ombrosi che avvolgono il tema, quello che a mio avviso è il più preoccupante è quello delle fake news e l’impatto che l’intelligenza artificiale può avere sulla loro diffusione.

Sì, lo so, abbiamo sentito parlare delle notizie false migliaia di volte, ma mai come adesso è necessario affrontare l’argomento prima che sia troppo tardi.

Prompted by Fabio Venni

Che la forza di una notizia sia tremendamente più forte di una sua smentita non è certo una novità, basti pensare al famoso esempio del legame tra vaccini e autismo. Una bufala colossale, smontata da innumerevoli studi scientifici, di cui siamo riusciti ad identificare chiaramente il punto di partenza e le motivazioni economiche che hanno spinto in quella direzione, eppure, nonostante le smentite, la paura si è insinuata nella mente di tante persone, causando un calo delle coperture vaccinali e il ritorno di malattie che si credevano debellate (non mi sto riferendo al covid, ma a molto prima).

Ecco, in quel caso sono bastate delle parole e qualche documento farlocco a trasformare una falsità in una realtà dura da scardinare, ma oggi con le AI le fake news non sono più solo notizie false, ma vengono supportate da documenti e testimonianze create ad hoc e difficilmente distinguibili da documentazione autentica. Ecco il pericolo che ci troviamo ad affrontare oggi.

Prompted by Fabio Venni

Le intelligenze artificiali come GPT-4 o Midjourney 5 sono in grado di generare contenuti estremamente realistici e convincenti, che se utilizzati per dare solidità alle fake news, sono in grado di raggirare anche il più attento degli utenti (senza contare le applicazioni alla voce e al video).

Per fare un esempio, con Fabio Venni, il mio compagno di avventura nel magico mondo delle AI, è successo almeno un paio di volte a testa di “cascare” nel tranello del “sarà vero?” su immagini che ci scambiavamo proprio parlando del tema.

È un pensiero preoccupante, soprattutto perché, come dicevo prima, sappiamo quanto sia difficile smentire una notizia.

Prompted by Fabio Venni

Ma perché è così difficile? La risposta sta nella nostra natura umana. Quando leggiamo una notizia che conferma le nostre paure o le nostre convinzioni, tendiamo a darle più credito. Inoltre, spesso le notizie false si diffondono molto più velocemente delle smentite, perché fanno leva su emozioni forti come la paura, la rabbia o la sorpresa.

Basti pensare a quanto successo la scorsa settimana a Firenze quando Nardella è intervenuto per fermare l’azione di Ultima Generazione (tema che non affronterò strettamente in questa sede, ma magari nei prossimi giorni sì). Subito dopo il fatto si è creata una scissione tra chi, in base alle proprie preferenze politiche, ha voluto vedere l’avvenimento come un complotto organizzato per aumentare la street credibility del Sindaco di Firenze e chi invece l’ha letto come un atto eroico ed un gesto d’amore verso la propria città. Tralasciando il fatto in sé, la cosa interessante da analizzare è proprio la scelta individuale di come schierarsi (anche solo mentalmente) rispetto a questo avvenimento, leggendo in modo opposto anche il materiale audiovisivo che ha accompagnato la vicenda.

Prompted by Omar Rashid

L’altra cosa che mi terrorizza è l’impossibilità di una determinata fetta di popolazione di poter gestire questo tipo di fenomeno.
Come può una persona della generazione dei miei genitori (che sono relativamente giovani), che già ha difficoltà a schivare le fake news, affrontare l’avvento dell’AI senza rimanerne travolta? Che strumenti può avere un’ottantenne per stabilire che una foto o un video in cui si sente una determinata persona parlare con la propria voce ma dire cose controverse sia reale o meno?

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Ecco perché la lotta alle fake news è così complicata. Per smentire una notizia falsa, bisogna lavorare sodo, trovare dati e prove attendibili. Ma la verità è che, purtroppo, una volta che una fake news ha preso piede, è difficile far cambiare idea a chi ci ha creduto.

Non so come si possa contrastare questo fenomeno, sicuramente dobbiamo lavorarci insieme.

Innanzitutto, è fondamentale educare le persone a riconoscere le fake news e a verificare le fonti (già solo questa cosa sembra utopica, lo so). Poi, bisogna promuovere un’informazione di qualità e responsabile, che tenga conto delle nuove sfide che l’intelligenza artificiale pone (altrettanto utopico, ma forse saranno proprio le AI a darci una mano in questa direzione).

Insomma, pur essendo fermamente convinto che l’avvento dell’AI rappresenti un’opportunità rivoluzionaria, sul tema delle fake news è indispensabile mantenere una sana dose di scetticismo e vigilanza. Prima che sia troppo tardi.