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Esplorare, sperimentare, sviluppare, soprattutto condividere. Deve essere stata questa l’idea fissa che ha avuto Gianluca del Gobbo, quando nel 2001 ha creato FLxER, un free-software di mixaggio audio-video, dedicato a chi, come lui, è stato un pioniere nel panorama italiano del veejaying.

La particolarità di FLxER è quella di essere un software creato esplicitamente per realizzare di video performance in tempo reale. La predilezione di Gianluca per tutto quello che riguarda la tecnologia ha dato una mano nella messa in opera di un progetto che, per quel periodo, risulta innovativo ed ambizioso. Eppure la sua bravura è anche quella di non custodire gelosamente il suo segreto, ma di voler riuscire a far si che tutti i vj possano performare dal vivo come i “colleghi” dj. Le buone intenzioni, si sa, pagano sempre. E FLxEX piano piano si sviluppa, si autopromuove, diventa un punto di contatto per tanti appassionati di live video, cosi’ che intorno a questo software si crea una community.

Condividere, è questo che gira ancora nella testa del creatore di FLxER. E condividere è anche quello che viene piu’ naturale a tutti gli utenti di FLxER, che a soli tre anni dalla sua nascita hanno l’esigenza di andare oltre, hanno l’esigenza di confrontarsi, sperimentare, approfondire insieme le tematiche, le tecniche e le tecnologie che gravitano intorno al mondo del vjing, fenomeno in espansione sia in Italia che all’estero. C’è
quindi una gran voglia incontrarsi, con chi magari vorrebbe solo dire “grazie!” e con chi invece ha trovato il lavoro della sua vita grazie a questa iniziativa.

E’ il 30 Ottobre 2004, siamo a Roma, al Linux Club, una delle patrie indiscusse della scena alternativa romana. Amici, appassionati, curiosi, si ritrovano per assistere alla presentazione della nuova versione di FLxER. Ma questa volta non è una presentazione come le altre: si uniscono al gruppo anche i FLxER Abusers, un collettivo di vj e video artisti accomunati dall’interesse per la ricerca nell’ambito della live video performance. E’ prima edizione di Live Performers Meeting (LPM), un incontro internazionale dedicato appunto ai live video performers, video artisti e vj.

I numeri sviluppati dalla community sono già rassicuranti: 2.998 utenti di tutto il mondo che condividono 1.828 file video. Ma la crescita non si ferma. Nel 2008 LPM si sposta all’Ex-Mattatoio di Testaccio a Roma, nel Padiglione Macello IV, su oltre 900 mq di spazio che ben si adattano alle esigenze di un meeting cresciuto in termini di contenuti, richieste di adesione da parte di artisti e presenze di pubblico.

Una componente importante della community degli artisti viene dall’estero, caratterizzando LPM come un evento davvero globale. Per questa ragione viene organizzata sempre nel 2008 la prima edizione straniera, con LPM che si sposta oltreoceano, a Xalapa, Veracruz (Messico), per incontrare quella grossa fetta di utenza sudamericana particolarmente attenta al progetto fin dalle sue primissime iniziative. L’evento, organizzato anche grazie alla collaborazione di istituzioni, partner e sponsor locali, ospita 92 artisti e il suo successo ha un ruolo importante nel panorama culturale locale.

Nel 2009 e nel 2010 LPM si sposta ancora, in una sede che per la città di Roma ha un’importanza notevole: il Brancaleone, uno degli storici spazi autogestiti della metropoli, la cui struttura, sia per gli ambienti che per la tecnologia, si adatta perfettamente alle necessità della manifestazione. Nella passata edizione romana, quella del 2011, la location scelta è il Nuovo Cinema Aquila, uno spazio culturale polifunzionale recentemente rinnovato, dedicato al cinema e alle arti visive, con tre piani e tre sale di proiezionea provviste dei più alti standard tecnologici, foyer e ulteriori spazi dedicati all’interazione e alla condivisione.

Forte della sua risonanza internazionale, nel settembre 2011 LPM scarca a Minsk, con la sua prima edizione bielorussa, durante la quale si esibiscono ben 156 artisti provenienti da 21 Paesi, un segno evidente della credibilità del progetto, che attira un vasto pubblico e risquote una forte risonanza mediatica, grazie anche a due fortunate preview, una a Parigi ed una a Budapest.

L’idea di base, dunque, si è quindi realizzata: LPM è ormai qualcosa di unico al mondo, un appuntamento che nel corso di otto anni ha presentato oltre 1500 progetti, con piu’ di 2.200 artisti provenienti da 51 paesi — dal Canada al Brasile, dall’India a Israele, fino alla Nuova Zelanda, per non parlare della nutritissima comunità di vj italiani ed europei. L’identità multipla del meeting è percepibile già dal programma, che alterna live performance, workshop, presentazioni e dibattiti su temi legati alla visual culture.

Il progetto FLeXR è cresciuto di pari passo e oggi conta oltre 12.000 vj che condividono sui suoi server piu’ di 8.000 file video. Investigando tecnologie, tecniche e linguaggi questa community ha profondamente inflenzato l’evoluzione delle performance live video a livello globale, diffondendo tendenze che diventano espressione artistica di un’intera generazione che non ha piu’ in mano carta e penna, ma che esegue dal vivo opere con un approccio narrativo sperimentale, o che utilizza i volumi architetturali animati al posto di tele e pennelli, come nel Video Mapping, in cui la proiezione su superfici statiche confonde e seduce le nostre percezioni.

Oggi, LPM si prepara per la sua XI edizione, che si terrà dal 31 maggio al 3 giugno al Macro, il Museo di Arte Contemporanea di Roma, uno spazio recuperato nel quartiere Testaccio, considerato come uno dei centri di aggregazione culturale piu’ prestigiosi in Italia. Sempre nel 2012 sono previste diverse anteprime di LPM, durante eventi promozionali focalizzati sul live video, a Budapest, Atente, Parigi, Berlino e Bogotà.

Esplorare, sperimentare, sviluppare: se questo è il risultato di un’idea che è stata messa in pratica quasi senza realizzare da subito le sue potenzialità, non si puo’ non chiamarlo talento.