Se a Napoli come a Los Angeles ti dicono che uno è grosso allora puoi fidarti. Da quelle parti non sbagliano su certe cose.
Proprio verso quelle latitudini viaggiano i nuovi beat di uno dei più stilosi, rispettati e profondi producer italiani, il pisano Herrera. Come quello del pallone è un mago, solo che gli schemi te li disegna col campionatore mica sulla lavagna e gli dei del suo olimpo sonico li va a scovare nei solchi di vinili che non ti immagini nemmeno, non nei campetti di provincia (ma esistono ancora i campetti di provincia?).
Non avesse fatto il dj e il producer lo avrei visto bene a fare il sarto. Herrera sa dove ritagliare, dai suoi preziosi vinili, frammenti luccicanti e, partendo da quelli, imbastire ritmiche, cucire loop… Meglio di Helenio ti tiene incollato ai ritmi di un gioco che il pressing lo fa sui capisaldi della black music.
I primi a intuirne il talento furono i mitici Maniaci dei Dischi che per il loro “Hey Presto” chiesero al ragazzo, cresciuto con il suono classico dell’hip hop, in fotta per scratch e beat juggling, di produrre il beat per Re-nato. Da allora non smisero di portarselo in giro a fare gli screcci sui palchi. Chi ha goduto delle sue coreografie sul 1200, accanto a Painè e Fonx, s’è beccato alcune delle migliori pagine del djing italiano.
Ad un certo punto, non si sa come, la voce che questo è bravo a fare i beat che non ti stacchi dalla testa arriva nella città degli angeli, dove ne sanno a pacchi non solo di hip hop ma anche di ritmi parecchio futuribili. I primi a muoversi sono i Rebels to the Grain che lo chiamano per l’album “Harvest Season“. Nei vicoli di Napoli non stanno a guardare e Speaker Cenzou vuole il nostro a remixare Cmq sta nu fatt asott. Ne viene fuori una storia cosmica dove le metriche del peso massimo di San Gaetano fanno la gincana tra riverberi, laser sparati nella galassia e echi stellari che manco Sun Ra. Musteeno non vuole chiudere il suo ottimo “Ipnosi collettiva” senza una gemma firmata Herrera e allora lo chiude in studio per Stone-Lude: lì, in una manciata di secondi, puoi capire la caratura del ragazzo dai polpastrelli d’oro.
Nel 2010 poi sbaraglia la concorrenza e si porta a casa la coppa più grande nella gara nazionale per beatmaker (Beat the Beat) dell’IDA.
Se vuoi apprezzarlo sulla lunga distanza procurati i suoi beat tape e vai a star bene. Ascoltarli nelle cuffie buone mentre pedali in città, ti mette le ali più della taurina.
Dici che si fa fatica ad aspettare i prossimi album di Sangue Mostro e Rebels to the Grain per ascoltare i suoi prossimi beat? No problem, mister: c’è il mix in esclusiva per Mixology, nuovo di zecca. “Taca la bala, Herrera”!