La cosiddetta cultura carnivora, una sorta di protesi nella protesi della Body Art – all’interno delle installazioni dell’artista russo Dimitri Tsykalov – esplode nel cuore come un diluvio di nervi. Teniamo in serbo quei corpi lacerati con precisione chirurgica, le angurie spaccate o recise meticolosamente solo per elaborare un lutto elettrico. Da detergere col sapone, senza Sapere, senza Spumone. La fine della cultura e la fabbrica della pelle, la linea dell’abisso e la macchia di certe stelle; due mete in una al fulmicotone.
Manca giusto il terzo tassello: dopo performance e divagazioni su verdura & frutta e accanimenti sulla carne, è il turno delle carte di credito, ammucchiate selvaggiamente in una collezione di colori che sta ad indicare l’instabilità finanziaria, la volatilità dei mercati, il rischio default o downgrade dell’intera Eurozona.
L’ammasso di gomitoli riposa al suolo come un corpo impastato di tilt ed attraverso i fili interlacciati ci inchioda là dov’eravamo rimasti nel 2007-2008, durante il preludio della crisi finanziaria. La banca cinese, quella araba, l’American Express… nessuno immune. Più care della fine del mondo, quelle carte. E in esposizione presso la Galerie Rabouan Moussion di Parigi, a mò di sberleffo di chi ci ride appresso.