L’insostenibile leggerezza delle statistiche “dell’essere” Vannacci
di Erminia Maria Gullo18 Giugno 2024
Questa cosa del “è bella però è rifatta”, non la comprenderò mai.
Capisco che si possano avere gusti differenti.
Ma se una persona ti piace, cioè: se il risultato rientra nei tuoi gusti, nei tuoi canoni, che senso ha il “però”?
Il risultato qual è? L’essere bella.
Scrissi già un articolo un bel po’ di tempo fa sul “Naturale Vs Artificiale”.
Avrei centinaia di esempi da fare su come l’artificiale (fatto con arte), sia decisamente – oggi – più “naturale” di quanto non lo sia il naturale.
Per rimanere sul contemporaneo: senza penicillina – che non mi pare sia una roba così naturale – saremmo morti tutti per un mal di gola.
Ok: mi fanno – giustamente – notare, che la penicillina è un fungo. Ma la sua preparazione sotto forma di antibiotico, non avviene certo in maniera “naturale”.
Ma ci sono decine e decine di altri esempi di farmaci o metodi salva vita che potrei citare. Si rimane in vita grazie a tubi e macchine. Ad esempio.
“È guarita però doveva essere morta”.
Ora è troppo viva. Non vale.
Vi faccio uno spoiler, per chi se l’era perso nel precedente articolo: il cannibalismo e in tempi più “recenti” anche l’incesto, erano considerate cose naturali.
Dovremmo ricordarlo a Vannacci che sul normale e il naturale, c’ha fatto i soldi.
Magari bisogna anche avvertirlo (considerato che parla di normalità in termini statistici), che la sodomia è cosa in alta percentuale ben gradita nell’esercito.
Ecco: se sento la parola “naturale”, mi viene in mente Vannacci versione Dittico di Marilyn.
Concludendo: non è che siete migliori se non vi rifate o più belle/i eh.
Date retta a me: fate schifo in entrambi i casi.