Quest’estate sono stato nel paese del Sol Levante e ho scoperto delle cose, che forse un po’ sapevo, ma non fino in fondo.
Il primo giorno, ho visto un anziano in un parco fuori da un tempio che raccoglieva le foglie che cadevano dall’albero con una vecchia scopa di legno. Dietro di lui, le foglie continuavano a cadere sulla strada appena pulita.
Lui imperterrito continuava, questo è il Giappone, e queste sono le dieci cose più una.
1) D’estate fa caldo. Bella scoperta, direte voi. No, ma molto molto caldo. E umido.
E fin qui… ma la prima cosa che ho capito del mio viaggio in Giappone è che per la prima volta nella mia vita sono entrato in un parco e non era più fresco.
Ma c’era il clima della giungla equatoriale e le cicale cantavano a decibel altissimi.
2) Per combattere il caldo usano micro ventilatori che portano ovunque, persino nei tanti templi buddisti.
La potenza di questi ventilatori è ridicola.
Chi lavora in strada o nella metropolitana, esempio la polizia e gli operai, indossano un giubbotto (ma perché?) con i ventilatori incorporati.
Molto tecnologico, non so quanto efficace.
3) Odiano sudare e si asciugano il sudore con degli asciugamani minuscoli che portano sempre dietro, anche perché sono molto vestiti perché… vedi il punto 4!
4) Odiano il sole. Specialmente le donne, che portano sempre un ombrellino contro i raggi UV e maniche coperte, anche con lunghi guanti. Anche in lana.
All’inizio stupisce, poi ci si abitua: tu in pantaloni corti, loro con i guanti lunghi.
5) Si mangia benissimo e sono ossessionati dal cibo.
Un punto in comune con l’Italia, cibo ovunque e sempre buonissimo.
Ogni città e paesino ha i suoi piatti tipici (tipo le mille varianti dei dolcetti con i fagioli azuki) e le sue ricette.
Ristoranti ovunque con insegne pazzesche, e piatti finti fuori, per farti capire quello che puoi mangiare al loro interno.
E tantissimi negozi che vendono cibo da asporto, spesso con i bento. Soprattutto nei pressi delle stazioni, perché mangiano sul treno negli spostamenti lunghi aI Kombini.
Sono minimarket e sono dappertutto, i più numerosi sono i Seven Eleven e Lawson.
Vendono riviste, shampoo, magliette da mettere sotto la camicia antisudore (immaginate se scoprono di aver sudato e hanno la camicia bagnata!), ma soprattutto tanto tanto cibo pronto.
Onigiri, tramezzini (i più originali sono quelli con la frittata giapponese e quelli con il formaggio e la frutta), zuppe di miso, 10 tipi di crocchette di pollo differenti, panini dolci (i melopan), insalatine di alghe con tofu (sono in crisi astinenza da questa!), insomma è facile vedere persone che comprano il loro pranzo o cena al Kombini.
Un’altra cosa strana e che oltre al caffè caldo e freddo in lattina o cup, questi market vendono della frutta congelata in un bicchiere, che dopo averla pagata, la inserisci in una macchina e esce… uno smoothie!
7) Non amano molto il pane (praticamente esiste solo in cassetta) e il formaggio (io ho trovato solo i formaggini).
In compenso hanno dieci tipi di tofu differenti. Buono per la dieta.
8) Sono molto previdenti. Durante il mio soggiorno ci sono stati un terremoto e due tifoni.
I tifoni vengono monitorati costantemente, e fermati treni e metropolitane prima per evitare incidenti.
Godzilla insomma, è una metafora della natura incontrollabile, ma prevedibile. La natura, non Godzilla ovviamente.
9) I giovani sono gentili e curiosi verso gli stranieri, vogliono sapere da dove vieni, cosa hai visto e cosa pensi del loro paese. Gli anziani forse meno.
E quando vanno a lavoro non ti mettere in mezzo sul loro percorso, perché rischi di essere travolto e cascare per terra.
Come guidano al contrario (come gli inglesi), camminano tenendo la sinistra.
10) La cultura dei manga e degli anime. Che è ovviamente famosa anche da noi, ma questo viaggio mi ha fatto capire che è una vera cultura, insita nella loro società ed è dappertutto.
Oltre alle pubblicità sui cartelloni in metropolitana e per strada, ci sono treni e stazioni a tema Pokemon.
Usano i fumetti per le comunicazioni istituzionali (sto pensando a una Meloni o Sangiuliano manga style).
Ci sono musei per i manga a Kyoto e mostre sul design meccanico dei robottoni della nostra infanzia.
Un’ultima nota triste, mentre Doraemon e Gundam sono praticamente dappertutto (dai biscotti nei Kombini ai giocattoli nei negozi), alcuni personaggi della mia generazione come Kenshiro e Evangelion vengono usati per le infami macchinette mangia soldi come pachinko e slot machine, che purtroppo abbondano anche in Giappone.
PS. Se adorate il punto 10 il posto da visitare è il Madarake a Tokyo. Per i vinili Union Disk, ce ne sono diversi tutti vicini, ma attenzione: ogni negozio vende solo alcuni generi musicali, divisi per piano.
Bonus: hanno modelli di auto che non circolano tra le nostre strade.
Se oggi da noi le auto sembrano tutte “pagnotte”, lì sono tutte “scatoline carine”. Mah!
ありがとうございます!