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STORIES

Il Déjà vu delle notizie



Avete anche voi la sensazione che a vari cicli, le notizie si ripetono? Manovre finanziarie, uragani, alluvioni, bombardamenti e guerre.

Un orrendo déjà vu.

L’anno scorso in estate ero nel sud della Francia. Mentre passeggiavo sul lungomare controllavo le notizie, e leggo che il ministro Giorgetti voleva applicare un’ulteriore tassazione sulle aziende che avevano fatto degli extra profitti.

In primis, ho pensato che non mi sembrava una cattiva idea e poi ho pensato di essere stupido, che pensavo a Giorgetti, invece che godermi il lungomare.

Quest’anno, il ministro Giorgetti ha detto la stessa cosa a fine settembre, anziché ad agosto.
Al punto che mi sono domandato: ma aveva detto la stessa cosa o no?

Sogno o son desto? Come quando ti succede una cosa e quella cosa l’avevi sognata, ne sei sicuro… oppure no?

Tanto è vero che sono andato a ricercarla, la notizia della tassazione degli extraprofitti del 2023, e l’ho trovata. Ho trovato, a dire il vero, anche come era andata a finire la storia, sgonfiandosi

Questo mi ha portato a pensare due cose distinte; la prima è che le notizie tendono a ripetersi, ciclicamente.

La seconda è che ci stiamo abituando a queste notizie, il cervello le assorbe, le elabora e le archivia in cartelle e file specifici.

Solo che, come quando si archivia un file con il solito nome, il sistema ti avverte “vuoi sovrascrivere”?

E’ qui che scatta il campanello d’allarme, come sovrascrivere?

Quando è successa questa cosa?

Devo sovrascrivere l’alluvione in Romagna del 2023 con quella del 2024?

Cosa è cambiato? Cosa hanno fatto nel frattempo?

I bombardamenti in Ucraina, con i missili?

Con i droni?

Nel Donbass? A Kiev?

Da quanto è iniziata questa guerra?

Quanto ancora durerà?

Con quale finale?

Non parliamo della Striscia di Gaza, dell’allargamento del conflitto con il Libano, i profughi che scappano e i continui bombardamenti.

Sinceramente, vi ricordate quante volte l’esercito israeliano ha colpito un ospedale?

Una? Due? Tre?

E una scuola?

E soprattutto, ci dobbiamo abituare a notizie come queste, che ciclicamente si ripetono? Ci dobbiamo indignare?

La continua informazione, in televisione, ma sopratutto sugli schermi dei nostri telefoni, dove si altenarno palazzi distrutti e rapper tatuati indagati, influencer e influenze, post sponsorizzati e bambini che muoiono.

Quello che viene chiamato la fine del mondo nei social, il “Doomscrolling” e che ciclicamente si ripete.

Scrolliamo, incessantemente, scrolliamo.

Ora che ho finito quest’articolo, che non fornisce nessuna soluzione, mi domando: ma ho già scritto un articolo del genere?