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C2C: Dalla Francia con furore… I nuovi maestri del turntablism



Probabilmente non avete mai sentito parlare dei C2C. A meno che non siate dentro alla scena del turntablism, ovvero l’arte di ottenere di tutto e di più da uno (o due) giradischi. Se faccio il nome dei Beat Torrent, o meglio ancora degli HocusPocus, è però più facile che quella lampadina che custodite gelosamente da qualche parte si accenda.

E’ dalle esperienze dei Beat Torrent, da cui provengono Atom e Pfel, e degli HocusPocus, da dove invece arrivano 20Syl e Greem, che nascono i semi che daranno vita a “Down the Road”, il primo EP a nome di questo talentoso quartetto di musicisti, uscito lo scorso gennaio, dopo anni di attività live.

L’esperienza live invece nasce molto prima, concretizzatasi soprattutto in un’incredibile striscia vincente al DMC (il torneo mondiale per turntablist, dove i dj che danno vita ai trick più incredibili) che li vede vincitori per quattro anni di fila, dal 2003 al 2006.

Questo eleva il nome C2C a livelli di fama mondiale, anche se stiamo comunque parlando di un genere che nel mondo dell’hip hop rappresenta solo una piccola nicchia di appassionati. Contemporaneamente invece hanno moltissimo successo i due già citati progetti, ovvero il duo elettro dal tocco francese Beat Torrent e l’ensemble rap con le vocazioni jazz HocusPocus. Dopo “Down the road”, in attesa dell’album vero e proprio, che arriverà pare solo a settembre, abbiamo alzato il telefono per una chiacchierata transalpina…

Ciao ragazzi, che state combinando nello studio?
Al momento stiamo girando un film. Scherzo, stiamo girando il video per il brano “The beat” dell’EP “Down the road”.

Come sono state le prime reazioni al vostro lavoro?
Abbastanza buone, la risposta è stata positiva, abbiamo avuto del bel feedback.

Questa è la prima uscita a nome C2C, giusto?

Più o meno. In realtà avevamo già rilasciato alcune cose sui dischi degli HocusPocus, però sì, questo è il primo disco a nome C2C.

Le vostre vecchie cose sono ancora disponibili da qualche parte?
No, solo su YouTube.

Vi ho visti la scorsa estate all’Hip Hop Kemp e posso dirvi che il vostro show, assieme agli HocusPocus ed ai Beat Torrent è stato sicuramente il migliore di questa edizione.
Grazie.

Sono tanti anni che siete in giro. Perché ci avete messo tutto questo tempo a fare un disco?
Fondamentalmente la causa sono i nostri altri progetti, come HocusPocus, che ci hanno tenuti impegnatissimi. Stessa cosa per Beat Torrent. E’ dal 2006 che siamo impegnati tra dischi, tour e remix vari, e non c’era davvero il tempo per fare le cose prima di adesso. L’agenda era sempre piena. Lo scorso settembre abbiamo avuto, per la prima volta in anni, un intero mese di tempo a disposizione per noi. Per cui ce lo siamo presi e questo è il risultato.

Quindi “The beat” sarà il singolo?
No, il singolo sarà “Down the road” che dà il nome all’intero EP.

Verrà fatto un video anche quella canzone?
Stiamo lavorando a quattro o cinque video. L’idea è di farne uno per ogni canzone, per avere il massimo supporto video possibile come accompagnamento dell’EP. Ci proveremo, forse non tutte, ma “Down the road”, “The beat” e “Someday” avranno sicuramente un video.

Chi saranno i registi dei video?
Per quanto possibile cercheremo di fare tutto noi. Ci piace l’idea di mantenere il tutto ad un livello “artigianale” e di coinvolgere nel processo soltanto gli amici più stretti.

Mi è piaciuto molto il sample che avete scelto per “The beat” che recita: “The beat ismy native language”. Il linguaggio che supera le barriere pare essere una costante nei vostri lavori. Già come HocusPocus, spesso, rappavate in altre lingue e non solo in francese.
Si, perché la nostra prima lingua è la musica. E questo è quello che stiamo cercando di offrire come C2C. In questa canzone il linguaggio è il ritmo. Con gli HocusPocus le cose, effettivamente, non erano molto diverse: avevamo testi in francese ma c’era anche un linguaggio musicale. Con i C2C abbiamo solo il linguaggio musicale, che si esprime tra beat e scratch.

Come vi siete incontrati?
Al liceo quando avevamo 17 anni.

Eravate già attivi come dj all’epoca?
No, ci incontrammo grazie alla passione per lo skate e i videogames. Un anno dopo cominciammo a mixare assieme.

Cosa vi colpì, in particolare, dello scratch? Perché il giradischi e non una comune chitarra?
Abbiamo provato bene o male tutti a cimentarci con “veri” strumenti.. fuggendone presto a gambe levate. Lo scratch permetteva maggiori sperimentazioni, e la realizzazione dei trick non è così dissimile dal realizzare una combo a Tekken o a MortalKombat. E’ la stessa cosa. Ognuno di noi sperimentava a casa le proprie tecniche, per poi mostrarle agli altri. e questo divenne il nostro gioco. Inizialmente fu proprio un discorso legato ai trick, ai trucchi da realizzare, prima di essere un discorso di melodia o ritmo. Dopo approdammo a quel livello.

Capisco. Allo stesso tempo trovo il vostro stile molto musicale, cosa in realtà alquanto rara nella scena legata al turntablism. Siete d’accordo?
Si, decisamente. Anche le cose che facevamo al DMC erano decisamente più musicali che tecniche.

A me, ultimamente, il DMC annoia parecchio. Vedo tanti piccoli mostri dello scratch, ma il livello musicale mi sembra decisamente calato.
Si, vero. Però quella è anche la cosa più dura da ottenere. Perché il livello tecnico lo possono raggiungere tutti, quello musicale è molto più complicato.

Ancora su questo EP: avevate già deciso il tipo di sound che avrebbe dovuto avere?
No. Volevamo fare qualcosa di nuovo unendo stili differenti. Direi che ci siamo riusciti, questo EP ben rappresenta quello che i C2C sono adesso. Dentro puoi trovarci sia l’esperienza degli HocusPocus che quella dei Beat Torrent, quindi sia il versante musicale che quello elettronico.

Il vostro processo creativo invece come funziona?
Dipende. A volte ci troviamo in studio ed improvvisiamo, un po’ come una jam, altre volte partiamo da un’idea o da un beat.

Chi pubblicherà l’EP?
Il disco uscirà sulla nostra etichetta, On and on records.

Il vostro disco invece uscirà a settembre?
Dovrebbe.

Avete già un titolo?
Sì, il titolo sarà “Tetra”.

Nel senso di “quattro”, quindi… Ok. Sarete in tour in Europa? Verrete in Italia?
Faremo sicuramente molte date in Francia, abbiamo una serata a Ginevra ed una a Vienna. In Italia è difficile, onestamente, non abbiamo molte richieste.

Siete mai stati qui a suonare come HocusPocus?

No, mai.

E come Beat Torrent?
Mai. L’Italia non ci vuole…

Veramente? Che scandalo!
Abbiamo un contatto in Italia, Ghemon, non so se lo conosci…

Certo!
Abbiamo fatto qualche beat per lui.

Credo sia il miglior Mc che al momento abbiamo in Italia. Ha uno stile suo e questo in Italia ce l’hanno in pochissimi.
Credo sia un problema diffuso, quello di non avere stile.

La scena hip hop francese oggi com’è?
Molto grande. Decisamente uno dei generi più diffusi. Qualche nome sicuramente lo conoscerai anche tu. Tornando al discorso della lingua, per molti di loro non è facile cantare fuori dalla Francia, ma qui in patria sono famosissimi. Ci sono stili diversi, come l’electro hip hop, o il mainstream hip hop, o il jazz hip hop.

Che tipo di seguito avete in Francia? Siete confinati nell’underground? O magari i giornali ed i magazine parlano di voi?
Direi che al momento siamo ancora decisamente underground.

Cosa puoi dirmi di HocusPocus e Beat Torrent? Cosa c’è nel futuro di questi due nomi?
Il progetto Beat Torrent al momento è in stand by, perché vogliamo focalizzarci solo su C2C. Uscirà qualche remix, ma il tour al momento è sospeso, pensiamo solo ai C2C.

In Europa, il rap francese è quello che ha avuto il maggior successo al di fuori dei propri confini geografici. Perché credete che il rap frances sia stato da questo successo, e non ad esempio quello inglese, che non aveva neanche il problema della barriera linguistica?
Non avevamo idea che il rap francese fosse così famoso al di fuori della Francia. Forse perché la lingua inglese viene associata all’America piuttosto che all’Inghilterra.

Che tipo di sentimenti avete per l’industria musicale?
L’amiamo! (risate) Finchè hanno soldi per noi, l’amiamo! (grasse risate). Stiamo scherzando ovviamente. Cerchiamo sempre di vendere i nostri dischi perché ancora non ci sentiamo pronti per regalarli. Però diamo via anche tanta musica gratis. Se ti colleghi alla nostra pagina Facebook potrai vedere che ogni settimana, circa, regaliamo un mix oppure qualche remix o qualche traccia più vecchia. Stiamo ancora cercando di vendere la nostra musica ma, al giorno d’oggi, è necessario essere creativi per portarla al pubblico. Il nostro EP è su Itunes ma, allo stesso tempo, facciamo tanti video per cercare di proporci in maniera originale. Sappiamo bene che il nostro sostentamento proviene dai live, e dai tour, e non certo dalle vendite dei dischi.

So che in Francia esiste una legge che obbliga radio e televisioni a trasmettere una certa percentuale di musica francese.
Si, esatto. Il 41%.

La legge esiste ancora?
Si, è il motivo per cui noi facciamo cose in inglese! (risate generalizzate). Credo che la cosa si applichi anche al cinema.

La ritenete positiva?
Si. Permette ai piccoli artisti indipendenti francesi di sopravvivere di fronte allo strapotere commerciale delle compagnie americane.

Personalmente ho sempre pensato che fosse una delle ragioni del successo del rap francese, al quale questa legge assicura una buona dose di visibilità.
Forse. Può essere.

A voi è successo? Ad esempio: gli HocusPocus erano supportati dalle radio o da Mtv?
Non moltissimo, ma un po’ sicuramente sì. Anche se non credo che fossimo supportati per questa ragione.

C’è ancora qualche giornalista qua in Italia che pensa che i dj non suonino strumenti. Mi rendo conto che la cosa vi sembrerà (giustamente!) ridicola. Ma cosa vorreste dirgli?
Ascolta il nostro EP, oppure guardati i video che abbiamo fatto fino ad oggi. Abbiamo partecipato a cinque DMC, dimostrando che è possibile utilizzare il piatto come uno strumento musicale. Oltre a noi, ci sono nomi come Kid Koala, A-Trak, Dj Dexter dall’Australia… Molti dj suonano in una band, fanno live con le band, fanno produzioni con le band, e sono parte della band come ogni altro strumentista. Pensiamo che chi questo non lo capisce non abbia visto i video giusti. Probabilmente si è limitato ad andare nei club ad ascoltare David Guetta. Ecco, questo è quello che gli diremmo.