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Westside Gunn | “Heels Have Eyes 2”: il trionfo del villain del rap



È finalmente arrivato Heels Have Eyes 2, il nuovo album di Westside Gunn uscito nella giornata speciale ribattezzata da lui stesso “WSG Day”, ovvero il 28 agosto 2025.

Con questo progetto, il rapper di Buffalo conferma il suo ruolo di icona underground e allo stesso tempo innovatore, portando avanti la sua ossessione per il mondo del wrestling in un racconto in cui musica e spettacolo si fondono in un’unica esperienza immersiva.

 Heels Have Eyes 2 – cover album

L’album, di cui Gunn è anche Executive Producer, conta dodici tracce e vede all’opera una squadra di produttori di primissimo piano come Conductor Williams (suo il beat di “Mandela” che mi ricorda, non senza nostalgia, le produzioni del primo Kanye), Harry Fraud, DJ Muggs, Mr. Green, Cee Gee e Denny Laflare, che costruiscono basi sonore perfette per il suo universo lirico e teatrale.

La sinergia tra questi produttori ha permesso a “Heels Have Eyes 2” di emergere come un album coeso e ricco di personalità, confermando Gunn come una figura imprescindibile del rap contemporaneo underground.

Atmosfere e temi

Heels Have Eyes 2” si presenta come una sorta di sequel dell’EP uscito l’anno precedente, che aveva già mostrato un lato “heel” (villain) di Westside Gunn legato alla cultura del wrestling, qui amplificato e raffinato.

Il rapper si cala completamente nel ruolo dell’antieroe, giocando sul contrasto tra l’ego smisurato e momenti di intensa vulnerabilità, come in tracce che parlano di lotta personale e fede, senza mai perdere quella durezza tipica del suo stile.

Brani come “Heel Cena” incarnano la figura del villain con rime taglienti e una produzione jazzy, mentre pezzi come “Amira Kitchen” sfumano in una narrazione più calda e spirituale, con la collaborazione di Brother Tom Sos.

L’album è un mix di teatralità, dramma e street poetry, che mantiene il flow aggressivo e la tipica attitudine grime di Griselda Records.

Collaborazioni da urlo

Oltre a Westside Gunn, spiccano collabo fresche come quelle con Benny the Butcher, Stove God Cooks, Skyzoo, che portano ulteriore varietà e spessore alle tracce.

Tutti questi featuring son ben integrati nel mondo di Griselda / Westside Gunn, cioè boom-bap, produzioni cupe, atmosfera da strada. Nessun ospite suona troppo fuori contesto, questo aiuta a mantenere l’identità dell’album.

Benny The Butcher porta peso, Skyzoo aggiunge carica lirica, Stove God Cooks dà quel sapore grezzo. MIKE sorprende perché si inserisce bene nel contesto nonostante non sia forse nel suo ambiente naturale.

Anche grazie a questi featuring, ci sono momenti che si alzano di tensione, altri che mantengono una vibe più riflessiva.  

Da fan del mondo Griselda e dell’immaginario del nostro FlyGod preferito, posso dire che “Heels Have Eyes 2” è un album che conferma Westside Gunn nella sua matrice artistica senza stravolgerla, ma con una sensibilità maggiore nella costruzione di atmosfere e storie.

Il disco non è rivoluzionario, ma è solido, coerente e coinvolgente, vero e proprio tributo a un mondo fatto di ego, trionfi e lotte reali.

Questo mix di musica, moda e wrestling, che ormai rappresenta il suo marchio di fabbrica, fa di Westside Gunn un protagonista unico nel panorama rap contemporaneo, sempre in grado di sorprendere anche senza cambiamenti radicali.

In conclusione, con i suoi 37 minuti intensi “Heels Have Eyes 2” è un progetto da ascoltare e riascoltare per immergersi nell’universo di uno dei rapper più autentici e visionari della scena underground attuale.

P.S ancora non abbiamo finito di goderci questo disco e il nostro Eroe ci ha già anticipato che a breve uscirà un nuovo capitolo (il terzo) della serie “FlyGod Is an Awesome God”.

Non c’è che dire, a Westside Gunn non piace stare con le mani in mano, nemmeno se si tratta di contemplare una delle carriere più interessanti, influenti, iconiche e prolifiche di questo secolo.

Chapeau.