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Gary Baseman: l’incontenibile e impuro top master del neo pop



Si è appena conclusa presso la Galleria Antonio Colombo di Milano l’ultima mostra di Gary Baseman, poliedrico artista che ha coniato il termine “Pervasive Art”, in alternativa al più comune (e forse un po’ dispregiativo) “Lowbrow Art”, l’etichetta che oggi raggruppa tutto quel variegato movimento creativo nato in California dalla contaminazione fra la pittura e l’immaginario dei fumetti, i tatuaggi, la musica punk, le carrozzerie d’auto ultradecorate preferite dagli immigrati hispanici e altre culture visive marginali e underground. Lo show, non a caso, era intitolato “Vicious”…

L’obiettivo di Baseman è sempre stato quello di erodere i confini tra la fine art e l’arte commerciale. Un’altra sua celebre personale si intitolava “Walking Through Walls”, e in essa lui esplorava proprio il concetto di limite, qualcosa che ha sempre puntato ad assottigliare, lavorando fra l’altro con ogni tipo di media. Di nuovo, non è un caso che le sue figure animino ormai da tempo non soltanto classiche tele da galleria, ma anche borse e portachiavi, orologi da polso e chiavette USB. Baseman ha fatto insomma del suo stile un vero e proprio marchio di fabbrica, anche grazie a numerose collaborazioni con illustri brand commerciali (l’ultima, particolarmente eclatante, è quella con Kidrobot per Swatch).

I suoi personaggi, dalle forme morbide e sinuose, comunicano una forte sensualità di fondo, che si coniuga al contempo con una sensibilità fanciullesca, d’eco disneyana. Baseman, chiudendo in un certo senso il cerchio, ha realizzato a partire dal 1998 anche una serie animata, dal titolo “Teacher’s Pet”, per il network tv ABC della Disney, vincendo addirittura un Emmy, gli Oscar del piccolo schermo. I suoi colori, sgargianti e sempre vivi, almeno fino alla scomparsa del padre (superstite della Seconda Guerra Mondiale e reduce da un campo di concentramento), testimoniano l’esuberante potenza visiva del suo mondo interiore.

Ogni lavoro di Baseman si caratterizza per l’abilità unica di combinare e reinventare immagini archetipiche di matrice psicologica o letteraria, dando la possibilità allo spettatore di vedere sotto un’altra luce gli oggetti del mondo quotidiano che lo circonda. L’universo culturale di riferimento è lo stesso di autori come Yoshitomo Nara o Takashi Murakami, celeberrimi artisti giapponesi, con i quali Baseman condivide il gusto per la sintesi, l’impronta pop e l’afflato poetico.

Tra i suoi personaggi più emblematici occorre citare almeno Toby, un ghignante pupazzo prodotto fra l’altro in edizione da collezione da Kidrobot (ultimamente ne è stata lanciata anche una versione “mini”). Toby ha girato il mondo insieme al suo creatore, visitando luoghi ed incontrando persone di ogni tipo, un po’ come il nano da giardino del famoso film “Il favoloso mondo di Amelie”. Queste avventure sono spesso catturate all’interno dei fantastici sketchbook che Baseman pare produrre in modo quasi compulsivo, come è possibile vedere nella bella intervista che segue.