Soap-land, Fashion Health, Images club, Pink Salon, Relaxation Spaces, e chi più ne ha piu` ne metta. Anche nella commercializzazione del piacere, il Giappone sembra essere “all `avanguardia” . Basta andare a Kabukicho, il quartiere del piacere per eccellenza, situato nel cuore di Shinjuku, Tokio, per farsene un`idea. Malgrado le luci risultino più opache, e lo stesso andirivieni ridotto rispetto agli anni della bolla economica e subito successivi, Kabukicho e`Kabukicho.
E a me, come all`occidentale che conosce un minimo il Giappone, questi scenari fanno subito venire in mente i primi incontri avuti con il mondo erotico del Sol Levante: le immagini dell `Impero dei Sensi, le foto stile bondage di Nobuyoshi Araki e tutto l`inchiostro che e` stato versato sul fenomeno delle liceali che negli anni della bolla si davano agli adulti pur di ottenere sufficiente contante per comprarsi l`ultima borsa di Louis Vuitton, suscitando le critiche delle esperte del mestiere, che vedevano in questo modo diminuire le loro entrate.
Se nel business e nell`arte siamo a livelli ” alti ” di ricerca e fantasia, nella quotidianità le statistiche dimostrano magre cifre. Anche se un po`datata, del 2007-2008, non si può non battere ciglio dinanzi all`inchiesta effettuata dalla Durex sulla frequenza dei rapporti sessuali in 26 paesi e al record nipponico. Solo il 34 % degli intervistati dichiara di aver avuto un rapporto sessuale in una settimana. In Italia siamo al 76%. All`ultimo posto, dunque, con una bella fetta di margine anche rispetto al secondo paese peggiore, gli Stati Uniti, con il 53%.
Foto di Sakura Takahashi
Eppure, al contrario di almeno cinque anni fa in cui questi dati passavano inosservati, oggi la questione è oggetto di dibattito, complice il tasso di natalità tra i più bassi al mondo che costituisce il vero problema demografico del paese. E la situazione sembra essere non proprio ” normale “, se persino il controverso governatore di Tokio Ishihara Shintaro, partecipando il dodici maggio a un dibattito sull`educazione dei minori, riempie il giorno dopo le pagine dei giornali :”Sempre a pensare alle dimensioni del proprio membro, ecco perché i giovani di oggi non riescono a fare sesso ” , afferma il governatore, che precisa che al sesso vengono preferiti televisione e pc.
E non si tratta affatto di ingigantire le cose. I dati dell`ultima inchiesta effettuata nel 2011 dall`Istituto Nazionale per la Ricerca Demografica e Sociale (Kokuritsu Shakai Hosho Jinko Mondai Kenkyujo ) segnalano che tra i 18 e 34 anni, il 49,5% delle donne non ha un partner e nel caso degli uomini la cifra sale al 61,4%. Si tratta rispettivamente di un aumento del 4,8% e del 9,2% rispetto al 2005; di questi, poi, il 45% del totale dichiara “di non desiderare in particolare rapporti “.
Scendendo con l`eta`, tra i 16 e i 19 anni, il 59% delle donne manifesta disinteresse o, addirittura, avversione per il sesso (dati del Nihon Kazoku Kyokai, associazione delle famiglie giapponesi). Detto questo, la percentuale che aspira al matrimonio non cambia, gli uomini al 86.3 %, le donne al 89.4 %.
Sexless Generation?
Foto di Sakura Takahashi
La tendenza generale riconduce il problema alla solita storiella nota a tutti, e non solo fenomeno unico al paese del Sol Levante, per cui mentre le ragazze sia a livello sociale che economico diventano sempre di più indipendenti e pretendono di più dal partner, i ragazzi si ritirano sempre di più in loro stessi, o in un mondo virtuale le cui eroine vengono preferite rispetto alle ragazze in carne ed ossa.
Anche qui i giapponesi dimostrano una notevole fantasia nella terminologia usata per definire le varie tipologie di ragazzi: soshoku danshi, letteralmente ragazzo vegetariano, termine diventato di moda nel 2010 in riferimento a chi, invece di uscire, preferisce rimanere a casa, spesso davanti al computer, e in genere e` privo di iniziativa nei confronti con l`altro sesso, e le sue sottocategorie: ragazzo involtino di cavolo (roru kyabetsu danshi), in apparenza vegetariano, ma in realtà interessato alle donne, e il suo opposto, ragazzo asparago infarcito di pancetta (asupara bekon danshi) che si presenta “carnivoro”, ma alla resa dei conti e` immacolato.
Sotto questo punto di vista sarebbero, dunque, sempre più numerose le ragazze che preferiscono ritrovarsi tra amiche, piuttosto che con ragazzi che dal loro punto di vista risultano noiosi e per di più le giudicano a priori troppo frizzanti.
Tuttavia, lungi dal pensare che la “colpa” sia dovuta esclusivamente al sesso maschile. Accanto alle donne dinamiche, c`e` infatti una folta schiera, in specie di ventenni che, benché non sia etichettata con nessun sostantivo colorito, si comporta esattamente come la controparte maschile. A casa consumatrici di love simulation games, manga pornografici (i-phone phornography), e spesso lettrici di manga per adulti rivolti a un pubblico maschile, fuori preferiscono cene tra coetanee in stanze chiuse (koshitsu) dove non c`e` possibilità` di interazione con l`altro sesso, o andare nei love hotel! …, si`, ma per cantare al karaoke.
C`e` chi collega il fenomeno al reddito, alla situazione sociale. Su un campione di 300 persone tra i 18 e 34 anni, il 73,9% di coloro che hanno un reddito annuale inferiore ai due milioni di yen non ha un partner (la percentuale scende al 33,3% tra coloro che invece hanno un reddito superiore ai 9 milioni di yen all`anno). I rapporti affettivi vengono interpretati come secondari rispetto a problematiche più serie quali l`ascesa sociale o il perseguimento dei propri obiettivi.
A questo proposito si dice che negli anni novanta, anche dopo lo scoppio della bolla, quando c`era ancora la speranza che le cose migliorassero, il divertimento era inteso come qualcosa che coinvolgeva necessariamente l`altro sesso. Oggi invece dove regna una sorta di ansia per il futuro, il divertimento e` inteso in maniera separata.
Per non parlare delle generazioni adulte che, intente a osservare le tendenze sessuali delle generazioni più giovani, sembrano voler distrarsi da una problematica che, al contrario, li riguarda direttamente. Il termine sexless, infatti, e`nato da principio per indicare la tendenza delle coppie sposate a non consumare non solo rapporti, ma a non avere alcuna forma di contatto sessuale per oltre un mese. Dal 2002 al 2010 la tendenza e` aumentata dal 31.9% al 40.8%. Tra i quarantenni e più la percentuale arriva addirittura quasi al 50%.
I motivi principali sembrano essere: al primo posto ” dopo il parto non me la sento”, seguiti da “richiede troppo sforzo (mendokusai) e “stanchezza da lavoro” .
E ovviamente non possono non venire inesorabilmente in mente gli estenuanti turni di lavoro giapponesi, notoriamente tra i più gravosi al mondo, che avrebbero un ruolo determinante nell’aver fatto scivolare il Giappone all`ultimo posto nella classifica dei paesi avanzati per frequenza di rapporti sessuali.
Infine, il cambiamento dei valori all`interno della stessa società giapponese: se prima il matrimonio entro una certa eta` era “necessario” all`uomo per fare carriera, oggi non esiste più la discriminazione dello scapolo (tanshinsha sabetsu) e quindi, per esteso, in un certo senso si può oggi fare a meno dell`altro. Inoltre, mentre prima per le donne il matrimonio era visto come lo scopo della vita, che una volta raggiunto ti offriva un “impiego eterno” come donna casalinga e rappresentava un`”assicurazione per la vita”, oggi l`obiettivo per entrambi i sessi e` essere inserito nella società`, avere un lavoro ed essere considerato appropriato in ogni situazione. Il sogno di diventare casalinga esiste ancora, ma ormai nessuno crede alla sua fattibilita`.
Complice questo fosco scenario di aumento di distanza tra i due sessi, quest`anno e` stato istituito addirittura un corso sul matrimonio a numero chiuso per gli studenti del primo anno dell`università` di Kyushu di Fukuoka, che si prefigge di sviluppare le capacita` espressive dello studente nei confronti dell`altro sesso. L`idea e` partita dalla considerazione che i giovani siano troppo impegnati a studiare e a lavorare e che sia necessario loro del tempo per riflettere sul matrimonio e sulla famiglia.
E`innegabile che un conto in banca esangue, un ritmo di lavoro incalzante, e comunque una certa ansia per il futuro, costituiscano un deterrente e che tali affermazioni siano in parti veritiere e` storia nota. Tuttavia, anche se non si può “perdonare” alle generazioni di oltre quarantenni questa tendenza, come spiegare pero` che una simile problematica si affacci in così tenera eta`? Il problema e` ovviamente più dialettico di quanto appaia.
Foto di Sakura Takahashi
Se da un lato si parla, infatti, di Sexless Generation, dall`altro sono in aumento i casi di Instant Sex tra minorenni, rapporti che nascono e muoiono con l`atto con la piena consapevolezza di entrambi.
Tra le minorenni e` diffuso il termine sefure (sex friend) per indicare tali tipi di rapporti. Tale fenomeno sarebbe la principale causa di aumento di casi di aids tra minorenni (il Giappone e` l`unico paese industrializzato in cui i casi di aids sono aumentati negli anni), e di gravidanze non desiderate con conseguente aumento del numero di aborti.
E` evidente che Sexless e Instant Sex sono facce della stessa medaglia.
Entrambe le attitudini manifestano una visione negativa del rapporto con l`altro sesso, che agli occhi dei giovani giapponesi comporta necessariamente uno sbilancio in cui la sofferenza supera di gran lunga le gioie che una relazione offre.
Prevale, dunque, un atteggiamento, o meglio un non-atteggiamento giustificato dall`interessato come cosciente rifiuto della sofferenza (itasa, da itaitashii, che può far male). Questo si estende anche a livello sociale e a livello esteso. Nel caso infatti si abbia comunque una relazione, si tende a provare vergogna a esprimere quello che si prova e si preferisce far finta del contrario, adottando un atteggiamento obiettivamente freddo. E questo in qualsiasi cosa, anche per quanto riguarda le passioni, la musica, gli interessi. Hamari sugi, ovvero il coinvolgimento esagerato, viene considerato inopportuno.
Ricorrono frequentemente i termini mendokusai (richiede troppo sforzo), hokani tanoshii koto ga aru (ci sono altre cose da fare più interessanti) quando si parla di rapporti.
Tuttavia, alla domanda chiave, che cosa rappresenta per te il sesso, la maggior parte dei giovani lo definisce come “il mezzo di comunicazione più intimo tra le persone”.
Invece che essere i rapporti sessuali il vero problema, non c`e` forse a monte un problema di comunicazione comune a tutte le generazioni??