Il leader del movimento 5 Stelle contesta il cachet pagato con soldi pubblici a Roberto Benigni. Una polemica che ha portato alla luce i suoi cachet in nero incassati in passato.
Se parti in quarta da Genova a Reggio Emilia, terra di maiali e mucche grasse, ci sta che pesti una cacca. Questo è quello che è successo a Beppe Grillo, almeno secondo quanto ha dichiarato Lino Paganelli, responsabile delle feste democratiche del pd, al programma la zanzara.
Lo avrà proprio fatto andare su tutte le furie, Benigni a Grillo quando a Reggio Emilia più di una volte durante lo show ha fatto riferimento al suo vaffa, agli zombie e ai piduisti. E lui di essere insultato coi soldi pubblici proprio non ci sta. Roberto è stato pagato per dire quelle cose e abbracciare Bersani? E specialmente quanto visto che viene pagato col finanziamento pubblico ai partiti e quel denaro non dovrebbe essere speso così.
Apriti cielo! Paganelli del Pd ma prima ancora delle feste dei ds invita Grillo, se vuole, a restitutire i cachet che gli sono stai versati dai partiti. Sono soldi pubblici e visto che la cosa lo disturba per Benigni figurarsi per lui stesso.
Ma poi succede il fattaccio spunta fuori un certo Giovanni Guerisoli all’epoca ex coordinatore Cisl che afferma di aver pagato 10 milioni di lire in nero il comico genovese. Quindi Beppe è un habituè nell’incassare soldi pubblici, ma posso sconvolgermi per il fatto che li chieda in nero e un sindacato, dicounsindacato glieli dia?
Insomma le polemiche di questi giorni sono state delle vere e proprie prove tecniche di campagna elettorale. Vi eravate abituati ai toni pacati e alle parole professionali del premier Monti? Vi eravate abituati ad una poltica che parlava di problemi concreti? Vi eravate illusi di far parte di un paese normale? Eh no signori miei. La pax politica a colpi di bonn ton s’è interrotta proprio a Reggio Emilia. Tutto ha avuto inizio quando alla festa della falce e tortello Bersani sbroccò contro Grillo e i grillini. I fassisti del web, li chiama lui. Troppo stanco di essere definito zombie e morto vivente, stufo di essere insultato sui social network e accomunato alla mala politica come si fa di tutta l’erba un fascio, per l’appunto.
Adesso figuratevi un pò se un insultatore come Beppe non ci va a nozze con un invito del genere. Coglie l’assist del segretario e calcia più forte che può e ogni volta che può. Benigni compreso. Per la cronaca il suo manager, Lucio Presta, ha fatto sapere al collega Genovese che il suo cachet è stato pagato dalla vendita dei biglietti dello spettacolo. Niente soldi pubblici. Tanto rumore per nulla quindi. E siamo solo agli inizi. Una buona campagna a tutti.