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L’EQUIPAGGIO È SACRIFICABILE
ARTS

Dave La Chappelle nuovo Artista…?



Il mondo dell’arte é sempre alla ricerca di nuovi miti, un pò come quello della moda, tanto che molto spesso questi due campi si fondono e danno vita ad ibridi inaspettati e sperimentazioni discutibili. Vuoi perché la cultura possiede un appeal più aulico, vuoi perché questi due regni tentano di condividere a volte la stessa estetica, fatto sta che sempre con maggior frequenza accade che magari un fotografo rinomato a determinati livelli, possa fare il salto di qualità ed essere definito artista anche dalla cerchia più istituzionale degli addetti alla cultura.

Succede cosí che un nome strarinomato nel sistema moda come quello di David La Chappelle si faccia spazio (e che spazio) in una delle gallerie più rinomate del quartiere di Chelsea a NYC, la Paul Kasmin Gallery, con uno show di difficile definizione. Si tratta di un lavoro realizzato con i resti di un atto di vandalismo presso il Museo delle Cere di Dublino, dove La Chappelle ha potuto fotografare le riproduzioni di volti di politici e di celebrità varie (come ad esempio Ronald Reagan, Leonardo Di Caprio, Cameron Diaz, Michael Jackson e molti altri ancora). Ha continuato poi questo strano esperimento in due altri musei delle cere in California e Colorado, raccogliendo un corpus piuttosto inquietante- e per molti versi discutibile- di immagini.

Le sue Still Life, ossia le nature morte in questione, rappresentano icone in decomposizione, ossia letteralmente composte di pezzi di cultura pop rimescolati a dovere ed esposti come ritratti convenzionali ma in grandissima scala. Il fascino macabro del risultato ottenuto con questo genere di manipolazione visiva resta dubbio, ma di sicuro impatto emotivo.

I visi sembrano, più che di cera, di plastica (emblematico il pezzo di Silvester Stallone, che non si tradisce anche in foto grazie alle fattezze botulinate reali del soggetto in questione), e gli sguardi vitrei fanno ovviamente pensare alla fragilità della vita, ma non con esiti di pace ed armonia, bensì appunto con un tocco di humour nero e di gusto dell’orrido.

La prospettiva scelta di offrire allo spettatore non é certo gratificante quanto a tratti sconvolgente almeno rispetto alle sue precedenti nature morte, esposte lo scorso inverno in un’altra galleria di Chelsea. Allora la dominante tematica di tipo floreale almeno suggeriva un universo epico e fantastico, mentre stavolta l’intento sembra essere stato più che altro quello di stupire l’occhio dello spettatore.

Se dunque il bello non costituisce nemmeno una componente in ballo, ciò che resta indiscussa invece é la forza di alcuni dei ritratti esposti, come quello ad esempio di Heath Ledger, nelle vesti dello storico Joker di Batman. Il fotografo, presente alla sua affollatissima opening, piena di personaggi bizzarri ovviamente, vive e lavora durante l’anno in Maui, nelle isole Hawaii.