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GIÀ TRATTORIA DA PIETRO
STYLE

Roberta Deiana professione Food Stylist



Qualche giorno fa sono stato contattato da Roberta, foodblogger e autrice di diversi testi di cucina, che mi ha chiesto di presentare insieme a lei il suo nuovo libro Food Styling il prossimo 28 gennaio presso la libreria IBS di Firenze.

Dopo essere rimasto alquanto sorpreso della richiesta mi sono messo in contatto con lei che me ne ha fatto avere una copia e, vedendo la stretta connessione tra food e design che emerge dal suo libro, la sua scelta mi è quasi sembrata sensata.

Ecco qui alcune domande di riscaldamento in vista della presentazione di lunedì prossimo in via de’Cerretani 16r.

Ciao Roberta, raccontaci un po’ di te. Se fossi un piatto, quale saresti?
Se fossi un piatto, probabilmente sarei un sushi, un urumaki, per la precisione: mi piace molto quel mix di semplicità e complessità, minimalismo ed eccentricità; poi lo è un piatto cosmopolità, versatile aperto alle contaminazioni: tutte qualità in cui mi ritrovo.

Ti faranno in molti questa domanda, forse. Cosa fa esattamente una food stylist?
Il mio lavoro consiste nel creare dei piatti belli e fotogenici per il set. Non basta cucinare la cosa più buona del mondo e poi metterla davanti alla macchina fotografica: stiamo creando un’immagine, quindi entrano in gioco le regole della composizione. Le foto che vedete su libri e giornali, se vi fanno venire l’acquolina in bocca sicuramente sono state realizzate da un mio collega o forse anche da me.

Come si diventa una stilista del cibo?
È un mestiere talmente bizzarro che ognuno ha la sua strada, credo. Nel mio caso ci sono dietro una grande passione per l’estetica dei piatti, per l’arte moderna e contemporanea, per la pop culture, per i viaggi e le cucine di tutto il mondo e per i dettagli. Oltre ad un pizzico di fortuna che mi ha fatto incontrare le persone giuste al momento giusto.

“Food Styling” sembra più vicino ad un libro di design piuttosto che ad uno di cucina. Quanto incide l’estetica nel benessere quotidiano?
Secondo me, molto. Ti dirò di più: sono convinta che circondarsi di cose belle faccia bene allo spirito e all’umore. Non condivo l’equazione bello = superfluo: il bello è energia positiva, privarsene non rende migliori. Forse qualcuno crede che il bello sia sempre costoso o fonte di spreco. Beh, nel mio libro volevo dimostrare anche questo: che basta anche solo utilizzare in maniera diversa quello che useremmo comunque per avere un risultato migliore, a costo zero, o quasi.

Nel tuo libro dai molta importanza all’utilizzo degli strumenti. Credi che, nella vita in generale, i mezzi facciano la differenza o servano solo a velocizzare le nostre esigenze?
Credo che il segreto di ogni cosa fatta bene sia al 50% know how e 50% strumenti di qualità. Che a volte significa anche velocizzare, certo, ma soprattutto compiere quella determinata operazione nel migliore dei modi.

Quanto è breve il passo tra cucina e design?
Per me è sicuramente breve. Ti confesso che ho sempre pensato i piatti in termini estetici, prima ancora che di gusto. Mi sono spesso trovata a pensare: “Manca un colore”, mentre creavo qualche ricetta in cucina. Per la mia esperienza, peraltro, se i colori stanno bene assieme di solito anche i sapori funzionano. Naturalemnte sono due mondi che possono anche vivere separatamente, ma quando si fondono, secondo me è meglio.

Negli ultimi anni, grazie a format televisivi come Masterchef o Hell’s Kitchen tantissime persone si sono riavvicinate alla cucina in un modo, passami il termine, diciamo un po’ più snob. Cosa ne pensi di questo fenomeno?
Posso non condividere alcune scelte, però fondamentalmente ci vedo una grande potenzialità: quella di aumentare la cultura alimentare e di creare quindi una nuova generazione di consumatori attenti, consapevoli, capaci di scegliere il meglio.

Come rappresenteresti Gold in cucina?
Per Gold sceglierei uno street food che è molto popolare, pur mantendo stile e gusto: un wrap con un ripieno fusion. Ovviamente in una versione brandizzata con il vostro logo che stamperei con inchiostro alimentare e con inserti d’oro alimentare direttamente sulla tortilla base. Vi piace?