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Weekly Song #13 – Learn to fly



Qualcuno in questi giorni li ha ribatezzati “aeri-truffa”, qualcun’altro invece si è semplicemente giustificato affermando che la possibilità di vendere biglietti sul sito Alitalia e far poi operare la tratta ad un’altra compagnia è una pratica diffusa; si chiama Codesharing e ne usufruiscono più di 100 compagnie aeree.
Una cosa è certa, non è stato edificante veder rimuovere in fretta e furia le insegne dell’Alitalia dall’aereo incidentato. La compagnia si è subito giustificata dicendo che si tratta di “una prassi che seguono molte compagnie per evitare che si diffondano immagini negative dell’azienda, specie in un caso come questo, dove l’aereo non è di Alitalia ma di Carpatair”.

Ieri sera Crozza ha commentato la notizia nel suo programma:

“È come se ti si rompe il televisore, chiami uno a ripararlo e come prima cosa stacca la marca e poi ti dice, va meglio no?

No guardi non funziona scusi io protesto!

Ma con chi se non c’è la marca? Con chi?”

Pare che il forte vento sia una concausa dell’incidente ma per stabilirlo con certezza si attendono gli esiti delle indagini.
Nel frattempo si scopre che l’aereo della Carpatair “griffato” Alitalia, aveva avuto altri problemi atterando a Pisa nella stessa giorno dell’incidente di Fiumicino. Per un’incomprensione con la torre di controllo il pilota aveva sfiorato di poco la collisione con un altro velivolo.

Sull’incidente avvenuto presso lo scalo romano, durante il quale sei persone hanno riportato lesioni serie, sono ben quattro le inchieste in corso: una dalla procura di Civitavecchia, una dall’Ente Nazionale Aviazione Civile, una dall’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo e una interna ad Alitalia. Tra i reati ipotizzati anche quello di frode commerciale, pare infatti che il codice alfanumerico presente sul biglietto non sia l’indizio più utile per scoprire con quale compagnia aerea state volando.

In attesa di sapere come andrà a finire vi ricordo di allacciare bene le cinture e di controllare dove si trova il vostro codice. Magari mentre la giustizia fa il suo corso qualcuno ha già inventato un’app per decifrarlo!