Per poter sfottere qualcuno ci vuole talento e in Italia per fortuna c’è ancora chi ne è provvisto. Nei giorni scorsi Elio e le Storie Tese con la loro consueta buona dose di ironia (e stavolta anche di audacia) pubblicano la canzone “Il complesso del 1° maggio”.
La notizia si intreccia a doppio filo con quella riguardante l’esclusione dal cartellone di Fabri Fibra, noto a chi lo ascolta per le sue rime particolarmente controverse e provocatorie. Un linguaggio evidentemente oscuro nella forma e nello stile a chi invece di musica dovrebbe saperne a pacchi.
È questo il caso degli organizzatori della kermesse, i quali dopo aver annunciato la presenza dell’artista tra i superospiti di questa edizione, decidono, in seguito alle proteste dell’associazione “Donne in Rete contro la violenza”, di escludere il rapper dalla lineup a causa dei suoi testi “omofobi e maschilisti”.
Ora però verrebbe spontaneo domandarsi: non era meglio ascoltare qualche brano di Fabri Fibra su youtube prima di invitarlo a suonare al 1° maggio?
No scusate ragazzi, ma qui siamo all’abc! È così difficile scoprire che il rap è un’arte irrappresentabile con un linguaggio politicamente corretto?
Agli organizzatori forse sarebbe bastata un po’ più di calma e una (breve) rilettura della biografia dell’artista per non fare la figura dei boyscout.
Invece no: “primo maggio, niente Fibra. Poi uno dice del digital divide” come scriveva ironicamente qualche giorno fa su twitter il geniale Luca Bottura.
Dal canto loro Elio e molti altri artisti si schierano contro l’esclusione del rapper dichiarandosi apertamente avversi ad ogni tipo di censura. E se invece si trattasse di un primo sintomo del non meglio identificato “complesso del 1° maggio”?
Nel caso è consigliabile il riascolto del brano per almeno una volta al giorno fino alla scomparsa di ogni preconcetto.
Importante: non assumere seriamente.