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Ai piatti: Chef Ragoo #3



Oggi avevo un po’ di cose a caso a disposizione, nessuna presa per essere combinata con l’altra.

Qualche giorno fa ho trovato da Eataly un fondino di lardo in offerta, un bel pezzetto di lardo a dire il vero, e già che c’ero ho preso anche del finocchietto selvatico, che mi piace tanto ma non sempre lo trovo al mercato sotto casa. A casa avevo dei pomodorini ciliegino, le mie piantine di spezie in terrazzo, la pasta, aglio e cipolla, il preparato per brodo vegetale e boh, che altro resta… ah sì, il pecorino. Avrei potuto anche aggiungere delle olive ascolane surgelate alla ricetta, o del cioccolato fondente, visto che erano le uniche altre cose a mia disposizione, ma ho preferito non farlo per restare legato a una cucina più sobria.

Cosa ho fatto:

Tritato mezza cipolla e un piccolo spicchio d’aglio. Pianto parecchio per via della cipolla. Poi ho tagliato a striscioline il lardo e l’ho messo nella pentola a fuoco basso, aggiungendo di tanto in tanto del brodo vegetale. Quando del lardo non rimaneva che piccoli frammenti in un mare di grasso ho tolto col ramaiolo il lardo e l’ho messo su una pirofila con carta da forno sotto al grill per una decina di minuti, il tempo di farlo bello croccantoso.

A questo punto ho aggiunto al fondo di lardo una foglia di alloro che ho lasciato ben rosolare, e la cipolla, insieme a un mestolo scarso di brodo.

Quando il brodo si è ritirato ho aggiunto il finocchietto tritato (io l’ho tritato poco col risultato che mi si è aggrovigliato e addensato, voi tritatelo di più, conservando qualche foglia per la guarnizione finale).

Ho tagliato in 4 i pomodorini e ho tolto polpa e semi, che ho aggiunto in pentola, conservando l’esterno dei pomodori in una terrina a parte.

Ho buttato la pasta e nel frattempo ho grattato il pecorino “a julienne”. Una volta scolata la pasta l’ho saltata insieme alla salsa (se risultasse troppo asciutta unite mezzo mestolo di brodo) a fuoco vivace per 30 secondi, per poi unirvi i pomodorini e, una volta impiattato, il lardo tostato e il finocchietto che avevo tenuto da parte e il pecorino.

Il risultato è nella foto che potete vedere in questa pagina. E posso assicurarvi che era delizioso. Questa ricetta non aveva nome, visto che fondamentalmente l’ho inventata un’ora fa, e quindi sono tenuto a battezzarla: benvenuti al mondo “Spaghetti de Ddio”.

Perché “Spaghetti de Ddio”?

Perché il piatto impiattato con cura per la foto, subito dopo la foto, mi è caduto a terra.

È così che in quel momento mi sono trovato a constatare, urlando con forza, quel legame che da sempre unisce l’animale fornitore del lardo e il divino.

Preparate sempre almeno una porzione in più, non si sa mai.

Fortunatamente io l’avevo fatto.