«Tutta la materia di cui siamo fatti noi l’hanno costruita le stelle, tutti gli elementi, dall’idrogeno all’uranio sono stati fatti nelle reazioni nucleari che avvengono nelle supernove, cioè quelle stelle piu’ grosse del sole che alla fine della loro vita esplodono e sparpagliano nello spazio il risultato di tutte le reazioni nucleari avvenute al loro interno. Perciò noi siamo veramente figli delle stelle»
Margherita Hack
Ebbi occasione di conoscere Margherita Hack poco più di un anno fa, alla presentazione del suo libro La mia vita in Bicicletta inserita all’interno della rassegna “Un mercoledì da Scrittori” al Teatro Dante di Campi Bisenzio. Quel giorno l’ormai novantenne Margherita non se la sentì di affrontare il viaggio fino in Toscana e chiese agli organizzatori dell’evento di recarsi a Trieste per realizzare una diretta streaming dalla sua abitazione.
Il teatro, nonostante la sua mancata presenza in carne ed ossa, era comunque gremito.
Quella sera, la celebre astrofisica ci invitò a rivivere la sua “vita in bicicletta”: in mezzo le salite fiorentine; l’università a Firenze; la guerra e la NON adesione al Fascismo; il suo amore per suo marito Aldo (che teneva per Guerra e non per Binda come lei e che, prima di diventare suo marito, fu grande amico d’infanzia e di giochi al Bobolino); la passione per la bicicletta e il salto in alto; la carriera nell’astrofisica; l’affetto per gli animali; Trieste e le gite a due ruote nel Carso, a respirare la natura; o le pedalate a Barcola, per farsi una bella nuotata… e infine l’impegno civile, l’attenzione all’ambiente e la sua “quarta giovinezza”, lontana dai successi giovanili e dalla bicicletta, ormai “appesa al chiodo”, ma sempre più ricca di sogni e di ideali.
Nel video di presentazione del libro a un certo punto le chiedono se le piacerebbe pedalare su Marte, lei risponde così: «beh.. da un certo punto di vista costerebbe più fatica perché l’atmosfera è molto più rarefatta e non respirabile, dall’altra potrebbe costare meno fatica perché la forza di gravità è molto più bassa e quindi peserei meno della metà».
Questa era la Hack, con una semplice e breve spiegazione era in grado di aprirti un mondo.
Gli amici di Astronomo per un minuto, alla cui newsletter vi invito a iscrivervi, ieri si sono espressi così: «da molti anni, la sua figura di ricercatrice più famosa d’Italia, la poneva come icona al di sopra del suo essere donna: non è esagerato dire che Margherita ha caratterizzato la stessa immagine della scienza nel nostro Paese e che nella visione popolare, lei rappresenta l’astronomo per antonomasia, il prototipo di scienziato dalla facilità comunicativa […] la si poteva incontrare in un programma televisivo o in una fiera di paese con la stessa facilità ».
Alla mezzanotte di quella sera a Campi Bisenzio Aldo, suo marito da oltre 70 anni, entrò in video e disse: «viaaa, andiamo a letto!!». Margherita sorrise, sembrava quasi compatirlo.
Ecco, è così che la voglio ricordare, con la semplicità e la tenerezza di una passione che non si è mai spenta nonostante l’età.
Stelle eravamo e stelle torneremo a essere. Da oggi però ne abbiamo una più luminosa, si chiama Margherita Hack.