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Lealtà e fierezza fiorentina al giorno d’oggi



E’ vero, sono un tifoso Bianco.

Sono un tifoso Bianco da quando sono nato in Via de’ Serragli lato “sinistro” (Lato destro notoriamente di San Frediano, lato sinistro Santo Spirito) e da quando in famiglia ho avuto il privilegio di avere uno dei più grandi nomi del calcio storico Fiorentino ovvero Raul Bellucci detto “I’ Bambino”, cugino di sangue di mio padre.

Fatta questa premessa, chi pensa che possa esserci dietrologia e quindi che questa possa essere una lettera di parte, può smettere adesso di leggere e andare a cercarsi un articolo che parla di Belen, perchè prima di tutto sono tifoso del Calcio storico, delle tradizioni e di Firenze.

Mi ricordo ancora quando da bambino, penso alle elementari, ci chiesero di fare una ricerca su qualcosa che ci piacesse e io decisi di farla sul nostro Calcio Storico andando a raccogliere nella sabbia del campo di gioco, che quell’anno era in piazza del Carmine, brandelli di maglie dei diversi colori per “appiccicarli” su un quaderno con accanto didascalie con la storia del relativo quartiere.

Il calcio storico è una di quelle cose che ti si attaccano alla pelle e che non puoi capire davvero fino in fondo se non sei di quartiere, forse gli unici che possono capirlo sono i senesi accostandolo al Palio.

Quando nel 2006 la partita Bianchi-Azzurri fu sospesa per rissa con le ennesime scorrettezze e slealtà da ambo le parti, mi dissi che forse era giunto il momento di non giocare mai più, mi dissi anche che forse le persone di oggi non erano più in grado di giocare “da òmini” a quel “giochino” e che non mi sarei fatto coinvolgere più di tanto nei “Giugni” successivi, dedicandomi così completamente alla mia musica.

Invece sono stato smentito quando nel 2011 ho visto di nuovo una bellissima partita, che grazie a regole ferree e sopratutto al rispetto delle stesse, è stata giocata in maniera equilibrata e leale e decisa soltanto all’ultimo secondo con la vittoria degli azzurri.
(le immagini sono disponibili a tutti su youtube)

Così è stato anche per l’edizione 2012 vinta invece dai Bianchi dopo 30 anni, che, sempre contro gli azzurri, giocarono una partita perfetta vincendo 4-0. La partita fu corretta e leale e sempre nel rispetto delle regole, regole che parlano della proibizione di mettere fasce alle mani, tirare calci a giocatori a terra, il due contro uno, ma consente il famoso “testa testa”(anche le immagini di questa sono disponibili su youtube)

Ero felice, felice di aver di nuovo ritrovato la mia tradizione, felice certamente anche di aver vinto dopo 30 anni, ma felice sopratutto di essere riuscito a portare i miei bambini a vedere il corteo per poter loro trasmettere la passione e l’amore per la nostra tradizione ed ero felice anche perchè eravamo riusciti a mettere un punto decisivo a quel 2006 pesantissimo. Mi sono detto “ok, da qui forse ce la facciamo a ripartire” forse…

Domenica scorsa, solo dopo due anni siamo tornati di nuovo indietro nel tempo e questa volta la colpa non è solo dei calcianti, ma anche e sopratutto delle istituzioni.
Siamo tornati di nuovo a quando le regole non c’erano ma a quel tempo nessuno se ne rammaricava, perchè chi scendeva in piazza in quegli anni, prima del 2005, era ben consapevole di quello che andava a fare e sapeva benissimo che in quegli anni l’unica regola era: non ci sono regole.

Nessuno infatti si è mai lamentato di perdere prendendo cazzotti, (i Bianchi lo hanno fatto per 30 anni) ma il punto messo nel 2006 era dovuto, perchè eravamo arrivati ormai ad un punto di non ritorno, voglio ricordare ritorsioni in città per anni anche nei mesi invernali dovute alle slealtà commesse in piazza o viceversa, e di lì a poco sarebbe potuto anche “scapparci il morto”.

Allora mi dico..ma non avevamo messo un punto al 2006?
ma non eravate riusciti a far rispettare le regole? …oppure siete riusciti a farle rispettare solo fino al momento in cui i calcianti hanno deciso di farlo?

Non voglio entrare nello specifico della finale, perchè essendo di parte (bianca) non sarei completamente obiettivo, le immagini e gli avvenimenti della partita sono sotto gli occhi di tutti e le slealtà partono e incidono fin dal primo minuto di gioco.

È come se in un Fiorentina-Milan dopo 5 minuti ci volesse un espulsione diretta ma il giocatore rimanesse in campo: gli avvenimenti successivi sarebbero soltanto conseguenza di quel fatto e tutta la partita ormai sarebbe falsata al di là del risultato finale.

Sono deluso, amareggiato e incazzato e il rammarico più grande è sentire il Sig. Eugenio Giani dire in una trasmissione televisiva due giorni dopo la partita:
“Signori questo è il calcio storico”.

Vogliamo credere davvero che questo sia il vero calcio storico?
beh, ci sono persone che credono anche che Ruby sia la nipote di Mubarak se è per questo, ma è davvero così?

Si perchè accettare questo vuol dire legittimare tutto quello che di brutto è successo in campo domenica scorsa, è legittimare che è giusto non rispettare le regole imposte a tutti i colori, è legittimare la continuazione di una partita diventata una caccia all’uomo generale, è legittimare espulsi che restano in campo per più di un terzo di partita consegnando comunque un palio in un torneo fatto di scorrettezze continue e slealtà.

Accettare questo è come dire: “Ok abbiamo fallito, ma facciamo finta di niente”.

No Sig. Giani questo forse è il suo calcio storico, quello che lei non è riuscito a cambiare fino al 2006, quello che mandò proprio quell’anno 30 ragazzi all’ospedale, non è il calcio storico giocato dal 2010 con regole e commissioni che qualcuno si è impegnato a rispettare.
E se non siete in grado di dire STOP durante o addirittura prima di una mattanza del genere vedendo che l’intenzione è già quella di non seguire il regolamento, ammettiamolo oggi e non aspettiamo che la fortuna volti le spalle a qualche ragazzo di qualsiasi colore che, colpito in testa da una pedata mentre è a terra, potrà lasciarci la pelle.

Un’ affermazione del sig. Pierguidi, presidente del calcio storico sempre durante la stessa trasmissione è stata: “E’ complicato sospendere una partita, per difficoltà di ordine pubblico” e per avallare questa linea il Sig. Bennucci del quotidiano La nazione, cultore da sempre del nostro gioco, rievoca addirittura gli eventi accaduti durante la partita del 1978, sospesa per il famoso morso all’orecchio e finita in guerriglia urbana con scontri con la polizia.

Perché non parliamo dei greci e dei romani? siamo nel 2013, avevamo messo regole ripeto, che qualcuno ha seguito e altri no questo è il punto da affermare con forza, dovevate parlare del modo in cui non siete riusciti a far rispettare quel regolamento tanto paventato per mesi, perchè le regole sono come la legge vanno rispettate e fatte rispettare.
Niente di oggi può essere paragonato a 35 anni fa, sapete benissimo che non è paragonabile in primis l’animo delle persone, a quel tempo esistevano ancora valori come il rispetto per l’avversario, esisteva ancora rispetto tra le persone e anche per strada c’erano delle regole che magari non erano dette ma erano rispettate e che forse erano e restano più importanti di quelle scritte, c’erano morale, etica, valori nobili persi nel tempo, persi anche e sopratutto in una società come quella di oggi che crea odio e rancori dividendo le persone tra “chi può e chi non può”.

Beh il calcio storico dovrebbe e potrebbe insegnare ancora oggi tutto questo, perchè i nostri calcianti di tutti e quattro i colori, vanno a rievocare questo in quel momento nella piazza, i valori nobili dello spirito Fiorentino, la fierezza e l’orgoglio dei Fiorentini in un momento di assedio della città,

Questa è una sconfitta per tutto il lavoro svolto in questi anni. Ho creduto nelle regole e tanti ragazzi hanno creduto in questo e continueranno a farlo, non fate perdere loro la speranza della vittoria del bene sul male, non vanificate tutti gli sforzi fatti con la mancanza di coraggio nel contrastare chi vuole rovinare tutto questo, perchè il coraggio non si misura su cosa fai ma su come lo fai.

Dalle istituzioni a questo punto mi aspettavo con forza un bel, “Purtroppo abbiamo fallito e non siamo riusciti ad evitare questo spettacolo indegno per una città come Firenze” il Sindaco Renzi ha fatto di questo modo leale di essere il suo baluardo e la sua forza in ogni campagna elettorale che ha affrontato e proprio nella sua città vuole permettere questo? non credo… ma poi Renzi lo sa dell’antidoping non effettuato a fine partita per mancanza del medico? ma non è una cosa fondamentale in uno sport al giorno d’oggi?

Siamo il primo popolo al mondo ad aver abolito la pena di morte.
com’è possibile che a distanza di 300 anni siamo stati capaci di condannare degli atleti scesi in una piazza ad una rissa da strada invece di riuscire a proteggerli e far loro giocare una partita di calcio storico?

No, questo non è certo quello che voglio tramandare a mio figlio del nostro amato calcio storico, ma credo che neanche voi lo vogliate, perchè a lui voglio insegnare prima di tutto il rispetto delle regole, il rispetto della legge, il rispetto per l’avversario, voglio insegnare che nel mondo i giusti sono i bravi e non.. i furbi, male che vada gli farò leggere i libri di Artusi sul calcio storico (unico presente in trasmissione non in accordo con Giani) e vedere su youtube quelle belle partite giocate ogni tanto nel mondo moderno.
Mi dispiacerebbe da morire raccontargli che il calcio storico era una bella tradizione ma che poi l’uomo avido di vittoria e di prevaricazione l’ha sciupato e buttato via per sempre, perchè perdere tutto questo sarebbe davvero una grande sconfitta per la nostra Firenze.

Dopo il 2006 avevo creduto che foste riusciti a mettere quel punto su un passato brutto per il nostro calcio storico, mi sbagliavo di grosso purtroppo.
Adesso più che mai ci vuole fermezza contro chi non ha seguito il regolamento e un grosso incoraggiamento invece a chi è andato mantenendo la promessa di lealtà.
Di chi è stata la colpa di tutto questo? boh… forse anche dell’uomo moderno ma sicuramente anche di chi non se ne assume le responsabilità tutt’oggi davanti a tutti noi e davanti ai ragazzi che ogni anno ci mettono la faccia, in tutti i sensi.