E’ rincuorante constatare che almeno altrove gli italiani ce la possono fare. In quest’epoca di incertezze, dove i ragazzi sotto i 30 anni (e troppo spesso anche sopra…), si rassegnano perché non possono realizzare i propri sogni in madrepatria, Daniele Davitti (classe 86, fiorentino che ha vissuto e studiato ad Osaka ed oggi insegna al Polimoda di Firenze), ha appena aperto la sua prima mostra personale a New York, con la curatela dell’altrettanto fiorentina Veronica Santi.
Il titolo della mostra è “Immaculate Decay”, ad indicare la decadenza socio-culturale di cui il nostro Paese è in balia ormai da tempo e suo malgrado. Lo stato delle cose è dunque rappresentato da figure simili a moderne cariatidi dall’aspetto talvolta al limite tra quello di donne e mummie scheletriche, che deambulano in paesaggi quasi privi di colore e dal sapore vagamente “goth”.
Ricercatezza, eleganza delle forme, e del dettaglio, costituiscono la materia prima del tratto di Daniele, che si dice influenzato sia dalla cultura rinascimentale, sia da quella orientale delle filosofie scoperte in Giappone. La mostra proseguirà fino al 26 Settembre presso la Tazza Gallery di Chelsea. In bocca al lupo!