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Fetz Darko, l’intervista!



La rinascita della storica etichetta Mandibola Records (che dette i natali ai primi lavori di Ice One e dei Colle Der Fomento) sta già cominciando a dare i primi frutti: dopo la riedizione dei lavori di Murubutu e dello stesso Ice One, ecco arrivare “Lotta Medievale” primo album solista per il romano Fetz Darko. Capitolino, affiliato alla crew dei Giuda Fellas, Fetz ha bruciato le tappe imponendosi sulla scena grazie a tanti featuring importanti che lo hanno portato alla pubblicazione di questo disco.

Un disco rabbioso, assolutamente romano, dove non mancano i sottotesti sociali e politici.

Ne parliamo col diretto interessato, buona lettura.

Come nasce la collaborazione con Mandibola Records, un’etichetta storica, che tanto ha fatto per il rap romano e italiano? Che effetto fa?

Sono orgoglioso di stare nell’etichetta storica Mandibola, nome che vedevo stampato sui dischi di Disfunzioni Musicali negli anni ‘ 90, tra le mani di Ice One quando passavo per comprare Lp. Sono stato contattato dall’etichetta e abbiamo subito iniziato a lavorare per l’uscita del mio disco “Lotta medievale”. Sono contento perchè è un’etichetta di nicchia che non tratta il classico “rap commerciale” ma richiede qualcosa in più come artista: esperienza nell’ambiente rap e anche una certa serietà, begli argomenti affrontati nei brani, non il classico rap “usa e getta ” di larga fruizione.

Il tuo disco si intitola “Lotta Medievale”: il riferimento è alla scena rap o alla società? Puoi espandere questo concetto, se esiste?

Il concetto “Lotta medievale” si riferisce sia alla società attuale in cui viviamo, dove tutto è allo sfascio totale, ( conflitti, N.W.O., consumismo sfrenato, perdita di identità personale, manipolazioni varie, diminuzione della libertà, mobbing etc..), sia nel mondo rap che più in generale è una lotta l’uno contro l’altro (stilistica) ma anche di predominanza e di resistenza. Medievale perchè i mezzi con cui si combatte, a volte, sono putroppo i più meschini e antichi come la falsità e l’arroganza ma è anche vero che tutto ciò alza il livello.

L’album si apre con un estratto da “Matrix”, pillola rossa-pillola blu, un classico dei “complottisti” se mi passi il termine. Dove tracci il confine tra una differente consapevolezza e la pura paranoia?

Bhe! La pura paranoia è secondo me solo un’estensione cosciente del nostro inconscio che finalmente in quest’era ci inizia a dire: “forse è ora di rimboccarci le maniche e iniziare a pensare col nostro cervello/istinto invece di farci guidare come pecore al pascolo da caste malate di fancazzisti incalliti, forse è il tempo che ci svegliamo dal sonno dell’ignoranza e iniziamo a ribellarci davvero a tutte le guerre e a tutte le ingiustizie che vengono ogni giorno commesse. E’ chiaro a tutti ormai che veniamo presi quotidianamente per il culo. A mio avviso, essendo la società fatta a piramide esattamente come nel medioevo sicuramente non può essere definita “sana” e quindi mi viene da pensare che forse è ora di metterci tutti sullo stesso piano se davvero vogliamo sentirci “liberi”. Per questo a volte la consapevolezza viene chiamata paranoia, perche è pericolosa e può dar vita a rivolte che distruggono la struttura della società. Le pillole di Matrix rappresentano chiaramente la possibilità di consapevolezza che c’è, un ltro stile di vita  e non per forza quello che ci viene imposto da millenni di schiavismo.

La tua crew è Giuda Fellas: chi ne fa parte e quali sono i vostri prossimi progetti?

Giuda Fellas siamo io, Denay e Ice One e abbiamo in cantiere il nuovo album in uscita dopo l’inverno.

Puoi raccontare, brevemente, il tuo percorso nel rap precedente all’uscita di “Lotta Medievale”?

Alcuni mesi prima dell’uscita dell’album ho avuto il piacere e l’onore di partecipare a feat. con Noyz Narcos, Suarez, Mystic 1, E Green, Phil, Ice One, Dirty Dagoes and more… e quindi ho allargato il mio bacino d’utenza molto in fretta e ora viene il bello. Non ho mai scritto così tanto come in questo periodo, penso di aver fatto un po’ di “palestra” che mi sta portando nuove idee e concetti utili al nuovo disco.

Che città è, oggi, Roma? Mi piacerebbe avere il punto di vista del cittadino e quello del rapper.

A Roma ci abito ma non sono di parte se dico che è la città più bella del mondo e mi sento fortunato a stare qui. Quando nasci a Roma non hai mai troppa voglia di cambiare città, sì, magari per una breve trasferta ma poi si torna sempre dalla lupa. L’unica cosa che odio di questa città è il traffico. Roma per il rap fino a poco fa era la classica città “non “attrezzata, ovvero si guardava spesso con invidia alle “possibilità” in più che ha sempre avuto Milano. Ora stanno nascendo etichette indipendenti che lavorano bene sotto tutti gli aspetti ma siamo ancora un po’ il terzo mondo in confronto a Milano. Infatti sembra che ultimamente un bel numero di rapper romani stiano “espatriando” lì per avere più possibilità. Roma è ancora un po’ chiusa, quasi a scompartimenti. La cosa buona è che qui ci sono molti rapper massicci, cosa che non trovi uguale in altre città. Siamo come una gabbia di pitbull, la competizione cruda alza molto il livello!!