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MUSIC

Mc Def presenta Junglist



Bologna, anno 2007.

Avevo 19 anni e per me era come se fossi appena atterrato sul pianeta Marte.

In città era nato quasi tutto, senza clamori e atteggi. Street life pesante dai Sangue Misto ai Tekno Mobil Squad, da Joe Cassano al Livello 57 dove si è fatto controculture e avanguardie. Artisti e squatter che ti trovi fianco a fianco a bere birre come a urlare in piazza contro chi voleva spazzare via tutto.

Nel 2007 dicevamo. Da li in poi ho vissuto un periodo incredibile, conosciuto gente assurda e soprattutto ho trovato tutti i germi delle scene musicali che furono e quelli delle scene che saranno.

Dal giovedì si usciva per gli aperitivi in Piazza Verdi, in Moline o Irnerio, più tardi si andava a ballare al Kinder, al Link, all’XM per poi finire quasi sicuramente al Lazzaretto a “far schifo”.

Uscivi e trovavi migliaia di persone che arrivavano da ovunque per godersi un po di sana baldoria, per fare parte di quell’onda umana e sonora irripetibile in altre città italiane. Trovavi raver, punk, b-boy e rudeboy pronti a tirare fino a nottate davanti alle casse, a ballare i suoni nuovi che non si sa da dove arrivassero ma sicuro si sapeva dove andassero a finire. Solamente adesso che riesco a vedere la cosa con il distacco dei tempi mi accorgo quanto fossero preziose quelle nottate.

Tra birre, porre e “bella vez” tirati in giro mi ero accorto che in ognuno di questi posti, qualsiasi musica vi fosse (drum’n’bass, breakbeat o dubstep) c’era sempre un ragazzo sardo, smilzo e incazzato che tirava giù tonnellate di flow tanto che la faccia gli scoppiava.

Non sto parlando del classico rapper, ma di uno che riesce a fare l’mc su musica realmente pesante, veloce e sincopata. DEF si è fatto le ossa con hardcore e crossover per approdare ad una sorta di versione italica del grime londinese. Sono pochi infatti in Italia gli mc che riescono a stare dietro ai beat di Dillinja o Ed Rush.

MC DEF era già una bomba ai tempi col mic in mano; adesso è cresciuto incredibilmente come artista, tanto che è uno degli artisti di spicco dell’etichetta bolognese Underground Area, nonché tra gli ideatori dell’IDM, “International Drum’n’bass Meeting” l’appuntamento più importante in Italia per i suoni veloci e bastardi..

Da poco è uscito il suo disco solista “Junglist” dove collabora con alcuni tra i più significativi esponenti della drum’n’bass e dubstep italiana come Hallucinator, Dj Ferro, Rollers Inc., Jazzatron, Kombot, De Niro e Itzokor. Il risultato è la rivisitazione originale, energica e sperimentale di tutto ciò che la bass music ha osato fino ad oggi. Il booklet è un malato viaggio fumettistico curato dalla sua crew artistica. Una bomba pronta ad esplodere in faccia.

Visto che DEF è anche una persona disponibile e tranquilla, ho pensato fosse il caso di fare quattro chiacchiere.
Mi racconti com’è nata l’idea di “Junglist”?

Ciao e grazie per lo spazio. L’idea di questo disco era qualcosa che mi portavo dietro da tanto tempo. Ho iniziato a fare l’mc sulla drum’n’bass nel 2003, prima ancora a cantare in vari gruppi crossover facendomi così una solida esperienza live di diversi generi e con diversi artisti. Ai tempi era come se mi volessi buttare a rappare su tutta la musica energica che mi capitava a tiro. Anche il disco nasce infatti da questa esigenza di condivisione con i dj, i produttori, i musicisti e gli artisti che ho intorno. Volevo racchiudere in un’unica esperienza la mia attitudine, tutta questa attività live e la mia passione per il disegno.

Il nome del disco vuole rimarcare la tua vicinanza con la cultura jungle… perché è stata così importante per te?

Non solo voglio dichiarare la mia vicinanza con la cultura jungle, voglio anche promuoverla e farla conoscere in tutta Italia! “Junglist” oltre ad essere il titolo del disco è anche il titolo della canzone in collaborazione con i torinesi Jazzatron, tra i produttori più considerati dello stivale, in cui affronto la storia di questa cultura e la situazione attuale del movimento in Italia. Nel crearla mi sono ispirato a quei pezzi rap in cui si ripercorre la storia della cultura hip hop e si citano gli artisti più importanti e rappresentativi. Per me junglist è come dire b-boy o berserk: è uno stato d’animo molto energico, più che un genere musicale, è la conseguenza del passaggio di quella musica e della cultura attraverso chi ne è appassionato. È quello che ti scatena questo attraversamento, come fosse elettricità pura.
Perché hai scelto di adottare proprio la formula del rap in clash con la bass music? Deriva direttamente dalle tue esperienze come mc?

Io sono prima di tutto uno che canta rap portando avanti uno dei fondamenti principali dell’hip hop: lo stile delle rime e i beats in continua evoluzione. Ed è questo il motivo per cui mi è sempre piaciuto sperimentare il rap in vari generi come il crossover, la jungle/d’n’b o il dubstep. Credo che questo sia il miglior modo per imparare tecniche nuove, migliorare come rapper ma sopratutto divertirsi. È anche la ragione per cui nel disco molti produttori d’n’b o dubstep si sono cimentati a costruire delle strumentali al di fuori del loro stile. Un esempio è “Delirio”, in collaborazione con gli Hallucinator, che da anni creano la drum’n’bass più violenta che ci sia. I ragazzi non avevano mai fatto una strumentale rap; si sono così cimentati in una cosa nuova e questa sperimentazione ha dato un risultato davvero concreto e massiccio.


Il tuo lavoro è molto curato in tutti gli aspetti, compreso il fumetto all’interno; avevi in mente un lavoro del genere oppure si è sviluppato mano a mano?

Io sono da sempre un fumettista/illustratore e faccio parte di una crew di artisti, M153R318OLLKR3W. Insieme abbiamo realizzato l’artwork del disco (la copertina è di Ryan Lovelock e le illustrazioni all’interno sono di Daffin, Gnob e Ileana Longo Goffo, mentre il fumetto l’impaginazione sono a cura del sottoscritto). Il formato rettangolare è lo stesso di quello del disco della mia band crossover “Suicidio Dell’Uomo Falena”, uscito qualche anno fa. Anche questo è un album a fumetti e ho voluto tenere lo stesso formato, ma stavolta le tavole sono perfettamente integrate con la musica. La bonus track 18, con la strumentale di Detox, è un rap di cui puoi seguire il testo leggendo e sfogliando un fumetto man mano che la canzone va avanti, in cui i dialoghi coincidono dalla musica alla carta illustrata… insomma un bel viaggione! Vorrei fare tutta la mia discografia a fumetti e con lo stesso formato.


Quanto è stata importante Bologna per la tua formazione artistica? In che modo?

Sono uno che si trova bene in ogni posto che va. Ho vissuto a Cagliari, poi 4 anni a Torino e ora da 5 anni a Bologna. Tutte queste città mi hanno dato delle ispirazioni differenti e credo che ciò si rifletta pure nel disco. La traccia “Primi della classe” ha dei toni molto solari e potrebbe ricordare Cagliari, mentre la traccia “Gente”, per il suo feeling industriale, mi ricorda più Torino.

Parlando di Bologna è incredibile il suo essere crocevia di esseri umani. La frequentavo già prima di venirci a vivere ed è una città molto vivace a livello culturale, con un ricambio di persone molto frequente. Ciò permette a molte idee e stili di incrociarsi in maniera davvero naturale.


Com’è la situazione adesso in città? Ho ricordato cosa succedeva 5-6 anni fa, di adesso che ne pensi?

La città cambia molto spesso nella sua maniera di esprimersi a causa di questo frequente ricambio umano. Non a caso una delle frasi più comuni che si sentono è «Bologna non è più quella di una volta». Spesso ci sono state delle difficoltà nel confrontarsi con le generazioni successive, ma questo sistema di ricambio ed evoluzione ha creato fenomeni importanti che sono passati, per citartene alcuni, da Andrea Pazienza alle leggendarie Street Parade. Essi non sarebbero potuti nascere se non in questa città, così favorevole al ricambio e all’innovazione culturale. Comunque credo che la città in cui si vive deve essere il posto in cui formarsi, dopodiché è giusto tentare di uscire per portare in giro il tuo show; praticamente quello che con Dj Ferro cerchiamo di fare portando il nostro spettacolo il più lontano possibile, alle volte varcando anche i confini nazionali. Ed è lo stesso lavoro che facciamo noi come Underground Area, la mia crew musicale. Il nostro festival l’«International Drum’n’bass Meeting», un evento itinerante, che porta in giro per l’Italia il concetto di d’n’b che abbiamo concepito iniziando con le feste nel territorio, ma che adesso è il festival più importante d’Italia nel genere. Tutto ciò nasce portando avanti una tradizione, quella bolognese, che ha una storia di d’n’b davvero importante e di alto livello; tra le altre cose abbiamo lavorato duro per portare avanti l’esperienza di alcune realtà storiche come il Link.
Riesci a portare avanti anche il tuo lavoro di fumettista ed illustratore?

Si, viaggia ormai in parallelo con la musica. La storia presente nel disco è una storia episodio dei miei personaggi, Gigi & Gianni, che ormai porto avanti da anni. Mentre col mio collettivo M153R318OLLKR3W siamo sempre in attività dalla street art ai fumetti, dai tattoo all’oggettistica.

Ti senti vicino-affine ad altri artisti italiani nella tua proposta musicale?

Tantissimi artisti. In Italia c’è una scena potentissima che parte dall’underground ed arriva fino al mainstream. Mi sento vicino a tutta la scena d’n’b italiana e il mio disco è un omaggio sentito a quest’ultima e a tutti gli artisti che la compongono e mi hanno influenzato. Ma non solo: il mio concetto musicale parte dalla libertà di mischiare tutti i generi che mi piacciono e che mi stimolano; non a caso la mia band preferita sono i Beastie Boys, soprattutto per il loro approccio. Ammiro tutti i musicisti che hanno ribaltato le regole dei generi dimostrando una mentalità aperta e riuscendo a creare una via alternativa e inedita.
Credi che la jungle ed in generale la bass music abbiano un futuro davanti a sè? Oppure le cose cambieranno?

Ti devo dire la verità, è una domanda che non mi sono mai posto. Ho sempre seguito la jungle come un amore, nella buona e nella cattiva sorte. Credo che qualsiasi sia il destino di questa musica, bello o brutto che sia, io ne farò parte…

Se siete curiosi il 14 Dicembre venite al TPO in via Casarini 17/5 a Bologna, dove andrà in scena il «Junglist Show». Uno spettacolo inedito diviso in 2 parti dove oltre alla presentazione del disco ci sarà una seconda parte dedicata a dj set 100% D’n’B.

MC DEF Official site: http://mc-def.jimdo.com/

MC DEF Soundcloud: https://soundcloud.com/mc-def

Underground Area Soundcloud: https://soundcloud.com/underground-area