“Per suonare con me dovresti prima leggere questo libro”. Avevo 17 anni, e, insieme al mio basso elettrico Ibanez di colore blu, stavo per iniziare a muovere i miei primi passi nella musica suonata.
Non avevo però ancora fatto i conti con il mio insegnante. Era un contrabbassista jazz e per i mesi successivi non si stancò mai di ripetermi quanto riconoscimento avrei dovuto mostrare nei confronti della cultura musicale afroamericana.
Per entrare in questo mondo dalla porta principale c’era solo un modo: dovevo leggere “Il Popolo del Blues” di Amiri Baraka. Per suonare quella musica dovevo conoscerne il percorso.
Per chi non lo sapesse stiamo parlando del testo politico e musicale di riferimento della cultura afroamericana. Una storia, un processo di ibridazione nato nella sofferenza e nella totale privazione di qualsiasi diritto fondamentale in nome di una presunta superiorità della razza bianca su quella nera. Una vicenda analizzata con rigore e passione, rivendicata nella lunga battaglia per i diritti civili che negli anni sessanta coinvolse Amiri in prima persona.
Il popolo del Blues è la base da cui iniziare per acquisire quel briciolo di consapevolezza… il testo fondamentale che ogni musicista, dj o “addetto ai lavori” dovrebbe tenere sul comodino. Si perché è nei campi di cotone che la dignità di questo grande popolo inizia a risvegliarsi dal torpore indotto dalla sofferenza e dalla privazione. Partendo dalle più elementari “work songs” fino alla nascita del blues: il suono primordiale della riscossa che poi divenne Gospel, Jazz e Rap.
Una storia indelebile che si è innestata prepotentemente nelle nostre vite e con la quale dovremmo continuare a confrontarci.
Per celebrarla in musica Something In The Way Of Things (In Town) dei The Roots – ft Amiri Baraka.