Gold Story III: purtroppo per questo progetto non abbiamo un budget
di Redazione15 Gennaio 2014
Luca Barcellona per Gold Series, 2010. Scarica il catalogo ufficiale.
Già vi avevamo parlato degli “Zero”, responsabili di avere ritratto in breve (un minuto) il profilo del tipico giovane emigrato italiano che esprime la propria tristezza nel dovere lasciare il proprio paese. Eccoli di nuovo all’azione con una serie di tre video che ironizza sullo sfruttamento del lavoro creativo.
“Al tuo idraulico mica lo paghi con visibilità no? E perchè lo proponi a un designer? Siamo creativi, siamo giovani, siamo freelance: e siamo lavoratori, non coglioni”. #coglioneNo è l’hashtag virale proposto per questa operazione che sembra funzionare alla grande on line (impazza ormai per tutti i social media)
Per questo progetto non c’è budget!
Ti do visibilità!
Ma te che vuoi fare nella vita?
Per realizzare i sogni c’è bisogno di un po’ di sacrificio.
E poi ti diverti a farlo!
Basta sapere dove mettere le mani.
Quello che hai fatto tu lo facevo anche io.
E poi te lo metti nel coso…. nel portfolio!
Questa la triste tendenza, così frequente in ambito lavorativo, di minimizzare il valore degli sforzi dei giovani designer, artisti, grafici, webmaster e fotografi free lance con la scusa ‘di ‘far curriculum’, ‘fare esperienza’ o peggio ancora, ‘dare visibilità’.
Dopotutto noi di Gold lo sappiamo bene, anzi, su questa tendenza discutiamo da tempo e ironizziamo (o no?) fin dal 2010 con la collaborazione di Luca Barcellona che ha disegnato un’intera collezione dedicata alle sue e le nostre esperienze, con un titolo ironico, ma così reale e attuale: la dura vita di un designer italiano.
Ma adesso la situazione si è estremizzata, lo prova l’entusiasmo della condivisione dei mini video di questi talentuosi ragazzi (350.000 visualizzazione youtube in due giorni ciascuno), lo prova la scelta di queste parole aspre, così poco ironiche, che sono state utilizzate come motto per dare un nome al disagio collettivo: “CreativiSi, coglioneNo.”
Occhio però, come dicemmo già all’uscita della collezione: non è che siamo noi che ci siamo fatti incastrare, assecondando troppo i datori di lavoro e tirandoci la zappa sui piedi?
Cover photo di Marco “Sfrevol” Montanari.
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