Ci è sembrato giusto, in redazione, fare una chiacchierata con Shocca per ripercorrere i primi 10 anni di Unlimited Struggle.
Non solo una crew, ma anche un’etichetta, un brand di abbigliamento, un punto di riferimento per la scena tutta.
Perchè questo è Unlimited Struggle, la più grande piccola realtà che esiste in Italia: fieramente indipendente, fatta di persone e non di numeri, ha costruito il proprio successo e la propria credibilità sulla qualità dei propri prodotti.
Qualche nome? Il già citato Dj Shocca, ovviamente, ma anche il suo compare d’avventure Mistaman, il duo siciliano Stokka e Madbuddy, Frank Siciliano, Johnny Marsiglia e Big Joe, per arrivare fino ad Egreen, il nome sulla bocca di tutti, quello che è evidentemente l’mc del momento, pronto sulla rampa di lancio.
Quando si è aggiunta la possibilità di avere anche Stokka all’interno della nostra chiacchierata, non me lo sono fatto ripetere e sono corso in cerca di aiuto, materializzatosi – poi – nella forma di Kame, per dare il via ad un vero e proprio tag team, un 2 vs 2 all’insegna della qualità
Buona lettura e buon compleanno Unlimited Struggle.
Deiv I 10 anni di Unlimited Struggle (d’ora in avanti abbreviato in US) sono sicuramente un traguardo importante. Era così che volevate arrivarci o magari le vostre aspettative come crew/etichetta erano diverse?
Shocca Nella più rosea delle aspettative era così che volevamo arrivarci, considerato che in realtà tutto è partito per passione, e le cose via via sono andate consolidandosi, quindi: ben venga che sono 10 anni! Siamo arzilli e cazzuti e la cosa sta prendendo una certa struttura, una forma che ci permette di pianificare il lavoro e di guardare avanti con una certa solidità.
Stokka Quello che dice Roc è giusto! Quando abbiamo iniziato a fare questa cosa qui di US, tutto era partito senza alcun progetto, ma cercavamo un nome che accomunasse tutto ciò che facevamo a quei tempi da una parte all’altra d’Italia. 10 anni sono tanti ma sono volati, abbiamo realizzato da poco che sono passati 10 anni da quando abbiamo iniziato, poi, la nascita dell’etichetta, ha rappresentato la linfa vitale per l’US, il naturale proseguimento di un’idea che comunque già avevamo. US è stata sempre un’etichetta, fin dal giorno zero, ma abbiamo deciso di dedicarvici un po’ più seriamente quando siamo diventati un po’ più grandi, quando abbiamo deciso di promuovere anche altri artisti che viaggiavano di pari passo con noi.
Deiv E questo passaggio quando è avvenuto in pratica?
Stokka Sicuramente con Johnny Marsiglia, Big Joe e EGreen, quando, insomma, abbiamo deciso di supportare artisti che non facessero ancora parte della crew.
Shocca Il primo prodotto di US è stato Struggle Music, seguito da Scatola Nera e #Bypass. Subito dopo abbiamo allargato la nostra crew con artisti esterni.
Deiv In questo percorso decennale, ci sono delle tappe salienti che potete individuare, come l’uscita di un disco, o una serata particolare?
Shocca Diciamo che con 60hz prende forma l’idea di US, e quello è sicuramente il primo passo…
Stokka …e Struggle Music diciamo che è il secondo! E’ l’album che sancisce il passaggio da Vibra Records alle nostre prime uscite. Ecco secondo me è Struggle Music il disco cruciale che ci ha fatto prendere coscienza della possibilità di farcela da soli. E poi probabilmente la prima release di artisti esterni, quindi Orgoglio di Marsiglia e Big Joe.
Kame Voi rappresentate la qualità dell’hip hop italiano, almeno a nostro parere. Avete alcuni criteri che regolano il “quality control” all’interno di questo progetto?
Shocca Sono criteri naturali! Ovvero, quando un artista ci prende bene e ci piace la sua espressività, io credo che abbia superato il “quality control” di US.
Stokka Io aggiungo una piccola parentesi: una cosa che ha sempre accomunato gli artisti di US era il fatto di essere amici prima che colleghi, perché è importante avere un rapporto limpido e che non sia fatto di opportunismi o convenienze e secondo me questo è quello che ha reso un po’ magico tutto quello che è legato al nostro mondo. E poi noi abbiamo il nostro standard di qualità che ci piace rispettare, e non riguarda soltanto la musica nella sua realizzazione, ma anche all’attenzione maniacale di tutti gli aspetti del progetto: dalle grafiche, ai video, al merchandising, che è anche quello per cui la gente ci riconosce oltre alla musica.
Kame Invece della vostra strettissima collaborazione con Blue Nox, cosa potete dirci? Come è nata e si sviluppata?
Stokka Blue Nox può essere considerata come un’estensione di US. Il ponte fra le due crew è sicuramente Ghemon, uno dei nostri fondatori. Lo stretto feeling riguarda sicuramente la qualità delle produzioni, una lunga amicizia e il continuo scambio artistico. Diciamo che per noi Blue Nox è tutto quello che stiamo facendo per Blue Struggle: Blue Struggle Mixtape, i live che stiamo portando in giro e tutte le collaborazioni che facciamo sono dettate dalla grande sintonia musicale e dagli intenti comuni e quindi tutto è venuto a crearsi molto spontaneamente.
Shocca La comunità di intenti crea una sinergia quasi automatica, infatti noi e Blue Nox viaggiamo quasi a braccetto. I nostri cammini hanno cominciato ad incrociarsi anche negli anni scorsi, ancora prima di questa sorta di progetto pianificato che abbiamo intrapreso negli ultimi anni.
Deiv Voi vi definite “strettamente indipendenti”. Come considerate il concetto d’indipendenza?
Stokka Questo è un discorso che ci sta molto a cuore nel senso che allo stato attuale, in Italia, c’è un grande parlare d’indipendenza, ma per come la vediamo noi c’è tanta gente che dice di essere indipendente con i soldi degli altri. Quello di cui noi ci fregiamo, se mi passate il termine, è quello di essere una realtà indipendente al 100%, che fa affidamento soltanto sulle proprie energie, sul nostro lavoro e sul nostro talento e non grazie ai soldi di qualcun altro.
Shocca Essere indipendenti è un’idea, uno stato mentale, prima di tutto. E’ possibile che quando firmi con certe realtà quelle realtà possano proporti un certo tipo d’immagine, un certo tipo di paletti non condivisibili, in cui noi, come altri, non siamo in grado di esprimerci. L’indipendenza è una forza creata dal fatto che tutto quello che facciamo è fatto col cuore, è un’esigenza espressiva che ha una certa e definita forma; questa forma però non è supportata dalle grandi strutture che esigono una gestazione musicale diversa.
Deiv Per rimanere in tema, le grandi major sono mai venute a bussarvi alla porta?
Stokka Guarda, abbiamo avuto tanti contatti con le grandi entità musicali, ma le loro proposte non sono mai state interessanti dal nostro punto di vista.
Shocca Esatto! Il problema è che se ci vengono a fare delle offerte dove noi, in qualche modo, da un punto di vista artistico retrocediamo, e a quel punto andiamo avanti per la nostra “street indipendent”. Nel caso in cui venga invece fatta una proposta degna, io non esiterei a moltiplicare il budget per supportare meglio i nostri artisti con eventi promozionali. Non è ancora avvenuto! Peace and love.
Kame Quindi fondamentalmente è un problema di compromessi squilibrati?
Shocca Si, esatto!
Stokka Facendo un po’ d’analisi, da una parte vedo una realtà totalmente indipendente che sta nel suo micro mondo in cui riesce a vivere, dall’altra parte vedo una realtà supportata da grandissime risorse ma che annienta l’identità dell’artista stesso. Dunque da una parte non esiteremmo ad accettare un’offerta allettante, ma da un’altra parte non perdiamo neanche troppo tempo a cercare più risorse perché non ci interessa avere a che fare con questi colletti bianchi che credono di sapere tutto del rap del 2014, e credo anche che forse, fra dieci anni, quando magari saremo qui a festeggiare i vent’anni dell’US, vivremo in una realtà che vedrà dimenticati i prodotti impacchettati che stanno spingendo per ora, mentre Ghettoblaster verrà ancora suonato come un classico del rap.
Kame Insieme all’Unlimited Struggle è nata, negli anni, l’Unlimited Platform. Com’è nata e da cosa è caratterizzata questa realtà?
Stokka Unlimited Platform è una piccola realtà nata da un’esigenza: abbiamo tanti amici e conosciamo tanta gente in tutta Italia che gira attorno al mondo dell’hip hop, ma allo stesso tempo l’US non ha le risorse per produrre tutto ciò che vorrebbe. Per questo motivo abbiamo cercato una formula che potesse offrire un piccolo aiuto, uno spazio a tutti quegli artisti che meritavano e che non avremmo potuto supportare con una release ufficiale, e da qui sono usciti un po’ di dischi. Da un lato siamo contenti per i risultati, mentre dall’altro vorremo fare sicuramente di più per questi ragazzi che mettono tutto l’impegno che hanno per il confezionamento del proprio disco, ma purtroppo non abbiamo le risorse per aiutarli. I primi artisti che sono entrati in questo progetto sono stati gli svizzeri Apollo 90. In più ci sono anche due uscite interessanti a febbraio: il nuovo disco degli Apollo 90 e Snok Brown. Poi un’altra uscita recente mi sembra fosse quella di Mirko Miro.
Deiv In linea generale, quanto costa al giorno d’oggi produrre un disco indipendente? Per avere un’idea e capire di che numeri stiamo effettivamente parlando.
Stokka Quello che noi reputiamo in media necessario per produrre una release, ovvero confezionare il disco, girare il video e lavorare con l’ufficio stampa, costa poco meno di 10mila euro. Il problema, quando si parla di cifre del genere, è trovare artisti che giustifichino un tale investimento, ovvero: se investi una cifra del genere e non vendi 5mila copie, allora non ne vale la pena, meglio non farlo. Per un’etichetta coma la nostra 10mila euro sono tanti soldi e dobbiamo stare attenti a fare le scelte giuste.
Shocca E’ molto difficile competere con etichette non indipendenti, e noi lottiamo ogni giorno per questo. Agli alti livelli quando si spende una cifra del genere, il prodotto probabilmente verrebbe sconvolto o comunque trasformato in qualcosa di lontano dall’originale.
Stokka La differenza è che l’etichetta indipendente dà carta bianca agli artisti mentre spendendo gli stessi soldi con le major vedresti il tuo prodotto cambiato e dovresti sottostare a determinate regole che potrebbero stare bene al ragazzino di turno che vuole fare il fenomeno nei reality, ma a noi tutto questo non interessa.
Deiv E, per rimanere in tema di release, quali sono le prossime uscite di US per il 2014?
Stokka Sicuramente la prima release che abbiamo è che è il nuovo disco di Johnny Marsiglia e Big Joe e, a seguire, dovrebbe arrivare il disco di Mista. Questo tutto prima dell’estate assieme ad un EP che vede Stokka e Madbuddy più Dj Shocca alle produzioni. Questo perchè da #Bypass è passato un po’ di tempo ed è arrivato il momento di dare un po’ di musica nuova. Questo fino all’estate. Quindi 3 release già belle pregne: nel periodo estivo tanta altra roba sul fuoco della quale però non so darti date certe: sicuramente prima della fine del 2014 uscirà il nuovo disco di Frank Siciliano.
Deiv Grande!
Stokka Un disco atteso che c’è, esiste ed è a buon punto. Ci sono anche altri nomi potenti che sono in mezzo, come Cali, che ha avuto poca visibilità ma fa parti di US da tanti anni e che ha un bellissimo disco che uscirà nell’anno. E poi il ritorno di Egreen, reduce del successo de Il cuore e la fame che tornerà con violenza inaudita sulla scena (risate) e poi ci sono altri dischi da parte dei produttori, come Zonta che sta lavorando al suo album, come Fid Mella e quindi c’è tanta roba che dovrebbe uscire quest’anno. Ci sono anche delle iniziative che stiamo portando avanti per festeggiare il decennale e riguardano tutta una serie di ristampa in vinile di quelli che sono stati i nostri classici, a partire da 60hz..
Deiv Mi stai dicendo, quindi, che verrà ristampato in vinile?
Stokka Si faremo delle ristampe in vinile, limitate, super esclusive che usciranno durante l’anno. Ristamperemo Struggle Music in vinile, Block Notes (ed in questo caso si tratta di una prima stampa) , Anni Senza Fine di Mista.. c’è tanta roba.
Deiv La quota è sempre di 300 vinili a stampa? (come nel caso del vinile di Egreen)
Shocca Stiamo strutturando la cosa in corso d’opera, perchè su alcuni titoli abbiamo avuto delle risposte di mercato talmente forti che siamo rimasti anche noi un attimino sorpresi.
Stokka Per esempio Egreen, che abbiamo messo in vendita la scorsa settimana, 300 copie sono andate esaurite in 48 ore.
Deiv Una è mia!
Shocca Speriamo ti sia arrivata
Deiv Te lo farò sapere a breve.
Shocca Questo lo dico pubblicamente per fugare ogni dubbio: non abbiamo un magazzino con 10 dipendenti, abbiamo una persona che spacca, però ci sono i limiti di ogni essere umano. E abbiamo esaurito tutte le richieste adesso, ma è chiaro che è difficile accontentare di botto tutta questa risposta che ci ha sorpreso piacevolmente.
Deiv Anche perchè, voglio dire, già il disco di Egreen è mooolto lontano da quello che si sente in radio, arrivare a stampare un disco del genere e vederlo andare esaurito in meno di 48 ore dev’esser proprio una gran bella soddisfazione.
Shocca Assolutamente si. Anche perchè è un’ opera perfetta quella per il vinile, perchè è un disco di un certo tipo: secondo me il vinile lo stava proprio aspettando quel master perchè venisse inciso sui suoi groove, sui suoi microsolchi pazzeschi.
Stokka Sai cosa? E’ che nell’anno passato ci siamo resi conto che alla fine il mercato dell’hip hop italiano va in una certa direzione però noi ci siamo trovati forse meglio nel fare ciò che va più lontano dal mercato: stiamo parlando di un vinile, di un disco, maledettamente hip hop. Nessuno ci scommetterebbe una lira: sì, sono 300 copie, per carità, è un piccolo risultato, non sto qui a decantare 300 copie anzi, è un bene che sia andata così, il fatto che siano 300 dimostra anche quelle che sono le nostre aspettative. Quello che abbiamo imparato, che crediamo di aver compreso, è che alla fine la gente da noi si aspetta questo: abbiamo una fan base di appassionati legati ad un suono classico e più noi calchiamo le orme di questo suono classico che ogni giorno sempre di più sparisce, e più vediamo che la gente lo comprende e lo apprezza. Bisogna secondo me entrare nella mentalità in cui, nell’anno 2014, la generazione che compra hip hop, è una generazione che quando c’erano i “classici” o aveva 3 anni o non era nata. Questo significa che loro vivono questo movimento di allora come se fosse..
Shocca ..nuovo adesso.
Stokka Un po’ come, per farmi capire, io posso pensare ai Pink Floyd e dire “minchia i Pink Floyd, gli anni ’70, leggendari!” ecco io vedo che un po’ la gente si rapporta a questa cosa con questo approccio “leggendario” rispetto a come i nati nell’89 ’90 vi si approcciavano cinque anni fa: per loro il periodo d’oro era qualcosa che avevano vissuto in qualche modo anche solo di striscio mentre mentre adesso vediamo questi ragazzini per cui “cazzo, Dj Shocca è una leggenda, perchè quando ancora non ero nato faceva un disco incredibile che adesso mi ascolto 10 anni dopo e.. minchia!”
Shocca Se mi passate il termine, è una sorta di renaissance (rinascimento ndr) tutta italiana dovuta alla forma del mercato (arrivata in ritardo rispetto all’Europa blah blah blah) di hip hop mainstream e quindi si sta riscoprendo, in ritardo, tutta una serie di sonorità e di cose, quindi chiamiamola pura strafottuta renaissance italiana della quale mi piace pensare di essere, in parte, dei fautori. Senza quel triste effetto throwback che a volte offrono i dischi americani che sono la pallida imitazione di quello che furono.
Stokka Ecco, io ci tengo molto a questo. Io non sono nostalgico, non vorrei essere preso per nostalgico..
Shocca I fascisti sono nostalgici!
Stokka non è nostalgia. E’ portare avanti quel suono che poi forse ci appartiene così tanto.
Shocca In certi episodi ho imparato a maneggiare meglio dei nostri padri americani, e vaffanculo, diciamolo!
Deiv Sul fronte streetwear come procedono le cose?
Shocca Dopo il successo della seconda versione del varsity, quella un po’ oxfordiana con le maniche crema, abbiamo deciso di fare per febbraio, giusto agli sgoccioli della fredda stagione, un mini lancio di un nuovo varsity all black con ricami tono su tono, con un ricamo dietro che reca la scritta 10 years anniversary un po’ calligrafia, un po’ tag, a cura di Masito dei Colle der Fomento dove commemoriamo i 10 anni di US. Vedrete a breve anche delle felpe, una melange ed una nera, e poi a seguire una versione primaverile, oltre alle tshirt che commemorano – di volta in volta – le uscite dei nostri dischi. Un anno molto ricco di merch.
Stokka Anche qui torniamo al discorso della qualità che facevamo prima: anche in queste cose cerchiamo sempre di essere al top della qualità. Il nostro varisty jacket non ha nulla da invidiare a quello che compreresti in negozio del migliore brand, anzi: l’unica cosa che ha da invidiare è il prezzo perchè sicuramente il prezzo è più basso.
Shocca Non è che è svalutato, abbiamo voluto renderlo meno elitario possibile.
Stokka Il varsity costa parecchio sullo store, mi pare 149 euro ma, allo stesso tempo, se tu lo paragoni a quello che trovi nei negozi che – io credo – non sia fatto con la stessa cura, che solo le sapienti mani di un veneto doc come Roc Beats potrebbe confezionare.. guarda che i veneti ‘sta roba ce l’hanno nel dna.
Shocca Volevo allacciarmi a questo disco.. il prezzo intrinseco di 149, va bene ci sta tutto ma, appunto, mi sono arrivate mail “oh paura la giacca, un po’ costosa, ma quando la fate con le maniche di pelle..” io, a molti rispondo che “man, questa è già pelle, 100% genuine leather”. E quindi la risposta è stata “ah cazzo, cambia tutto, perchè una giacca del genere costa 300 euro, o 280.” Quindi, tentiamo di stare low profile con tutti.
Kame A questo proposito, secondo voi che rapporto c’è tra streetwear e musica al giorno d’oggi? Come uno può valorizzare l’altro?
Shocca Sono cresciuti di pari passo. All’inizio a braccetto con la musica c’è stato il merch, che si è un po’ più evoluto.. ricordiamo le tshirt o i satin jackets dei Public Enemy con loghi forti.. e poi mano a mano, anche grazie al naso imprenditoriale degli americani, è cresciuto sempre di più fino a legarsi, a volte a litigare, ma le loro vicessitudini si sono incontrate migliaia di volte nell’arco degli ultimi 30 anni ed oggi abbiamo linee dei gruppi, linee street che non c’entrano un cazzo, linee di vestiti anche molto raffinate di roba street che si agganciano anche bene ad un discorso musicale o ad un certo tipo di discorso musicale, magari quelli più stilosi e raffinati. E’ chiaro che l’hip hop quello più mainstream americano becero non lega con un certo tipo di look, ci siamo capiti no?
Deiv Da quando c’è stato un ritorno di attenzione mediatica attorno al rap italiano, attorno al 2006, come ha impattato questa cosa sulla realtà di US? Ovvero: alcuni di questi nuovi ragazzini che si affacciano al rap tramite nomi mainstream, arrivano anche a sentire le robe di US o sono comunque due realtà che rimangono separate fra loro?
Shocca Quando tornò sotto i riflettori, l’attenzione verso di noi arrivò, fisiologicamente, un po’ dopo, poco dopo. Era chiaro che i nuovi “utenti” che si avvicinavano alla faccenda avevano bisogno di tempo per approfondire. Se esce una hit da radio, per andare ad annusare il downside un po’ più hardcore, più underground, hai un tempo fisico, un tempo umano, di approfondimento. Quindi dopo sei mesi, un anno, arrivarono anche a noi, perchè è nella natura umana. Una parte di questo nuovo enorme bacino, imparò ad affinare gli strumenti per apprezzare anche le cose un pochettino più underground.
Stokka Sono d’accordo con Roc. Sicuramente c’è della gente che dal mainstream ha deviato un po’ sulle nostre cose. Andando oltre il 2006, e riportando la domanda sui tempi attuali, dico che tutta questa attenzione che c’è sull’hip hop a me sta bene, nel senso che comunque su 50 ascoltatori ce ne sono 2 o 3 che decidono di approfondire questa cosa ed alla fine, vuoi o non vuoi, ad US ci arrivano. Quindi secondo me va bene così.
Kame Cosa potete dirci del 60hz Party e di questa Posse Cut di cui avete rilasciato un trailer sul vostro sito?
Shocca Parto dal Posse Cut. Nell’occasione degli ultimi varsity jacket, quelli con le maniche crema, abbiamo deciso di fare un regalo gradito, quello di un 7 pollici che non solo riunisse tutti gli mcs di US ma anche i producers. Vale a dire: su un sample comune abbiamo sviluppato un beat ad otto mani, io, Zonta, Fid Mella e Big Joe, cosa secondo me mai fatta sulla faccia di questo pianeta. Lo dico con finta umiltà (risate). Successivamente, a gruppi di due, per ogni beat, due mc di US: questo è un esperimento che è uscito da Dio. Questo è il nostro Posse Cut, ed il video uscirà a brevissimo.
Stokka Per quanto riguarda 60hz party, ci sono degli eventi che stiamo programmando durante l’anno per celebrare questa cosa dei 10 anni. L’idea è di celebrare 60hz dove tutti quelli che hanno fatto parte del disco vengano a celebrare assieme a noi quello che ha significato quel disco. Ci sarà anche una data su Milano, in aprile, per quanto riguarda i 10 anni di US.
Deiv Ok ragazzi, chiusura marzulliana: lo struggle, quindi, non finisce mai?
Stokka Se hai una vita come noi, la vita di persone normali, allora non finisce mai. Se hai una vita.. non so come.. Roc, dammi tu una definizione.
Shocca Lo struggle, per sua accezione, accompagna la vita degli uomini da quando nascono a quando crepano, chi più chi meno. (risate) Ok? E se tu non hai struggle, hai una vita che non vale la pena essere vissuta.
Deiv Io la chiuderei qua. Grazie per il tempo e per la disponibilità.
Stokka Grazie
Shocca Grazie a voi