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SOTTO LA CURVA FA LA MITRAGLIA
MUSIC

L’Iperstallonico Mortecattiva



Tròll s. m. – In Internet, utente che interagisce con gli altri con atteggiamento fastidioso e provocatorio per disturbare la normale convivenza delle community e dei social network, al fine di causare conflitti interpersonali e polemiche online.”

La definizione di questo termine tratta dall’Enciclopedia Treccani, è la descrizione perfetta per comprendere la chiave di lettura con la quale va interpretata questa intervista.

Se esiste qualcuno che non conosce Mortecattiva, dovrebbe rimediare subito a questa mancanza.

Ci dovrebbe essere una scala di conoscenza per Mortecattiva, che parte con i Lolocaust, poi prosegue con Aggettivo 7 e solo alla fine, personalmente.
E’ una sorta di percorso ascetico.
Arrivata all’ultimo stadio di questo cammino, mi sono preparata delle domande da sottoporgli, che poi si sono evolute in una conversazione assai ampia in cui abbiamo discusso di cultura, società e tradizioni, con concetti profondi e tematiche impegnate.

Vi auguro di avere l’ironia necessaria per gioire sia delle domande sia delle risposte.
Noi abbiamo riso molto.

Se tu volessi fare una domanda a Mortecattiva, quale gli faresti?

Scusa sto entrando in galleria…
Credere, obbedire, combattere.
Non lo so… So tutto di lui; non ho bisogno di fargli domande.
Non riesco a pensare cosa potrebbe interessare ad un’altra persona.
So tutto del mio corpo.

Quindi non hai enigmi esistenziali? Ad esempio una domanda alla quale Mortecattiva non saprebbe rispondere oppure potrebbe rispondere, ma non se lo è mai chiesto?

Potrebbe esserci la domanda che non mi è stata mai fatta e nemmeno io mi sono mai fatto, ma non posso saperla. Come faccio a saperla?

E quale potrebbe essere?

Qual’è il tempo di cottura del tacchino? Non lo so.
Magari me la farai tu questa domanda e sarà la seconda, che sarà molto più facile della prima.

Come sei diventato shintoista?

A parte che non sono molto convinto di questa cosa dello shintoismo.
Comunque, è perché mi hanno bannato un’immagine su facebook.
Sai che c’è quell’applicazione “Lego With Chrome”: è un sito in cui ti mettono a disposizione i mattoncini della lego e tu puoi costruire la tua costruzione.
Io avevo fatto una casetta, solo che dopo ho voluto fare la svastica, tipo sede dei nazisti e qualcuno (figlio di puttana, tua madre morirà) me l’ha segnalata e mi hanno bannato per ben 12 ore. Allora poi ho preso l’immagine e l’ho flippata, ho messo sopra “tempio shintoista” (perché mi pare siano loro che la usano), però me l’hanno risegnalata e me l’hanno ribannata.
Secondo me è semplicemente qualcuno che odia i lego o forse c’era una di quelle cose che non leggi mai quando usi un servizio: facendo la tua costruzione con il lego, tu accettavi di non postarla su siti esterni, tipo Facebook.
Perché magari avevano il loro social network e io che ho fatto lo screenshot ho violato qualcosa, non lo so…
Magari sto sospettando di qualcuno (figlio di puttana) per niente e in realtà sono io che ho violato i termini (lego troia).

Comunque c’erano svastiche un po’ ovunque, anche in un’altra immagine di copertina, quindi ci sta ti abbiano bannato…

Va be’, ma la svastica se la separi dai ricordi, dal contesto, ha un design streetwear… Voglio dire: è un marchio che prende, no?

Sì, se non altro, ha avuto un’ampia divulgazione in un determinato periodo.

Sì, ma lì probabilmente ha preso piede all’inizio perché la gente doveva indossarla. Però se si potesse cancellare il tratto negativo che la gente associa a questa cosa… è bella l’uniforme nazista, io me la metterei, magari rosa, con qualche tratto moderno, magari con la vita un po’ più bassa, perché comunque stavo guardando delle foto di Hitler ed è un po’ troppo alta e non mi piace molto.
Adesso non avrebbe il successo che ha avuto ai tempi, se si presentasse così.

E poi non verresti preso sul serio probabilmente.

Com’è cambiata… Si stava meglio una volta.

Nonostante gli aspetti negativi, tipo la grafica.

Sì, la grafica, l’architettura, l’ordine, l’allineamento perfetto delle baracche nei campi: è bello. Non ti puoi perdere a Birkenau.

Immagino di no.

Son tutti incroci. E’ tutto lì. Come gli americani, che hanno tipo la prima, la seconda, la terza strada… “Tu in che baracca vivi?” “Io all’incrocio tra la terza e…”, capito?

Il postino non si perde.

Ecco perché gli ebrei sanno sempre come trovarsi, perché sono abituati a questo rintracciarsi…

Quindi è stato utile, in realtà.

Ti immagini, se tu potessi resuscitarli tutti quanti in una botta sola? Non avrebbero più leva su niente per far niente. Tu gli dici qualcosa contro “Eh, ma noi… Ah, no”.
Ah, quanto vorrei essere Dio per riportarli in vita.

E levargli questo potere di recriminazione.

Poi puoi insultarli quanto vuoi, come se insultassi degli svizzeri. Irrilevante. Svizzeri merda.

Quindi non sei shintoista?

No, non so neanche cosa facciano gli shintoisti di diverso da qualsiasi altro credulone di altro tipo. Mangeranno vegetali di sicuro. Mi servivano solo per la svastica.

Perché parli sempre di figa, nonostante che da testimonianze sparse si intuisca che sei chiaramente frocio?

Perché mi piace il fantasy. Perché uno scrive di draghi nonostante non abbia mai chiaramente affrontato uno di questi mostri terribili? E’ bello. E’ letteratura di evasione. Mi piace far viaggiare la gente e poi sicuramente quelli che mi ascoltano non scopano.
Quindi attraverso i miei occhi si avvicinano a questo organo e poi possono usare i miei aneddoti per farsi belli con gli altri, che io stesso ho riciclato da altri, perché cosa vuoi che ne sappia in fondo della vagina?
Più che altro perché son di Trento, di cosa vuoi che parli se no?
La birra, la vagina…
Non potrei nemmeno parlare del traffico, capito? Faccio un pezzo super struggle, parlando di quella volta che ho dovuto aspettare più di 20 minuti al pronto soccorso o quella volta che uno è passato col rosso…
Finiscono in prima pagina se passano col rosso qui, lo sapevi?
Sai che adesso siccome hanno fatto chiudere più o meno tutti i locali, perché i vicini si lamentavano, adesso forse all’unico che è rimasto aperto gli fanno mettere la discoteca con le cuffie?

Un po’ come a Berlino.

Potremmo dire alla gente che viene da fuori, che pensa che non ci sia niente da fare, che in realtà c’è tutta una città sotterranea solo per i residenti, tutta piena di locali con le cuffie e svastiche. Ma le svastiche buone, non quelle cattive.

E in realtà i locali sono fatti strutturalmente a forma di svastica.

In realtà c’è una linea metropolitana tipo la linea A che da sud est, vira verso ovest, attraversa tutta la città, arriva più o meno alla funivia e poi va su, mentre l’altra fa tutto il centro, vira verso sinistra e poi va giù verso Aldeno, hai presente no?
Qual era la domanda di partenza? Ah, la figa.
Eh, come la metropolitana: non c’è.
Potrei fare una canzone sulla metropolitana.

Com’è Trento? Piccola come città, vero?

Dal cartello Trento che sta a sud al cartello Trento che sta a nord, in un’oretta la fai camminando anche abbastanza tranquillo. Poi devi fare tutte le deviazioni per schivare tutti i criminali che popolano le strade, che tendono le imboscate, che rompono le bottiglie (non contro di te, le rompono e basta).

Un covo, immagino.

Scherzi? Prima pagina di tutti i giornali. “Bottiglia rotta in piazza Santa Maria Maggiore: la popolazione terrorizzata si rifugia in casa. Dice la signora Ines: ‘Ho paura anche a tirare l’acqua, perché i negri potrebbero captare la mia presenza e entrarmi in casa e allora accumulo la merda nel water, tanto comunque mi resta poco da vivere, son vecchia io’”. Così viviamo nel degrado a Trento.

Assolutamente degrado. Potrebbero essere degli spunti per fare degli altri pezzi.

Assolutamente sì. Anche se adesso volevo concentrarmi di più sul discorso metropolitana. Penso che farò un concept album sulla metropolitana.
Ogni giorno un’avventura su un vagone diverso.

Che comprenderà la figa ad un certo punto, comunque.

Be’, come fuggire da essa? Non posso, non posso. Mi trova.

Immagino.
Come è nata la tua relazione con Craim e come si è sviluppata per poi arrivare a dedicargli pure un pezzo?

Allora, una volta Kaos e dj Craim (mi dispiace per loro) sono dovuti venire a suonare a Pergine Valsugana, che è un paesino un po’ fuori Trento, non servito dalla metropolitana a forma di svastica.
Io volevo fare un video con Kaos per prendere per il culo Chef, perché volevo lanciare questa moda di andare ai concerti dei rapper e fare una cosa tipo “Mortecattiva e rapper X disquisiscono dell’età di Chef Ragoo, della pancia di Chef Ragoo…” solo che alla fine Kaos non ha voluto fare questa cosa e allora… Craim, quel giorno sei stata la mia seconda scelta, però adesso sei primo nel mio cuore.
E niente e lì è scattato quell’amore che solo l’omosessualità, la barba…
Poi ha quel baffo ginger…
Io non gli ho dedicato un pezzo, io glieli dedico tutti.
Se mi stai ascoltando… Non puoi perché è un’intervista scritta.

Ma poi come si è sviluppata la cosa?

Ritengo indelicato discutere della nostra relazione; magari lui non è pronto. Vorrei discuterne prima con lui. Comunque c’è il suo nome sul mio campanello e ho tre spazzolini nel bicchiere: uno per la mia ragazza di copertura, per non far capire alla mia famiglia, che ho questa relazione omosessuale… Ne sto parlando troppo.


Hai mai pensato al disagio che può affliggere una femmina che apprezza incomprensibilmente la roba che scrivi, mentre canta un pezzo tuo in pubblico?

Sì, ma è normale. Non è una cosa esclusiva dell’essere femmina. Per vergognarsi basta anche essere in macchina ed essere fermo ad un incrocio. Io se ascolto me, c’è il semaforo rosso e ho i finestrini giù perché è estate, abbasso.

Ma davvero?

Ma sì, scherzi? Poi magari ti dicono qualcosa, gli devo rispondere e sentono che la voce è la stessa.
Ma poi chi è che le canticchia ste canzoni? Il rap non si canticchia.
Sembri un coglione se canticchi il rap.
Sembri un pazzo che parla da solo.
Sembri o un coglione che salmodia (perché è rap e non ha note) o quelli che parlano al cellulare con l’auricolare. Già fai una figura da pirla a prescindere dal contenuto, poi si somma il contenuto, poi nel mio caso si somma anche la voce che è uguale…
Nel dubbio, basta non canticchiarle.

Ti ricordi quando eri biondo e frocio negli “Urban Chill”?

Sì.

Quale trauma psicologico hai subito per avere una sostituzione di personalità così radicale?

In realtà in quel disco lì, faceva tutto l’altro biondo. Poi lui ha continuato con la musica seria, io invece ho smesso con la musica seria. Io, nel disco degli Urban Chill, penso di aver suonato tre note di pianoforte e di aver detto “Sì, carino” in un pezzo.
Ad esempio, il tipo che canta in un paio di canzoni, l’ho visto una volta sola ad un’intervista, che ci avevano fatto (e io volevo morire, perché non avendo fatto un cazzo, non sapevo neanche che cazzo rispondere: “Mmmm. Ah-ah”). Dopo quell’intervista ho lasciato il gruppo, perché mi vergognavo troppo. E siccome io comunque mi divertivo a farlo, ho continuato e guarda dove sono arrivato!

Ad essere intervistato da me!

Ad essere intervistato da te e mi scopo il dj di Kaos… Ops!

Ma perché eri biondo? Eri proprio un’altra persona.

Va be’, avevo 18 anni. Ero un coglione come lo sono adesso, però con i capelli da coglione. Arriva comunque il momento in cui capisci che la musica non sarà la tua carriera e che quindi quei capelli biondi, rossi, rasta non si conciliano col crudele mercato del lavoro. Poi va be’, la mano tatuata la tieni in tasca durante il colloquio, però i capelli…
Che poi non erano biondi o meglio…
Erano rossi, che poi si sono stinti, che poi avevo fatto biondi, che poi avevo fatto arancioni e con tutte queste tinte, siccome non li pettinavo poi sono diventati rasta da soli.
L’unico rasta bianco naturale.

Ho sentito qualcosa di Urban Chill, comunque e in realtà non mi dispiace.

A me annoiava, cioè era carino farlo, cioè stare dietro e dire “sìsì” e intanto bevevi, però penso di non averlo mai ascoltato quel disco.

Io ho ascoltato qualche pezzo, anche se non è il mio genere.

Ma non è il genere di nessuno, sono quelle cose che la gente ascolta per spararsi le pose. Tra l’altro esiste ancora la chill out?

Sì, la mettono agli aperitivi.

Sì, omosessuali cinquantacinquenni che si vestono coi pantaloni da judo.

La misoginia dimostrata anche sulla pagina di Aggettivo 7 (oltre che in molti dei tuoi pezzi), da cosa è derivata?

E’ falsa. E’ come per la figa e per la metropolitana.
E’ che fortunatamente vivo in una città in cui tra le tante cose che mancano, mancano anche le attiviste femministe, quindi non rischio di essere picchiato. Io posso insultare chiunque, perché la sottocultura a cui appartiene la persona che insulto è presente in questa città probabilmente in quattro esemplari, che comunque potrebbero picchiarmi tranquillamente (chiunque mi potrebbe picchiare), però basta che cambi strada.
E’ facile anche evitarli. Invece quelli che appartengono alla sotto categoria che sto insultando, non si farebbero mai la sbatta per venire fino a Trento per picchiarmi.
Ti pare? Chi cazzo ci viene a Trento?
Poi dai, chi è che mi picchia? Mi sento abbastanza tranquillo di dire quello che voglio a chi voglio.

Solo perché vivi a Trento, perché se no, non lo faresti.

No, ma scherzi? A Roma probabilmente sarebbero già venuti a prendermi già nel 2002, prima ancora che mi venisse in mente qualsiasi cosa.

Cosa ti disturba delle nazioni quadrate dell’Africa?

Niente, sono fighissime. Sono belle lì, ordinate, ma anche negli Stati Uniti. Sono quelle cose che proprio dici: “Vorrei andare a vedere questa catena montuosa perfettamente dritta che traccia il confine. O questo fiume che scorre perfettamente perpendicolare al proprio affluente”. Dev’essere bellissima l’Africa. Vorrei sorvolarla in elicottero per vedere queste meraviglie dei confini naturali di questi stati plasmati quando ancora c’era un po’ di criterio nella creazione del mondo.
Dio ha iniziato a creare dall’Africa e lì si impegnava ancora, tipo quando devi scrivere qualcosa di lungo, scrivendo a mano libera: all’inizio fai tutto bello, poi dopo tre righe va tutto in vacca, quindi… “Qui ci metto la Liberia, qui il Kenya…” e tipo è così che poi è nato il Medio Oriente e tutto il resto.

Ma nella pagina di “Aggettivo 7” ho letto che avresti finanziato il progetto per modificare gli stati africani da quadrati a mattoncini del tetris.

Sì, perché dopo un po è noioso da guardare. Anche perché un parallelepipedo di dimensioni date, confrontato con un altro parallelepipedo di dimensioni diverse, li confondi.
Invece nell’altro modo, no.

Se qualcuno decide di ingaggiare il BRA (Bonobo Revolutionary Army) per fare un colpo di stato in Italia, credi sarebbe possibile o dopo gli ultimi accadimenti pensi sarebbe superfluo e una mossa poco originale?

No, non operiamo in Italia, perché comunque ci riconoscerebbero. Siamo abbastanza famosi nei nostri paesi/villaggi. Non possiamo correre il rischio che la nostra identità venga compromessa, quindi operiamo solo su teatri di operazioni estere.
Metti che la prima volta sul tg2 viene fuori l’immagine del soldato del BRA che entra in un posto, uno lo guarda e lo riconosce. Non si può fare.
Poi non mi sembra ci sia necessità di colpi di stato in Italia.
Va tutto benissimo.

Perché e dove riesci a trovare produttori disposti a concederti basi su cui rappare?

Di solito me le faccio io, quindi non ho problemi. Io sono più che disposto a darmi delle basi. Ma adesso, c’è uno di quelli dello “Swagghetto”, che mi fa le basi, non so perché. Avevano fatto il contest di Esa, facendo un beat campionando “Ta-daaaan”; gli avevo mandato la mia strofa e così ho cominciato a smessaggiarmi con questo qua e ho scoperto che si chiama Karas. Karas fa delle basi bellissime, oggi ho scoperto che ha fatto un disco rap ed è bravissimo, fa le grafiche ed è bravo pure a far quello, a fare le robe per lo “Swagghetto” è bravo pure lì. Cioè secondo me lecca la figa che proprio… Ogni giorno scopro che fa una cosa in più e la fa benissimo. E comunque per qualche ragione gli sto simpatico e butta via le sue basi bellissime con me; quindi io me le faccio mandare prima che cambi idea. Tu manda, io canto e una volta che è fatta è fatta e tu non ti puoi più tirare indietro.
Me ne hanno fatte anche altri, ma non so se vogliono che si sappia che son stati loro.
Non vorrei compromettere carriere.
O meglio, ho detto a Craim: “Mandami 50 basi”, mentre scopavamo “Così faccio il disco “50 Sfumature di Marrone””.
Ci sono anche strumentali di pezzi stra famosi e io non sapevo neanche chi fossero.
Nell’ultimo album son tutte basi di altri, ma non è che gliele ho chieste: le ho prese e basta.
Che vuoi fare? Denunciami.

Da quali fonti trai ispirazioni per i tuoi pezzi?

Parlan tutti di figa quindi ho tratto ispirazione dalla figa per un pezzo, poi dall’alcol per un altro e poi basta: ho campato di rendita per i restanti 14 anni.
No, va be’ comunque per prima cosa, un buon 50% delle stronzate che scrivo, le rubo al mio amico Basso, perché usciamo la sera a bere e lui spara un sacco di cazzate divertenti, poi il giorno dopo per magia ho scritto una canzone.
Secondariamente, se mi viene in mente una stronzata, lì sul momento me la scrivo, mi mando un sms o mi scrivo sull’altro profilo fake che ho. Cioè, ho anche il mio profilo vero, quello del mio nome e cognome, ma non lo uso mai, lo uso solo per scrivermi i messaggi con la stronzata. Poi le scrivo tutte quante su un quaderno e quando ho sufficiente numero di stronzate, le metto insieme e creo la canzone.
E poi, l’unico, onnipotente, il miglior amico di tutti i rapper, che non confesseranno mai di usare: il rimario di Virgilio. Ti viene in mente una frase carina, bon, l’hai fatta e da lì guardi con cosa rimava e ciao: scrivi la canzone. Se vuoi farla ancora più facile, fai un disco in cui fai soltanto strofe e non canzoni, quindi non devi neanche elaborare il concetto e ciao.

Hai dato la formula per far diventare rapper tutti, insomma.

Il rap ha successo per questo. Come dice il saggio Gulag: “il rap ha una curva di apprendimento molto facile”. Se tu oggi decidi: “Voglio imparare a fare rap”, ci metti poco ad arrivare ad un livello decente. Se io invece oggi dico: “Voglio imparare a suonare la chitarra country”, secondo me prima di diventare decente un annetto passa. Fondamentalmente il rap lo vince chi ha carisma. Non è che quelli che non sono ai livelli dei primi in classifica, non lo sono perché non sono bravi quanto quelli primi in classifica: sono abbastanza sostituibili. Ce ne altri sono bravi come i Club Dogo… Ora non mi vengono altri esempi, perché non li ascolto. Hai quel carisma, hai l’aggancio, hai la botta di culo. Sei bravo a far rap, sì, ma non ci vuole un granché. Non vale nemmeno la pena di star lì ad impegnarcisi. Per questo io non vado a tempo: lo faccio apposta per distinguermi dai rapper bravi. E’ una tattica.
Il “non andare a tempo” è il “nuovo andare a tempo”.

Come giustifichi il tuo vocabolario forbito per esprimere concetti così truci?

D’altronde io ho fatto le medie d’arte, quindi quando non lavoravo l’argilla, espandevo il mio vocabolario. Poi ho fatto il ragioniere-perito commercialista-programmatore e ho il diploma sulla scrivania! Ho preso 48 alla maturità!
No, va be’, penso che in parte sia merito anche del rimario di Virgilio che io scrivo “figa” e lui mi suggerisce “fusione a freddo”. Non lo so. In realtà una volta leggevo tanto, perché lavoravo in una libreria e non lavoravo: leggevo. Ora, da quando ho internet a banda larga, penso di non aver letto un libro negli ultimi quattro anni.
Si vede che ho la cultura dentro. Pensa, tutte queste belle parole, sprecate con quest’accento di merda. Cioè, io potrei provare alla gente che Dio non esiste, però ogni volta che ci provo dicono: “Ma come parla quello?”. Risate, risate e non mi ascoltano.

Dovresti provare a lavorare sull’accento.

In realtà, ci provo ogni tanto. Siccome me ne vergogno molto, quando canto cerco di correggermi e questo si ripercuote sulla mia performance e sul mio andare a tempo.
Però se andassi in Spagna sarei il capo.

Prova a rappare in spagnolo.

Tu non sei spagnola, vero? Ah, bon, perché son degli zozzoni.
Vai lì con un “Gillette” e sei Prometeo con la fiamma. Gli dici: “Guardate! Con questo levate i peli, donne!”.
Tutti insultano i negri, dicendo che sono l’anello di congiunzione tra l’uomo e la scimmia e invece no: è lo spagnolo. Se qua c’è l’uomo e qua c’è la scimmia, nel mezzo c’è lo spagnolo.

Cosa ti ha dato ispirazione per la concezione del tuo nuovo album “50 Sfumature di Marrone”?

Allora, alcune delle strofe che ci sono dentro, sono quelle che mi hanno scartato i Lolocaust. C’era quella sullo stupro, che prima me l’hanno scartata i Lolocaust, poi dovevo fare una collaborazione con un altro tizio, che si chiama Lexotan e me l’ha scartata pure lui, quindi l’ho dovuta mettere qui.
Comunque non c’è ispirazione: è una stronzata.
Non dovendola sviluppare in due strofe più ritornello, non serve ispirazione per fare “50 Sfumature”.
Mi son fatto passare le basi da Craim, che tra l’altro, se tu ascolti il disco, la tracklist non è dettata da un ordine particolare: sono proprio in ordine alfabetico, come mi ha mandato i file lui.
Anche quando faccio i concerti, metto le basi sull’iPod e sono in ordine alfabetico.
Il mio dj è l’iPod. Premo “play” sulla prima e poi quando sento che arriva “Trento is Much Better Than Los Angeles” so che è l’ultima, perché è la “T” e son felice.

“La Figa, La Mona” è una hit. Come spieghi il fatto che non sia ancora passata su Mtv?

Non lo so. Forse perché non è su una base originale. Forse perché tratta tematiche scottanti. Non lo so, perché è veramente bella. A parte che è un’idea di Gulag; la strofa l’ha scritta lui e io gli sono soltanto andato dietro, quindi in realtà il 100% del merito di quella canzone è di Gulag.
Adesso stiamo facendo il remix con la base di Karas (che è quello lì bravissimo, scaricatevi tutti i dischi di Karas), coinvolgendo un sacco di persone, sotto falso nome, perché… insomma alla fine, è inutile che fate i fighi, siete dei cazzari anche voi, rapper seri.
Sicuramente poi, quello passerà su Mtv, perché sarà su base originale.
Forse non è passato, perché non è un’uscita ufficiale.
Magari se mettessi il disco in vendita… Ma non so come si fa a mettere un pezzo su iTunes.
Tra l’altro hai notato che tutti i dischi rap italiani, quando escono, finiscono al primo posto della classifica di iTunes automaticamente? Non ho mai capito questa cosa. Io per esempio non so nemmeno quanta gente se l’è scaricato il mio disco.
E’ così che mantengo la mia umiltà e comunque rimango con i piedi per terra.

E continui a mantenere uno standard qualitativo alto, perché non ti monti la testa. La fama a Trento non ti raggiunge.

Esattamente. Non mi piego al mercato. Non faccio quello che l’industria vuole, ma faccio quello che vuole il cuore. I keep it real.

Hai nuovi progetti per il futuro?

Adesso sto facendo il disco con Karas. Ho già registrato la prima canzone e ho scritto un pezzo della seconda. Però il problema è che devo riuscire a fare tutto prima del 4 aprile, perché esce “The Elder Scrolls Online”. Quindi ciao. Finisco di lavorare alle 5, torno a casa e ciao.
NO! C’E’ IL CONCERTO DEI LOLOCAUST A BOLOGNA IL 26 APRILE!
NOOO! Va be’, a parte quell’attimo di pausa, i miei progetti per il futuro saranno: giocare a “The Elder Scrolls Online”, il resto non mi interessa.
Ci sono altre domande, che io ho fame?

No, abbiamo finito.

E’ il momento delle dediche: io dedico questa intervista a Dio e a dj Craim.

Per scaricare il nuovo album di Mortecattiva, è sufficiente cliccare QUI.

Mortecattiva keeps it real!