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Funk-azzisti



Le notizie trapelano e da qualche tempo ero venuta a conoscenza di questo nuovo progetto in cui la gioventù italiana viene reinterpretata e riproposta in chiave ironica.

Il regista di “Love Bugs”, Marco Limberti in collaborazione con Icaroff e Ecoframes, ha ideato una serie sul modello della sua precedente produzione.

Per capire meglio di cosa si tratta, ho chiesto ad Alessio Coluccia, produttore di Icaroff, di spiegarmi questo ambizioso progetto.

Com’è nato questo progetto che state realizzando?

Si tratta di una serie per la tv e, ci tengo a precisarlo, non una web series, come fanno in tanti. E’ una “sketchcom”, modello “Love Bugs”, per intenderci. Non a caso il regista della nostra sketchcom, che si intitola “Funk-azzisti”, è Marco Limberti, che è il regista di “Love Bugs”, che è andato in onda sulle reti Mediaset. Quindi, chiaramente il format è più o meno simile con una differenza importante: tutta la serie viene ripresa dalla soggettiva del protagonista. In “Love Bugs” già c’era questo tipo di riprese, che però veniva utilizzata per la visuale dei personaggi minori, non quelli principali: cioè quando loro andavano dal dottore o dalla suocera, era la soggettiva della suocera o del dottore.
In questo caso invece, è tutto l’opposto: tutta la serie è girata dalla soggettiva del protagonista; quindi il pubblico vede, ciò che vede il protagonista. E’ il massimo dell’immedesimazione. Di solito gli attori non devono mai guardare in camera, mentre nel nostro caso devono sempre guardare in camera.

E’ una reinterpretazione del metodo di ripresa, quindi, assolutamente innovativa.

Esattamente. Infatti, è una cosa che è piaciuta molto. Il progetto nasce da un’idea mia, di Riccardo Iacono e di Marco Limberti, che siamo i tre soci della Icaroff, che è la casa di produzione. Stiamo realizzando questo progetto in collaborazione con la Ecoframes, altra casa di produzione fiorentina, quindi è una co-produzione tra noi due. Poi ci tengo a ringraziare la Toscana Film Commission e la Regione Toscana, perché hanno contribuito alla realizzazione del progetto attraverso il fondo “Incoming”. Ci tengo a precisarlo, perché sinceramente essendo una piccola produzione e essendo un progetto low budget, grazie anche a loro siamo riusciti a realizzarlo.
Detto questo: l’idea è nata da noi tre e volevamo fare questa sorta di serie su quali sono le problematiche dei giovani di oggi, perché il titolo “Funk-azzisti” è rappresentativo. Non che tutti i giovani di oggi siano “fancazzisti”, però ci sono tante situazioni, che noi riprendiamo chiaramente in modo ironico, anche ingigantendo ed estremizzando un po’ la cosa.
Quindi, descriviamo questi ragazzi che studiano, ma non arrivano da nessuna parte, per sbarcare il lunario; cercano dei lavoretti, fanno lavori precari o che per un motivo o per un altro vengono buttati fuori, perché non sono buoni a fare nulla. C’è il nerd, il rockettaro, che siccome dieci anni prima ha fatto un concerto, pensa ancora di diventare famoso un giorno; quindi ci sono un po’ questi sogni infranti di questi ragazzi, che in realtà ragazzi non sono più.

Qual’è il target di età dei protagonisti?

Dai 30 ai 40 anni. C’è il nobile decaduto che per vivere, vende i beni di famiglia su internet, quindi è quello che ha più soldi degli altri, ma semplicemente perché vende la roba ereditata e non perché lavora. Quindi ci sono varie situazioni in cui loro si trovano durante questa prima stagione, che stiamo finendo di girare: il giorno in cui provano a cercare lavoro, il giorno in cui gli arriva in casa l’ispettore delle tasse, il padrone di casa che vuole l’affitto. Varie scenette, varie situazioni.

Quindi una rappresentazione della visuale del giovane, non più giovane, che continua però a mantenere un determinato stile di vita che non gli appartiene più?

Esatto. Del precario aiutato dalla mamma, che magari gli va in casa a portare la spesa, che gli fa le pulizie…
Un po’ la situazione italiana.
Sì, volevamo dare uno spaccato più o meno reale della situazione italiana dei giovani di oggi.

Quindi esponi il problema, ma lo fai in chiave satirica?

Certo, ovviamente satirica. Però non vogliamo essere portatori di una crociata sociale: non è questo, però è sicuramente una denuncia, se vuoi di quelli che sono oggi i problemi dei giovani estremizzata e vista in chiave ironica, divertente.

Il progetto nasce da questo quindi?

In realtà sì. L’idea era quella di fare questa sitcom basata su questo argomento: i giovani di oggi. Da lì ovviamente ci abbiamo lavorato in tre anni, studiandoci bene e l’anno scorso abbiamo fatto la puntata pilota, che abbiamo proposto a svariate reti televisive, parlando praticamente con tutti. Tutte le emittenti alle quali l’abbiamo fatta vedere, ci hanno dato un parere positivo dicendo: “Bella idea, ma non abbiamo budget”.
In ogni caso adesso, che abbiamo concluso le riprese, riproporremo l’intera serie.
Quindi a questo punto, a riprese finite, confezioneremo più episodi pilota, perché essendo una sketchcom, ci dà modo di costruirla come ci pare. Perché ci sono alcuni canali televisivi di Sky, che ci hanno chiesto delle pillole da 5 minuti e quindi noi siamo in grado di fare delle puntate da 5 minuti, mettendo insieme due sketch; come invece ci sono altri canali, che vorrebbero vedere una puntata da mezz’ora e noi siamo in grado di fornirgliela mettendo insieme più sketch.
Riusciamo ad andare incontro alle esigenze specifiche del canale, a seconda di quello che poi si dimostrerà poi realmente disponibile alla messa in onda. Perché poi alla fine, è quello che a noi interessa. Stiamo parlando di tv (ribadisco non web) e di canali nazionali, che poi siano del digitale terrestre o Sky, questo è ancora da valutare. Anche noi dobbiamo valutare. Ci sono stati dei canali che ci hanno già dato l’ok, ma sono piccoli canali nazionali. Prima di dare l’approvazione e fornirgli il progetto, vogliamo proporlo anche a canali più grandi e se quelli più grandi ci rifiutano, allora rivaluteremo le proposte delle emittenti minori. Pensiamo che comunque il prodotto valga la pena di essere proposto a canali maggiori.

L’obiettivo più ambizioso al concepimento di questo progetto, quale sarebbe stato?

La televisione nazionale in fascia non protetta.
Non sapendo ancora quale canale lo trasmetterà di preciso, ci siamo adeguati un po’ a quelli che sono gli standard della tv generalista (che non sia in fascia protetta), perché rischiamo di finire magari su canali importanti, ma alle 11 di sera. Invece, a noi interesserebbe la fascia pre-serale compresa tra le 7 e le 9, ora di cena. Poi dipende da quale canale: ad esempio su Mtv, ci andrebbe bene a qualsiasi ora, però abbiamo dovuto lavorare in modo tale, che possa andar bene a tutti. Con questo ci tengo a precisare che noi non disdegniamo il web, però lo vogliamo come canale su cui “ribatterlo”. Quindi, a noi interessa che vada in televisione e poi dopo certo che può andare sul web! Perché poi essendo sketch di 2 minuti e mezzo/1 minuto, noi la possiamo spalmare come ci pare, anche perché il web è fondamentale e un ottimo canale di divulgazione, anche se in seconda battuta.
Cioè a noi interessa una visibilità a livello televisivo, poi se Sky, piuttosto che la Rai, piuttosto che Mediaset decidono di ribatterla sui loro siti, piuttosto che sulle pagine web o social network, ben venga, ma non vogliamo partire già con social network o con la web; cioè non vogliamo andare su youtube.

Curiosità?

Abbiamo avuto tanti sponsor, che hanno creduto nel progetto e questo a noi fa piacere: da alberghi a catering, tanti, che ci hanno creduto e dato una grossa mano, perché senza di loro non l’avremmo fatto. Oltre a questo abbiamo avuto anche delle istituzioni e siamo riusciti a trovare una sintonia tra noi (abbiamo un gruppo molto ristretto di lavoro) che facese in modo di creare un gruppo vero, un’amicizia non solo tra gli attori (che è fondamentale, se collaborano e sono amici: funziona), ma anche con la troupe. E’ una bella atmosfera: si ride, si scherza, c’è serenità sul set. Questo è fondamentale, perché dovendo fare le cose di corsa e essendo “piccoli”, questo ci aiuta tantissimo, perché noi riusciamo a portare a casa dieci minuti di girato buono al giorno, che è tanto tanto. Questo ci ha aiutato a fare anche più puntate nel tempo che avevamo di quello che ci saremmo aspettati; poi abbiamo avuto partecipazioni straordinarie nel set, già a partire daò cast principale: Diego Casale (che ha fatto “Zelig”), Luca Seta (che ha fatto “Un Posto Al Sole”), c’è Massimiliano Galigani (che ha fatto milleduecento cose, tra cui “Zelig Off” e film con Virzì); Giacomo Carolei (che ha partecipato al “Mostro di Firenze”). Oltre a loro, troviamo altri attori toscani come Sergio Forconi, Rosanna Susini (che fa la mamma di Giacomino), Eleonora Cappelletti e Niki Giustini. Altri piccoli ruoli sono ricoperti da gente importante, come ad esempio: Massimo Olcese, Fabio Rossini, Beppe Braida di “Zelig”, che fa il direttore dell’albergo e Giacomo Ciccio Valenti, re del poker in televisione.

Quindi già partite bene, insomma.

Be’ sì, diciamo che quando vai a presentare un prodotto e gli dici che ci sono questi nomi, il canale televisivo è un po’ più contento piuttosto che dirgli: “Ci recita Alessio”, che… Chi è? Questo è il concetto.

Anche il sito dell’ANSA li ha seguiti, riprendendoli sul set. Per vedere qualche stralcio delle riprese riportiamo il link QUI.

Per essere aggiornati sulla neo serie tv, proiettata in un ambizioso futuro televisivo, cliccate QUI.

Presto sui vostri schermi!

Stay Gold.