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Loop therapy, l’intervista!



Mandibola Records, sotto-etichetta di casa Irma, si riconferma come una delle realtà più interessanti per quanto riguarda il rap nostrano. Dopo una ristampa di peso (B-boy maniaco di Ice One) ed un paio di capatine in casa Giuda Fellas (con i dischi di Fetz Darko e Denay) ecco arrivare questo inedito progetto che prende il nome di Loop Therapy. Tre musicsti, di impronta jazz, assieme a tre voci fra le più amate del rap dello Stivale : Bassi Maestro, Turi ed i Colle Der Fomento. Il risultato è un disco fantastico, dalle sonorità calde ed intime, che premia il lavoro degli mc ma che si esprime, alla grande, anche senza le voci, garantendo all’ascoltatore un viaggio sonico di notevole fattura. Ma lasciamo che siano gli stessi Loop Therapy ad introdurci ad Opera Prima, come si può facilmente intuire dal titolo, il loro lavoro d’esordio. 

 Complimenti per il disco, davvero ottimoChi sono i Loop Therapy? Chi suona cosa? A proposito, gli scratch sul disco di chi sono?

Grazie mille, siamo molto contenti che il lavoro vi piaccia.

I Loop Therapy sono Cesare Pizzetti al contrabbasso, Fabio Visocchi al piano, rhodes, mpc, synth, effetti vari e scratch e Matteo Mammoliti alla batteria. Inoltre, sul disco abbiamo coinvolto altri musicisti: Raffaele Kohler alla tromba, Domenico Mamone ai sax e Francesca Barone alla voce.

Qual è il vostro background musicale? Ci sono esperienze simili a questa?

Arriviamo dal jazz e dal funk, chi più chi meno: ognuno di noi ovviamente ha fatto altre esperienze prima e ne sta facendo diverse tuttora: diciamo però che è la prima volta che ci mettiamo in gioco con questo mix di generi.


L’unione tra jazz ed hip hop non è certo una novità, ma in Italia è una cosa che non capita spesso. Mi viene in mente l’esperienza di Dj Tayone col maestro Micalizzi. Avete avuto dei modelli di riferimento nello Stivale, o avete guardato solo all’estero?

Abbiamo cominciato semplicemente con l’idea di voler rendere omaggio alla cultura hip hop, importantissima per la nostra formazione musicale, lasciandoci ispirare da molti dischi, anche e soprattutto italiani che ci hanno accompagnato negli anni (per esempio, di Bassi, dei Colle, di Turi e IceOne, ma anche molti altri, come Kaos, Gruff, Neffa, Lugi, Otierre, insomma quella che viene etichettata “vecchia scuola” ma che per noi rimane la più alta espressione del genere in Italia).

Nei credit del disco, invece, è citato Gil Scott-Heron per esempio, che non è esattamente un artista hiphop eppure è stato ed è tutt’ora per noi un importante esempio. Sono comunque molte le nostre fonti di ispirazione: dischi di jazz, di funk, di soul, di musica classica, ma anche di rock ed elettronica, siamo curiosi e famelici di musica a 360 gradi.

Come avete scelto gli mc, bravissimi, che hanno partecipato al progetto?

Sono alcuni degli MC che ascoltiamo più di frequente e pur non conoscendoli personalmente allora, qualcosa ci diceva che ci avrebbero quanto meno ascoltato.

Oggi che li conosciamo un po’ di più e abbiamo la conferma che oltre ad essere grandi artisti, sono persone umili, entusiaste e appassionate, senza limiti.


Verrà presentato dal vivo l’album? Ci saranno anche gli mc? In che tipo di contesto pensate di esibirvi?

Sì, stiamo organizzando alcune date e dove possibile coinvolgeremo anche gli MC.

Per quanto riguarda il contesto, cerchiamo di suonare ovunque ce ne venga data la possibiltà e dove si possa garantire un bello spettacolo.

Come nasce la collaborazione con Irma?

Ci ha dato il contatto Danno (Colle der Fomento) e Umberto Damiani di Irma si è subito reso disponibile ed entusiasta.

Questa è l’Opera Prima. Ce ne sarà anche una seconda?

Certo che ci sarà, abbiamo già pronto parecchio materiale nuovo!