Sono giorni particolari questi a Firenze, era prevedibile, trovare la Juventus sul cammino europeo non accadeva dall’89 in 2 partite che preferirei non ricordare. E se questa città vive come uno scudetto personale battere la Juve in campionato, quando in palio ci sono solo 3 punti, potete capire cosa significhi trovarseli davanti in un doppio scontro da “o dentro o fuori”. Ne parlano tutti, dal barista al giornalaio, ognuno ha una sua strategia per battere l’odiata signora, certo da queste parti, ahimè, prevale il pessimismo ma non è comunque un deterrente per mancare l’appuntamento di domani sera. Personalmente preferisco pensare positivo, sapevamo che prima o poi avremmo potuto/dovuto trovare una big e se l’obbiettivo è ancora vincerla quella coppa che siano gli ottavi i quarti o la finale in ogni caso cambia poco, il fatto che quella big sia l’acerrima nemica credo che non possa che far bene a livello motivazionale. Proprio in ottica di questa andata di coppa si è giocato domenica a Torino, due squadre che si sono studiate per 90 minuti, attente a far trapelare il meno possibile, intente a giocare al gatto col topo. Ha vinto la Juve, poco importa, erano solo prove generali, domani vedremo la vera partita. Nel frattempo ieri abbiamo assistito alla disfatta milanista a Madrid. Zoppicante in campionato da ormai due stagioni è finito anche il ciclo dell’ex club più titolato al mondo portandosi con se il calcio italiano in genere, che fuori dai propri confini sembra lontano anni luce dalle concorrenti europee. Nello scontro diretto tra Roma e Napoli ha la meglio la squadra di Benitez che si consolida al 3° posto in una classifica sempre più definita, perlomeno nelle posizioni che contano. Bene, anche per oggi è tutto, per quanto mi riguarda mi ritirerò seguendo un preciso ordine di rituali scaramantici fino alle 23 di domani sera, siate sereni ed appuntamento alla prossima settimana.